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The Killing Season: la recensione in anteprima

John Travolta e Robert De Niro se le danno di santa ragione in questo action naturalistico firmato dal regista di Daredevil. Poca riflessione e azione nella media per una storia, basata su uno script degli anni ’70, che in altre mani e in un’altra epoca sarebbe potuta diventare un grande film.

pubblicato 27 Giugno 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 12:47

Strana vicenda quella di “The Killing Season” presente già da Maggio nei siti americani in pre-order come un qualsiasi straight-to-video e contemporaneamente annunciato nelle sale statunitensi con uscita il 12 Luglio. Al momento in cui si scrive non è chiaro quale sarà la decisione finale della casa di produzione Millenium (forse un’uscita VOD) e il film, a parte un’anteprima al Taormina Film Fest, non si è visto granchè in giro. Eppure parliamo di una sceneggiatura (di Evan Daugherty, quello del successo Biancaneve e il cacciatore) già basata su un vecchio soggetto degli anni ’70 e vincitrice dello “script pipeline” nel 2008. Con simili credits dunque un film che sarebbe dovuto andare lontano e che invece, a giudicare dalle sue vicende, pare essersi impantanato nelle secche distributive di altri prodotti similari.

Il regista è quel Mark Steven Johnson già responsabile di “Daredevil” (modesto cinecomic riabilitato in seguito dalla più riuscita director’s cut) e del tamarro ma sgangheratamente divertente primo “Ghost Rider” e che qui dirige con mano più sicura e maggior senso dell’action una storia di vengeance e resa dei conti fra due ex militari di fazione opposta durante la guerra in Bosnia. I due, ritrovatisi non casualmente a conflitto concluso, si affronteranno in nome di rancori non ancora sopiti dando luogo ad un serrato duello alla Rambo sullo sfondo evocativo degli Appalachi.

Sulla carta dunque una materia calda e politicamente “pesante” che faceva presagire un film dal forte coinvolgimento emotivo o ad alto tasso di problematicità. E molto probabilmente, se un simile soggetto fosse stato “trattato” cinematograficamente negli stessi anni in cui era stato concepito, avremmo avuto oggi per le mani un altro film, magari anche un grande film. Tuttavia nel più banale terzo millennio anche gli script importanti devono subire “revisioni” che li rendano prodotti innocui ed epurati da problematiche serie e così l’originario “Shrapnel” (dal nome dell’inventore di un particolare tipo di proiettile per artiglieria) diventa più banalmente “The Killing Season”, action incentrato per lo più su un corpo a corpo serrato fra due icone cinematografiche degli anni ’70 (John Travolta e Robert De Niro) che su approfondimenti di diverso spessore (alla parte bellica o, se si vuole, politica è riservato niente più che il breve e affettato flashback iniziale).

Premesso ciò il film che ne è venuto fuori non è, malgrado tutto, un prodotto da buttare. Armati di una buona sospensione dell’incredulità per digerire questo De Niro versione action (un po’ improbabile nei suoi 69 anni quando sostiene acrobazie nella natura ostentando una resistenza al dolore fisico alla “Die Hard”) e incassato con divertimento l’accento serbo-americano di Travolta (che suona, nonostante la buona volontà, come una parodia), lo spettacolo si gode e non annoia troppo nei suoi secchi 95 minuti conditi da qualche sprazzo ironico, efferatezze un po’ gratuite e uno sviluppo finale meno reazionario di quanto sarebbe potuto diventare.

Tecnicamente ben realizzato e con un’ottima fotografia (splendide le location naturalistiche in Georgia) il film, pur non eccellendo mai, svolge diligentemente il proprio compito di puro intrattenimento (anche casalingo), mantenendo costante la tensione e l’interesse per una vicenda costantemente sulla soglia del risaputo e il cui amaro retrogusto, a fine visione, è imputabile solo all’occasione perduta. Se infatti, come già sottolineato, lo scontro alla “Rambo” fra i due non assurge mai a vero confronto politico o antropologico, anche l’elemento naturalistico non viene sfruttato a dovere apparendo niente più che una suggestiva location. D’altronde che la natura avrebbe potuto essere sfruttata davvero come dimensione “trascendente” del confronto-scontro è un pensiero che corre subito alla mente quando sullo schermo appare De Niro nuovamente alle prese con un cervo. Le rarefatte sequenze di caccia del capolavoro di Michael Cimino davvero appartengono ormai a un’altra epoca e a un altro cinema.

Insomma viene da chiedersi che cosa ne sarebbe stato di un film come questo nelle mani di un altro regista. La risposta probabilmente sta nella sua stessa sceneggiatura che, così rimaneggiata, poteva essere affidata soltanto a uno dei tanto mestieranti di Hollywood capace di farne l’unica cosa possibile ed accettabile: un onesto e semplice action. E la sensazione che in quello script degli anni ’70 ci fosse molto di più diventa quasi certezza quando si pensa ad uno dei momenti-chiave del film, quella spinta barzelletta volutamente interrotta a metà dall’inizio del gioco mortale e poi ripresa nel pre-finale dopo che i due se le sono menate di santa ragione. Altrove sarebbe potuta suonare come un amaro e sarcastico controcanto alla vicenda. Qui, dopo una risata e una breve riflessione, esce confermata nettamente una certezza: e cioè che un simile scontro, in fondo, non sia stato poco più che una movimentata burla.

Voto Andrea: 5 e 1/2

    Killing Season (Usa 2013 – Azione) di Mark Steven Johnson con Robert De Niro, John Travolta, Milo Ventimiglia, Elizabeth Olin. Trailer sottotitolato in italiano.