Strage di Ustica – Il muro di gomma: 33 anni di ombre e misteri
Oggi ricorre il 33° anniversario della Strage di Ustica, una delle pagine nere della storia italiana, un coacervo di criminosa omertà che ripercorreremo grazie a Il muro di gomma, il film di Marco Risi che nel 1991 tentò di ricostruire i dieci anni di indagini che seguirono alla tragedia.
A bordo del volo Itavia precipitato in un tratto di mare tra Ustica e Ponza quel 27 giugno 1980 c’erano 81 persone. Intorno al disastro aereo ci sono tre tesi principali: il cedimento strutturale, una bomba che ha fatto esplodere l’aereo in volo e la tesi di un missile partito per sbaglio da aerei militari di Paesi Nato.
Ad oggi non si è ancora accertata una verità penale anche se la Cassazione, in sede civile, ha emesso una recente sentenza di risarcimento ai parenti delle vittime, motivando con la tesi di un missile la condanna dello Stato e dell’Aviazione italiana.
Quello di Risi è un film viscerale capace di raccontare i fatti dandogli una potente connotazione emotiva, il Rocco Ferrante di Corso Salani è un giornalista che persegue la verità e parla per le vittime e i loro parenti, la cui vita è stata sconvolta per un errore taciuto, per responsabilità negate. In questo senso la scena finale del film è emblematica, quel grido rabbioso è la voce di genitori mariti, mogli e figli stanchi di vedere principi di giustizia e verità piegati alla volontà del potere e in questo ambito non possiamo non citare la notevole performance di una intensa e dolente Angela Finocchiaro nel ruolo della vedova di una delle vittime, con una figlia da tirar su e tanta rabbia per troppe domande senza risposta.
L’incipit del film
Un Controllore di Ciampino segnala al giornalista Rocco Ferrante l’abbattimento del DC9:
(…) L’hai saputo del DC9 che è caduto? (…) Quello dell’Itavia. Guarda che l’hanno tirato giù. (…) L’hanno tirato giù con un missile. Adesso però devo tornare in sala, ti saluto.
Il tracciato radar
Secondo me chi ha abbattuto il DC9 si è sbagliato. Voleva colpire un altro aereo. (…) Quel DC9 si è trovato nel posto giusto al momento sbagliato. Per questo poi sono stati tutti così bravi. (…) Gli articoli scritti su questa storia sono tutti raccolti dentro un bell’archivio che li valuta per efficacia e attendibilità. Usa due punteggi: dalla A alla Z e dall’1 al 10. I suoi sono quasi tutti 10 Z. Forse farebbe bene a darsi una calmata. (…) Ci sono stati 81 morti…facciamo che non diventino 82.
I complotti non esistono…
Quello che credo io o credi tu vale zero! Qui c’è di mezzo la NATO, la Libia, i servizi segreti, tanto per cominciare. Io non voglio qualche pezza d’appoggio. Ne voglio un milione! (Giulio, il Caporedattore del Corriere della Sera)
Primi barlumi di verità vengono alla luce
(…) Tanto a pagare siamo sempre noi! Quelli che non contano niente, gli stracci, come me, come lui, come quel fesso di Caroli! Certo, per voi è facile fare gli eroi con la penna in mano. Siete pagati per fare gli scandali! Per noi invece è diverso! Se noi parliamo, se cascettiamo, ci cacciano via, e noi abbiamo famiglia. Perciò mi faccia la cortesia, non ci rompa le palle, altrimenti le dico cosa penso di lei e di questa specie di processo! (…) perché il primo quaquaraquà qua dentro sono io. (Sottufficiale dell’Aeronautica interpretato da Tony Sperandeo)
Dieci anni di bugie, dieci anni di perché senza risposte…
Ci sono voluti dieci anni, dieci anni di bugie, dieci anni di perché senza risposta. Perché chi sapeva è stato zitto? Perché chi poteva scoprire non si è mosso? Perché questa verità era così inconfessabile da richiedere il silenzio, l’omertà, l’occultamento delle prove? C’era la guerra quella notte del 27 giugno 1980: c’erano 69 adulti e 12 bambini che tornavano a casa, che andavano in vacanza, che leggevano il giornale, o giocavano con una bambola. Quelli che sapevano hanno deciso che i cittadini, la gente, noi non dovevamo sapere: hanno manomesso le registrazioni, cancellato i tracciati radar, bruciato i registri, hanno inventato esercitazioni che non sono mai avvenute, intimidito i giudici, colpevolizzato i periti. E poi, hanno fatto la cosa più grave di tutte: hanno costretto i deboli a partecipare alla menzogna, trasformando l’onestà in viltà, la difesa disperata del piccolo privilegio del posto di lavoro in mediocrità, in bassezza. Ora, finalmente, mentre fuori da questo palazzo, dove lo Stato interroga lo Stato, piove, a molti sembra di vedere un po’ di sole. Aspetta. Queste ultime tre righe non mi piacciono. Aggiungi soltanto… Perché? (Rocco Ferrante)
Fonte | Repubblica.it / Wikipedia