Home Curiosità Vuoi vedere che l’unica cosa che si salva sono i brividi di Hitchcock forever?

Vuoi vedere che l’unica cosa che si salva sono i brividi di Hitchcock forever?

Possono essere tanti i modi per tenere vivo il cinema, e se il migliore fosse il furto?

pubblicato 30 Luglio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 11:25

Lo sappiamo, è dura la condizione del cinema. Il cinema lotta insieme a noi per vivere e sopravvivere, per ricordarci che pur essendo nato nell’Ottocento esso è figlio del Novecento, il secolo delle invenzioni e delle rivoluzioni. E quella del cinema è stata una rivoluzione vera, adesso che ne è di questa rivoluzione di idee oltre che di immagini, di sonoro oltre che di emozioni e passioni? Il cinema continua a vivere, potente. Si nota la nascita di un interesse nuovo per i film di ieri e dell’altro ieri. Torna dalla notte dei tempi To be or not to be di Ernst Lubitsch, facendo incassi invidiati dai film novità; ma tornano anche le attenzioni al muto, al neorealismo, alla commedia all’italiana, a maestri e soprattutto di Hollywood, dei divi prestigiosi e amati, un lungo elenco da Greta Garbo all’Anita della Dolce Vita che vive ancora, vive giorni grami, malinconici ma non si rassegna, resiste insieme a noi.

Per combattere la Grande Bruttezza, il pubblico ma soprattutto gli addetti ai lavori “lavorano” sul passato, sperando che dalle tombe risorgano i morti, ma non gli zombie; e avvenga la resurrezione di tanti piccoli cristi del glamour, del genio visivo, degli amori e dei delitti che fecero fremere generazione e generazioni, che hanno regalato la felicità con il male e il bene del mondo. Benvenuti risorti! Ed eccone uno, un nosferatu, cioè il “ mai morto”che le cronache portano di nuovo d’attualità per il colpo che è stato fatto pare da una banda dei serbi all’Hotel Carlton, ben noto ai frequentatori ricchi e mondani del Festival di Cannes e dei suoi tappeti rossi bucati da tacchi da dodici centimetri, e anche da capezzoli delle dame e dagli smoking dei mister.

Il nosferatu di professione è Alfred il Magnifico, l’Hitchcock da due quintali e dal cervello fino come un’aquila. Continuano a citarlo e a tornare; c’è una nostra amica, Carla Cigognini, che imperversa in internet alla ricerca di Alfred in pose diverse e trova documenti fotografici potenti come un tiro di un barile di coca. Il vecchio Al è riuscito a ricomparire in titoli a nove colonne, sia pure nelle pagine interne dei quotidiani, per il furto di gioielli al Carlton. Il Carlton dei baci di Grace Kelly al bramoso e semitimido Cary Grant. Baci con la lingua e tutto sulla porta di una stanza tutta d’oro del Grand Hotel. Baci di Caccia al ladro, uno dei film più riusciti e appassionanti di Nostro Signore Nosferatu, quei baci che lo stesso Al creava in fiction e che sognava- rodendosi- di dare alle sue meravigliose “bionde verginali”: Grace e Kim, Ingrid, Vera, Tippi, etc etc, smach! Vergini teoriche che in pratica non gliela hanno mai data…

La rapina è avvenuta in pieno giorno, per un ammontare di un valore sui 40 milioni di euro, un capitale per pagare da noi imu, aumento iva, pensioni agli esodati. Un record nella storia criminale francese. Il ladro si è presentato alle 11.30 del 28 luglio, domenica, con un’arma in pugno, indossando cappello, sciarpa in viso, guanti (gialli?). Il ladro senza colpi ferire ha messo a segno una “casse du siècle”, un colpo del secolo, avvenuto durante la esposizione Exstraordinary Diamonds del gioielliere miliardario Lev Leviev, in occasione dei festeggiamenti per il centenario del leggendario albergo, e doveva terminare a fine agosto. Dopodichè, mistero fitto sul luogo dove sono stati nascosti i diamonds.

Un soggetto favoloso. Col ladro che bacia sulla porta della stanza dove ha dormito con Grace e, con la sua complicità, ha nascosto la refurtiva per aspettare l’alba de lunedì per dissolversi nel nulla. Dove sarà il Cary Grant serbo, quando incontrerà in qualche paradiso fiscale la Grace che lo ha protetto? Come recuperare l’argent non de poche? Non so. L’importante è che sia stato citato alla grande il Grande Al; che il suo nome sia stato riverniciato e rilanciato come maestro criminale; che il cinema d’antan sia stato richiamato. Richiamato con un gesto vorrei definire romantico. Romantico fino al punto in cui i crimini che vengono commessi frequentemente dai politici corrotti, siano stati ripuliti e restituiti alla memoria, alla classe, alla qualità del cinema. “Qui rubarono 40 milioni” dirà la targa che l’albergo mostrerà ai turisti e intorno ad essa il manifesto del film a colori, con il Grande Al, la vergine Grace, il ladro Cary. Il cinema vive e noi viviamo con lui. Grazie Al.