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Se sposti un posto a tavola: recensione in anteprima

Se sposti un posto a tavola: ovvero se ad un matrimonio cambi l’ordine degli invitati attorno ad un tavolo e la storia ricomincia da capo. Una commedia francese che guarda a Sliding Doors ma è solo imbarazzante ed inguardabile.

pubblicato 24 Luglio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 11:38

Il tipico film di cui appena uscito dalla sala non ricordi già nulla. Nulla di male, forse. Ma anche il tipico film che, mentre lo guardi, rischia di procurarti una terribile orticaria: causa già visto e causa tedio eterno. Se sposti un posto a tavola (titolo italiano di Plan de table), è l’opera prima di Christelle Raynal, che viene dalla pubblicità.

Che la Raynal sia alle prime armi con un lungometraggio cinematografico si vede alla grande. Non solo il soggetto è vecchio come il cucco – il principale paragone pubblicitario è ovviamente Sliding Doors – ma anche scritto in modo simil-brillante e diretto in modo così “frizzante” da sfiorare la noia sin dai primi dieci minuti.

Il banchetto di nozze sta per iniziare. Un ragazzo ed una ragazza hanno fatto cadere inavvertitamente i segnaposto da un tavolo e in gran fretta li ripongono a casaccio. Per gli ignari invitati, seduti a quel tavolo, questa nuova disposizione farà la differenza. Cosa accadrebbe se per errore l’ordine prestabilito delle cose cambiasse per una fortuita coincidenza?

Ed è così che inizia il film, fatto di diversi segmenti in cui la storia procede normalmente, finisce come non dovrebbe, e quindi ritorna indietro. Si cambiano ancora una volta i cartellini dei nomi sul tavolo, ovvero la composizione dell’ordine degli invitati attorno al tavolo, e si prosegue di nuovo con la variante della vicenda. All’ennesimo “riavvolgimento” si ha per un attimo la tentazione di abbandonare la sala.


Non è tanto un problema di soggetto, appunto, quanto di presentazione del soggetto stesso. Se sposti un posto a tavola può strappare qualche risatina al massimo a chi non va a vedere una commedia decente da un po’ di tempo, o da chi è in cerca di qualsiasi tipo di divertimento “altro” che non siano i blockbuster in quest’afosa estate ricca di prodotti americani per lo più deludenti.

Ma è una facile consolazione, perché il prodotto è scadente. Impossibile affezionarsi anche ad uno solo degli otto protagonisti principali della vicenda. Ed evidentemente non è manco il fine della regista, disinteressata totalmente alle psicologie per lavorare di macchiette. Nella commedia funziona spesso così, ma poi bisogna avere le capacità per renderle interessanti, queste macchiette. Il cast poi non può nulla di fronte a cotanta sciatteria di scrittura e messa in scena.

Qui, tra donne esaurite, ninomfami, maschi infedeli e destini che si uniscono nonostante tutto, si guarda l’orologio aspettando l’ennesimo riavvolgimento, che arriva puntuale e impietoso. Però il punto più basso arriva nel momento del triste balletto versione disco al matrimonio. Qui sì che si vorrebbe essere altrove, dappertutto meno che in sala.

Commediola brutta, sciocca e imbarazzante con morale giusta ma stracotta (siamo noi gli artefici del nostro destino), Se sposti un posto a tavola arriva nelle nostre sale dopo la stroncatura praticamente unanime della stampa in patria. Hanno ragione: il film è inguardabile.

Che in Italia arrivi questo cinema francese a cui non interessa nulla a nessuno, e non il cinema di Claire Denis – autoriale e difficile, certo, ma che potrebbe accontentare almeno una nicchia di pubblico – la dice lunga su come stiamo messi.

Voto di Gabriele: 3

Se sposti un posto a tavola (Plan de table, Francia / Belgio 2012, commedia 84′) di Christelle Raynal; con Elsa Zylberstein, Franck Dubosc, Audrey Lamy, Arié Elmaleh, Shirley Bousquet, Mathias Mlekuz, Louise Monot, Lannick Gautry, Tom Raynal, Jérôme Daran. Qui il trailer italiano. Uscita in sala il 25 luglio 2013.