Home Festival di Venezia Venezia 2019, Nevia di Nunzia De Stefano: coming of age napoletano tra disperazione, speranza e riscatto

Venezia 2019, Nevia di Nunzia De Stefano: coming of age napoletano tra disperazione, speranza e riscatto

Una rivincita tutta al femminile nel primo film da regista di Nunzia De Stefano, in Concorso a Venezia 76 nella sezione Orizzonti.

pubblicato 6 Settembre 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 17:00

Cresciuta in una famiglia numerosa (in 8 tra fratelli e sorelle), ma soprattutto ex domatrice di elefanti in un circo di Secondigliano, Nunzia De Stefano, ex moglie di Matteo Garrone, conosciuto ai tempi di Gomorra, ha esordito in qualitá di regista con Nevia, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti.

Ha chiaramente attinto dalla propria adolescenza, la co-sceneggiatrice e regista De Stefano, per 10 anni costretta a vivere in un container nella periferia di Napoli, causa terremoto che costrinse l’intera famiglia a sfollare in un campo improvvisato. Quella sistemazione temporanea, che sarebbe dovuta durare pochi mesi, divenne invece stabile, obbligando la giovane Nunzia ad adattarsi, a barcamenarsi, proprio come la giovane protagonista del suo primo film.

La sua Nunzia ha infatti 17 anni appena, ha perso l’amata mamma, ha un padre in carcere che non ha praticamente mai conosciuto e vive nel campo container di Ponticelli insieme alla nonna Nanà, alla zia Lucia e alla sorella più piccola Enza, che pericolosamente si avvicina sempre più alla criminalità e alla violenza di strada. Nunzia, caparbia e con la testa sulle spalle, cerca disperatamente un modo per fuggire da quella realtà che detesta, perché circondata da papponi, prostitute, malviventi. Ad illuminarne la strada l’arrivo improvviso di un circo, che le apre un inedito mondo, una concreta possibilità di guardare con speranza al proprio immediato futuro.

E’ un esordio sorprendente, tanto per forma quanto per contenuti, quello che vede la De Stefano sbarcare al cinema. Il neo-neo realismo napoletano è ormai diventato un genere ad hoc all’interno dell’industria cinematografica italiana, grazie a luoghi che trasudano umanità, problematiche sociali ed economiche, implorando aiuto.

La giovanissima Virginia Apicella, al suo debutto cinematografico, buca letteralmente lo schermo, dando credibilità ad un’adolescente che non vuole accettare ciò che appare inevitabile, reagendo con forza ad ogni abuso, ingiustizia. La De Stefano pennella caratteri con invidiabile capacità, delineando i lineamenti di una nonna indissolubilmente criminale e rancorosa, di una zia tanto brutta fuori quanto bella dentro, di una sorella minore fumantina in un quartiere polveriera e di uomini solo apparentemente gentili, perché pronti ad esplodere di rabbia dinanzi a non richieste invadenze e reazioni mai contemplate.

L’universo di Nunzia, visivamente parlando così sconfortante e cupo, è vivo e pulsante grazie ad una regia dinamica ed elegante, a personaggi credibili e tridimensionali, ad uno script che alterna la tragicità di determinati eventi alla leggerezza del quotidiano, che persino in simili contesti trova sempre fortunatamente modo per venire a galla. Una rivincita tutta al femminile, quella scritta e diretta dall’ex moglie di Garrone, un coming-of-age universale anche se ambientato tra i campi container che ancora oggi caratterizzano la periferia napoletana, dove trovano rifugio immigrati e disperati, qui riscattati da una moderna Cenerentola priva di alcun principe azzurro che va alla guerra contro il proprio annunciato destino.

[rating title=”Voto di Federico” value=”7.5″ layout=”left”]

Nevia (Ita, drammatico, 2019) di Nunzia De Stefano; con Virginia Apicella, Pietra Montecorvino, Rosi Franzese, Pietro Ragusa, Franca Abategiovanni, Simone Borelli, Gianfranco Gallo – sezione ORIZZONTI

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