Venezia 2019, Il Sindaco del Rione Sanità, la recensione: Mario Martone porta al cinema le due Napoli di Eduardo De Filippo
Eduardo De Filippo sbarca al Lido grazie ad un suo celebre testo. Il Sindaco del Rione Sanità, adattato da Mario Martone.
Dopo Noi Eravamo, Il Giovane Favoloso e Capri Revolution, Mario Martone torna in Concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia per la quarta volta consecutiva grazie a Il Sindaco del Rione Sanità, adattamento in chiave moderna dell’omonima pièce teatrale di Eduardo De Filippo, che lo stesso Martone aveva già diretto a teatro nel 2017.
Un’opera, quella di De Filippo, nata nel 1960 e già vista al cinema nel 1996, con Anthony Quinn protagonista e Ugo Fabrizio Giordani alla regia, qui rappresentata nella Napoli di oggi, in cui l’uomo d’onore Antonio Barracano si occupa di dirimere le liti impartendo giustizia secondo i propri criteri, tralasciando lo Stato e le leggi vigenti. “Chi ‘tiene santi’ va in Paradiso e chi non ne ha viene da me“, rimarca con orgoglio Don Antonio, il “Sindaco” da tutti rispettato, temuto, tanto dall’avere la fila fuori dalla porta, ogni mattina, con disperati in cerca di aiuto. Tutto cambia quando si presenta al suo cospetto Rafiluccio Santaniello, figlio del fornaio che gli annuncia l’intenzione di voler uccidere suo padre, l’indomani. Disperato, senza un soldo, furioso con quel papà che l’ha disconosciuto e con un figlio in arrivo, Rafiluccio scuote l’animo di Don Antonio, che rivede in lui la propria giovinezza, quando uccise un uomo perché accecato dall’odio e dalla voglia di vendetta. Per questo motivo il Sindaco interviene in prima persona, cercando di far riconciliare padre e figlio, salvando entrambi.
Un testo celebre, quello del gigantesco De Filippo, che Martone ha provato a far suo, ringiovanendo il protagonista (non più un 75enne bensì un 30/40enne) e ambientando il tutto nella Napoli di Gomorra, in cui legalità e criminalità si scontrano, specchiandosi in una duplice città che negli ultimi anni ha conquistato tanto la tv quanto il cinema. Uomo di teatro, Martone attinge a piene mani dalla sua ultima rappresentazione, adattandola per il grande schermo veicolandone i tempi, le battute, la mimica dei protagonisti.
8 anni dopo la prima e unica nomination ai David per Un uomo Tranquillo, Francesco Di Leva va incontro al ruolo di una vita, di quelli che solitamente ti cambiano la carriera, dando forza e credibilità ad un Barracano feroce e al tempo stesso docile, ambiguo e saggio, che giganteggia al fianco di un ottimo Roberto De Francesco, negli abiti del borghese dottore tenuto ‘prigioniero’ da Don Antonio, e a un solitamente impeccabile Massimiliano Gallo. Il testo di De Filippo, ancora oggi attualissimo, va di fatto con il pilota automatico, mentre il suo Sindaco semina giustizia a proprio piacimento, se non fosse che non si possa fare giustizia se non attraverso il rispetto della legge. Per porre fino alle guerre che incendiano Napoli, e non solo, c’è bisogno di un sacrificio quasi cristologico, di una menzogna a fin di bene.
Ha un impianto chiaramente teatrale l’ultima opera cinematografica di Martone, che in una manciata di ambienti e in 24 ore appena ambienta una giornata particolare alle pendici dell’instabile Vesuvio, tra aggressivi cani, medici compiacenti ed esasperati, veneranti figli, fedeli domestiche e un unico Re, questo Sindaco dal passato sporco di sangue e dal presente marchiato dalla voglia di riscatto, provando a fare del bene tra la propria gente. Mantenuti intatti tanto la forza drammaturgica e civile del testo di De Filippo quanto l’adattamento pensato per il palcoscenico, Martone ha realizzato in poche settimane una sfida a basso costo, interamente girata in due appartamenti e inevitabilmente legata alla messa in scena di stampo teatrale, con gli immancabili tre atti volutamente legati più alla sostanza che alla forma.
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Il Sindaco del Rione Sanità (Italia, drammatico, 2019) di Mario Martone; con Francesco Di Leva, Massimiliano Gallo, Roberto De Francesco, Adriano Pantaleo, Daniela Ioia, Giuseppe Gaudino – CONCORSO – uscita in sala: 30 settembre