Star Trek – Into Darkness: le recensioni dagli Usa e dall’Italia
Il secondo capitolo di J.J. Abrams è piaciuto o meno?
E così eccoci a parlare delle recensioni Italiane e Americane del secondo capitolo di Star Trek girato da J.J. Abrams. Avete visto dunque Star Trek – Into Darkness? Piaciuto? Avete letto la nostra recensione? Siete d’accordo?
Anthony Lane – New Yorker: la maggior parte della logica è lontana da questo film, e con essa la metà del divertimento.
Bob Mondello – NPR: Fortunatamente c’è una buona dose di divertimento, se vi piacciono le cose che si schiantano violentemente.
JR Jones – Chicago Reader: Il concetto di sci-fi della serie originale è introvabile, anche se ci si può divertire guardando i giovani attori rifare le loro controparti degli anni ’60; Chris Pine è particolarmente bravo come il capitano Kirk.
Mick LaSalle – Hearst Newspapers: Il film è uno dei più divertenti di Star Trek.
Dana Stevens – Slate: Per due film di fila – e forse ancor di più nel secondo rispetto al primo – Abrams ha catturato alcune delle scintille del primo Star Trek senza mimare o dissacrare l’originale.
Matt Zoller Seitz – Chicago Sun-Times: “Star Trek Into Darkness” è uno dei più aggressivi e consapevoli blockbuster estivi mai realizzati.
James Berardinelli – ReelViews: è sufficientemente entusiasmante e divertente che dovrebbe piacere alla maggioranza di appassionati di cinema, appassionati di Star Trek o meno.
Bill Goodykoontz – Arizona Republic: Ho pensato che fosse davvero divertente, creativo, un sorprendente rifacimento di alcune delle invenzioni più sacre di “Star Trek”. I Trekkies penseranno che sia una profanazione. Quindi, scegliete il vostro lato.
Owen Gleiberman – Entertainment Weekly: Into Darkness è elegante, epico, emozionante. E’ tutto ciò che si può desiderare in un film di Star Trek.
Glenn Kenny – MSN Movies: l’incarnazione di un villain classico del virtuoso Benedict Cumberbatch è vivida e coinvolgente.
Lisa Kennedy – Denver Post: Il film mescola iconicamente la familiarità con il futuristico.
AO Scott – New York Times: Forse è troppo tardi per lamentare la militarizzazione di Star Trek, ma nella sua ricerca come blockbuster, il signor Abrams ha sacrificato molto della sua idiosincrasia e, peggio ancora, l’umanesimo di grande spirito che lo sosteneva.
Soren Anderson – Seattle Times: “Star Trek Into Darkness” è ridicolmente emozionante. Il che vale a dire che è eccitante è ridicolo. Ma in senso buono.
Michael Phillips – Chicago Tribune: Il nuovo film funziona. E’ travolgente.
Richard Roeper – Richard Roeper.com: Uno sforzo solido ma non spettacolare, che pone le basi per i prossimi capitoli.
Colin Covert – Minneapolis Star Tribune: Una miscela perfetta di divertimento ed evasione tra film drammatico, comico, azione e spettacolo trascendentale.
Steven Rea – Philadelphia Inquirer: L’azione è esaltante, gli effetti visivi spettacolari.
Rafer Guzman – Newsday: è veloce e divertente.
Lou Lumenick – New York Post: una trama torbida, che è tanto sciocca quanto arbitraria.
Stephen Whitty – Newark Star-Ledger: Si potrebbe passare il resto dell’estate in attesa di un miglior film-popcorn. Ma sarebbe altamente illogico.
Todd McCarthy – Hollywood Reporter: La produzione dà l’impressione di una macchina massiccia ma senza stile o personalità.
Dave Calhoun – Time Out: Un racconto tappabuchi che è modesto, divertente e brevemente divertente.
Dario Zonta – l’Unità: (..) Se Star Trek originale aveva nel suo orizzonte le grandi questioni del Bene e del Male derivate dalla minaccia nucleare, il nuovo Star Trek, risente del contingente e dell’evento fondativo di quest’ultima modernità: l’11 settembre. Molti, come vedrete sono i riferimenti.
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: (..) Fra sorprese, esplosioni, scontri all’arma Bianca, incidenti galattici e quant’altro, lo spettatore imbocca il tunnel dell’avventura e non guarda l’ora (132 minuti) sino alla fine.
Roberto Nepoti – la Repubblica: (…) Benché l’episodio non sia poi cupo come il titolo lascerebbe intendere, il tasso di drammaticità procede in crescendo dall’inizio alla fine. (…) Per non far mancare ai “trekker” sequenze spettacolari e sussulti emotivi, Alex Kurtzman, Roberto Orci e Damon Lindelof hanno scritto una sceneggiatura complessa e barocca, con diversi buchi di trama: come spesso accade, del resto, nei blockbuster ad alto tasso d’azione, dove le singole scene tendono a contare più della coerenza della storia. Tutt’altro discorso per i personaggi, che rendono in film di Abrams assai migliore di una media science-fiction. L’umanità dei “caratteri” ha sempre costituito uno dei tratti principali della serie: dal temperamento impetuoso e impulsivo di Kirk al competente e flemmatico vulcaniano Spock, da Uhura a Bones McCoy, da Scotty a Sulu ciascuno è caratterizzato da tratti di umanità; e, tutta insieme, la squadra rappresenta una specie di famiglia vicaria verso la quale lo spettatore prova facilmente empatia (…). Così, malgrado l’alta qualità registica delle scene dinamiche, le parti migliori sono quelle in cui i personaggi (rivestiti dei loro famosi pigiamini a tinte diverse) scherzano, discutono o litigano fra loro. Lasciando intendere, anche nell’ultimo caso, che ognuno sarebbe disposto a sacrificare la vita per l’altro.
Roberto Escobar – L’espresso: Film spettacolare e intelligente, attento agli incassi, ma non solo.