I migliori momenti musicali nei film secondo Cineblog
Oggi la musica è la protagonista di Cineblog: ecco i nostri momenti musicali cinematografici preferiti
E rieccomi a giocare con la redazione. Dopo la lista sui nostri cattivi preferiti e sulle donne che amiamo di più, ecco che ho chiesto ai miei blogger di elencarmi i loro tre (solo tre!!!) momenti musicali del cuore e non necessariamente tratti da musical. Vediamo cosa hanno scelto: ma ovviamente nei commenti vorrei sapere i vostri tre.
Francesco
– Scent of a woman: Al Pacino che balla il tango più indimenticabile della storia
– Le Iene: Michael Madsen che stacca l’orecchio al poliziotto mentre danza sulle note di “Stuck in the middle with you”, dove lo mettiamo?
– Intervista col vampiro: il finale con Christian Slater che si allontana in auto con “Sympathy for the Devil” coverizzata dai Guns N’ Roses
Andrea
– L’intro di Apocalypse Now (1979) di Francis Ford Coppola: Camera d’albergo in penombra. Le pale di un ventilatore e quelle degli elicotteri. Alcool e pistole sul comodino. Gli occhi di un uomo impressi sulla silhouette di una giungla infuocata. Poi quella stessa giungla che esplode. E in sottofondo “The End” e Jim Morrison. Non soltanto uno degli incipit migliori della storia del cinema ma anche quello capace di catapultare immediatamente nell’orrore della guerra più sporca, nel suo odore (di napalm) e nel suo sudore intriso di sangue. C’è la Storia in questa sublime sequenza. E pensare che è “solo” un preludio al capolavoro che seguirà.
– La danza di Scarpette Rosse (1948) di Michael Powell e Emeric Pressburger: Non è solo un balletto. E non è naturalmente un musical. Ma non è neanche teatro filmato. Il primo momento di ballo del capolavoro di Powell- Pressburger è tutto questo e molto altro. La musica accompagna una delle esibizioni di danza più classiche e al contempo più moderne di sempre. Sequenza lunghissima e visionaria che è un trionfo del technicolor ma, soprattutto, dell’inventiva dei due grandi registi. Il cinema che si fonde con la pittura (e viceversa) grazie all’arte tersicorea e alla musica. Darren Aronofsky deve averla tenuta presente mentre strutturava il bellissimo finale de “Il cigno nero”. Non a caso la sua Nina si immolava davanti alle luci di un alba che sembrava uscita proprio da “Scarpette rosse”.
– La composizione del Requiem in Amadeus (1984) di Milos Forman: Per chi scrive il film è un capolavoro. Alla faccia dei puristi e dei musicologi che si indignano ancora per le libertà prese da Peter Shaffer nel testo teatrale e da Milos Forman per la sua riduzione cinematografica. Un film su un genio della musica quindi non poteva che annoverare sequenze mirabili ovunque e ricostruzioni operistiche di grande precisione filologica e suggestione (come il Don Giovanni). Eppure a colpirmi sempre è la sequenza storicamente “impossibile”, quella in cui un ormai cadaverico Wolfy (affettuoso appellativo di Mozart) detta le note del “Requiem” al rivale (a sua insaputa) Salieri. Le note della messa più famosa della storia nascono letteralmente su un letto di morte, sgorgando dal parlato dei due musicisti mentre il regista “orchestra” il montaggio di una sequenza che da sola vale tutti gli Oscar vinti dal film. Tutto ciò, ovviamente, non è mai avvenuto. Però, nel silenzio della storia, la finzione qui finisce per avere la meglio sulla realtà, perché ha il coraggio di sublimarla in una metaforica sequenza (genio vs. mediocritas) che è soprattutto grande cinema. Uno di quei peccati che anche Salieri “assolverebbe” senza riserve.
dr. apocalypse
1) Time Warp by Rocky Horror Picture Show: perché è semplicemente storia. Del cinema, del genere. Storia del musical. Storia di tutto.
2) Nanni Moretti e il pasticciere trotzkista di Caro Diario: perché il cinema italiano non conosce il genere musical, e vederlo omaggiato da lui, il più improbabile degli improbabili e con sapiente ironia, non poteva che meritarsi una menzione, anche se ovviamente tutt’altro che meritevole di posizione in questa ristrettissima classifica.
3) Singing In The Rain: Gene Kelly e il musical, il musical e Gene Kelly. Ovvero due anime in realtà figlie dello stesso Dio, qui rese leggende della settima arte, sotto una pioggia battente che tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo provato a ‘vivere’ con tanta grazia.
Cut-tv’s
1. Al cinema non mancano i momenti musicali elettrizzanti e bellissimi , da tutti quelli usati per innescare la suspance di Hitchcock, non solo sotto la doccia, all’attesa dello squalo, ruzzolando sulla scalinata dell’Esorcista, ma senza riflettere troppo sulla richiesta il mio primo pensiero, quello istintivo, è corso ad una sviolinata. La sviolinata del tema musicale del Frankenstein Junior di Mel Brooks, solo uno dei pregi di questo capolavoro di spaventosa ironia, composto da John Leonard Morris, suonato dalla sinistra Frau Blücher! (hiiiiiiii) e lo stesso Frederick, per incantare la creatura, esercitando un fascino morboso con tutti i Frankenstein (come si evince dalla scena tagliata dall’inizio del film), quanto è riuscita a fare con me e la mia gatta, letteralmente stregata sin dalle prime note.
2.
“You must remember this
A kiss is still a kiss
A sigh is still (just) a sigh
The fundamental things apply”
“As Time Goes By“, scritta da Herman Hupfeld nel 1931, interpretata da un numero impressionante di ugole del calibro di Billie Holiday e Louis Armstrong, passando per Frank Sinatra, Mina, Julio Iglesias o ZZ Top, ma diventata famosa al piano con Sam (Dooley Wilson) e la ritrovata Ilsa (Ingrid Bergman) nel locale di Rick (Humphrey Bogart) della Casablanca di Michael Curtiz, occupa le vette delle mie preferenze in fatto di momenti musicali, ma sono certa di non dovervi spiegare il perché.
3. I duelli migliori della mia infanzia hanno la colonna sonora dei film di Sergio Leone, ma se sono disposta a sistemarmi il cinturone e lo sguardo carico come una colt, ogni volta che sento Per un pugno di dollari(1964), è l’Ennio Morricone di Once Upon a Time in America e ogni istante che accompagna C’era una volta in America, che mi catapulta in un irresistibile viaggio nel tempo e nelle emozioni evocate dal cinema. Poi se proprio volete una fine, estendo il viaggio al Morricone che da ritmo a tutti i baci tagliati nel Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore.
Pietro
– L’assolo da Premio Oscar di Jennifer Hudson in Dreamgirls: il brano “And I Am Telling You I’m Not Going” interpretato dalla Hudson tocca vette di raro spessore emotivo, parole di fuoco tra il rabbioso e il disperato gridate in faccia ad un attonito Jamie Foxx: “Love me, love me, love me, love me… You’re gonna love me!”.
– Lo struggente finale di Les Miserables con Hugh Jackman e Amanda Seyfried: già visibilmente provati dalla scena in cui la Fantine di Anne Hathaway spira stroncata dall’inedia e dalla malattia, ecco giungere un epilogo emotivamente travolgente che ci strappa inesorabilmente una lacrima: la voce di Jackman rotta dall’emozione, la musica che incalza e le lacrime di disperazione della Seyfried, uno tsunami emotivo che scioglie ogni resistenza.
– La scena di sesso tra Will Ferrell e Christina Applegate in Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy: l’aspirante e rampante conduttrice Veronica Corningstone si è ripromessa di non cadere in tentazione, soprattutto con l’egocentrico e maschilista Ron Burgundy, ma una cena galeotta porterà i due nell’appartamento di Ron. Qui avrà luogo una delle più esilaranti scene di sesso mai realizzate, con una puntatina nella “Città del piacere” a cavallo di unicorni, in un colorato cartoon accompagnato dalla memorabile “Help Yourself” di Tom Jones.
Carla
– The Rocky Horror Picture Show: da grande fan, è ovvio, uno dei miei momenti musicali cinematografici preferiti è il Time Warp. Ho chiesto solo 3 momenti ma per me il film è tutto “un momento”, se mi avete capito…
– La donna che visse due volte: i titoli di testa. Ipnotici, racchiudono tutta l’inquietudine e il romanticismo necrofilo del film. Splendida, emozionante, colonna sonora di Bernard Herrmann.
– Zoolander: sapete, quando sono un po’ giù di corda guardo Zoolander, mi fa sempre sorridere. E la sfilata a due è un capolavoro. Derek Zoolander vs. Hansel McDonald (Hansel va un casino quest’anno!), una passerella, David Bowie come supervisore e Beat It di Michael Jackson come sottofondo.
Gabriele
(solo film recenti e non musical, altrimenti…)
– Hold Tight/Incidente in macchina in Grindhouse – A prova di morte: tra tutte le scelte musicali di Tarantino, quella che più mi fa saltare di gioia sulla sedia come un bambino.
– 16 Reasons/Ev’ry Little Star/Audizione in Mulholland Drive: l’eleganza.
– Fireworks in Un sapore di ruggine e ossa : solo Audiard può commuovere con Katy Perry.