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Vincenzo Cerami è morto: addio all’autore de La Vita è Bella – Il ricordo di Cineblog

È morto oggi a Roma Vincenzo Cerami, celebre sceneggiatore e drammaturgo italiano. Era malato da tempo. Dalla gavetta con Pasolini alla nomination agli Oscar per La vita è bella: il ricordo di Cineblog.

pubblicato 17 Luglio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 11:56

L’ultimo ricordo che abbiamo di Vincenzo Cerami è di stampo televisivo, ma non lo vede protagonista in prima persona. Parliamo ovviamente del David di Donatello speciale assegnatogli dall’Accademia del cinema italiano durante l’ultima edizione, lo scorso 15 giugno 2013. A ritirare il premio per lui, malato da tempo, c’erano due amici e due persone speciali: Roberto Benigni e Nicola Piovani.

Un tempismo “perfetto” e a suo modo diabolico, quello del David alla carriera. Che comunque, in questa giornata di lutto, assume l’aria di un tributo necessario. Anche perché Cerami è stato tra le poche voci nostrane che ha portato il cinema italiano contemporaneo in giro per l’Italia, assieme proprio a Benigni e Piovani, con La vita è bella. Da Cannes, dove il film vinse il Gran Premio della Giuria, fino agli States, agli Oscar, dove fu nominato per la miglior sceneggiatura (tra gli altri riconoscimenti ricevuti dall’Academy).

Cerami, nato a Roma il 2 novembre del 1940 da genitori siciliani, ha iniziato la sua formazione con un nome d’eccezione, quel Pier Paolo Pasolini così influente nella cultura italiana quanto nella sua formazione personale. Fu suo allievo e poi suo aiuto regista in Comizi d’amore, Uccellacci e uccellini, e Le streghe, l’episodio de La Terra vista dalla Luna. Da qui nasce la sua carriera di sceneggiatore, scrittore, drammaturgo e giornalista.

Esordisce come sceneggiatore assieme a Franco Rossetti, Ugo Guerra ed Elio Scardamaglia nel 1967 nel western El desperado, e fino agli inizi degli anni 70 si dedica a lavorare in questo genere allora fortunatissimo. La svolta arriva nel 1976 con il suo primo romanzo, Un borghese piccolo piccolo: l’accoglienza di critica e pubblico è talmente forte che l’anno successivo Mario Monicelli ne fa la trasposizione cinematografica altrettanto acclamata con Alberto Sordi.

Inizia in questi anni anche la collaborazione con Sergio Citti, altro “allievo” di Pasolini. Con lui collabora in tre film: Casotto (di cui il figlio Matteo ha firmato un omaggio nel 2011 con Tutti al mare), Il minestrone e Mortacci. I due tornano poi a lavorare assieme nel 2001 in Vipera. Ha poi collaborato con Gianni Amelio (Colpire al cuore, I ragazzi di via Panisperna, Porte aperte), con Marco Bellocchio (Salto nel vuoto, Gli occhi, la bocca), con Giuseppe Bertolucci (Segreti, segreti), con Francesca Comencini (Pianoforte), con Ettore Scola (Il viaggio di Capitan Fracassa)…

Ma il sodalizio più lungo è quello con Roberto Benigni, cominciato nel 1988 con Il piaccolo diavolo e proseguito con Johnny Stecchino, Il mostro, e ovviamente La vita è bella. Poco importa se Pinocchio e La tigre e la neve non si siano rivelati all’altezza delle aspettative: oggi bastano e avanzano quei primi titoli, e quella sceneggiatura de La vita è bella che all’estero, per una volta, oggi continuano ad invidiarci.