After Earth: Recensione in Anteprima del film di M. Night Shyamalan
Will e Jaden Smith di nuovo insieme per il fantascientifico After Earth. Night Shyamalan chiamato a dirigere il romanzo formativo per immagini di un giovane ma irrequieto cadetto, tra percorsi familiari accidentati e tragedie su larga scala
Abbandonata la Terra per via della sua incalzante inospitalità, il genere umano si trasferisce sul pianeta Nova Prime. Il problema è che l’unico contatto che si riesce a stabilire con la specie aliena del luogo è di acuta ostilità, tale per cui la razza extraterrestre decide di scatenare contro quella umana un flagello che prende il nome di Ursa: una specie “addestrata” per sbarazzarsi di ogni creatura umana a tiro.
In tale contesto s’impone la necessità di difendersi, e l’unica soluzione è quella di istituire un corpo di Ranger in grado di combattere la minaccia portata dagli Ursa. Cypher Raige (Will Smith), oltre che un generale, è un vero e proprio eroe tra le fila degli United Ranger Corps, nonché padre del giovane Kitai (Jaden Smith). Il loro non è un rapporto facile, specie per via di un lutto che ha segnato le vite di entrambi, vale a dire la morte della sorella di Kitai, che ha lasciato strascichi in profondità.
Nel tentativo di ricucire un rapporto oltremodo ingessato, contrassegnato da una distanza apparentemente incolmabile, il generale Raige decide di portare il figlio con sé per la sua ultima missione. Qualcosa va storto ed i due si trovano scaraventati su quel pianeta da cui il genere umano fu costretto a fuggire circa mille anni prima.
Semplice e indolore, l’incipit di After Earth non si concede particolari licenze. Ancora una volta, fulcro narrativo preponderante è rappresentato proprio dal rapporto tra il personaggio di Smith ed il proprio figlio, nella vita così come nella finzione. La vocazione fantascientifica della pellicola, a sua volta in qualche modo presente, altro non è che funzionale a quel percorso di formazione che il piccolo Kitai è tenuto suo malgrado ad intraprendere, costretto da cause di forza maggiore come nei migliori romanzi del genere.
Non si fatica affatto a scorgere l’immancabile sottotesto di matrice ecologista, fil rouge che va legando sempre più opere di fantascienza negli ultimi anni, ripescando da una stagione che fu inaugurata, per così dire, decenni or sono con pellicole come 2022: i sopravvissuti. Qui, come peraltro implicitamente accennato, il tenore si basa soprattutto su premesse comunque differenti. La vera azione si concentra proprio su quel pianeta in cui oramai l’uomo è il vero alieno. All’interno di un’ambientazione oseremmo dire edenica, il giovanotto è chiamato al più arduo tra i battesimi del fuoco, costretto a dover recuperare una sonda grazie alla quale segnalare la propria presenza nello spazio.
Pur nell’ambito di un progetto fortemente orientato ad un pubblico per lo più giovane, non di rado After Earth lascia perplessi. Tolta la discreta gestione del vero villain della pellicola (l’Ursa, come già detto), il breve/lungo viaggio di Kitai s’inceppa prima di tutto “sulla carta”. L’espediente del recupero delinea un contesto dalla struttura fin troppo semplificata, con buona parte del film strutturato come il più classico dei videogiochi, in cui il protagonista deve sottoporsi alle ineludibili fasi che seguono: tutorial-esplorazione-boss. Scenario, questo, reso ancor più affine al contesto videoludico per via del ruolo affidato al personaggio di Smith senior, che a conti fatti “comanda” in remoto il figlio mentre si inoltra attraverso il campo di battaglia.
Senza star qui ad emettere sentenze a riguardo, After Earth sembra più che altro un grosso regalo di Will Smith al figlio Jaden, il quale si trova per la prima volta ad interpretare un ruolo di peso all’interno di un progetto senz’altro imponente (i 130 milioni di dollari che ci sono voluti per produrlo contribuiscono a renderlo tale, no?). Smith junior, dal canto suo, non si comporta poi così male, pur tuttavia non riuscendo in nessun caso a risollevare un ritmo pressoché costantemente blando. Offre qualche spunto, come in parte schematizzato poco sopra, la relazione padre-figlio, lasciata comunque ad un livello superficiale che più superficiale non si può. Ed allora cosa resta da prendere?
Beh, per gli amanti del colpo d’occhio After Earth non lesina di offrirci certi scorci suggestivi, ancorati a paesaggi spiccatamente naturalistici, con alcuni piacevoli campi lunghi che fanno il loro lavoro (e noi, purtroppo, non abbiamo potuto godere dell’IMAX, su cui siamo pronti a scommettere forte dato che il film è girato in 4K – con la stessa macchina usata in Oblivion, peraltro). D’altra parte il film si svolge per lo più all’interno di un’ambientazione che di futuristico non ha nulla, immersi in una cornice in cui a farla da padrone è il verde del fogliame e, più avanti, territori altrettanto vergini. Potrebbe interessare a qualcuno prendere atto del rinnovato ecosistema impostosi sul pianeta, un vero e proprio habitat di stampo darwiniano dove vige la legge del più forte e del più adatto. Ma anche queste altro non sono che tematiche gettate nella mischia ma lasciate lì a macerare, senza però incidere più di tanto.
Un risultato, dunque, che nel complesso non convince e di cui si tende a ricordare più che altro certe scene obiettivamente limite; come la reazione allergica di Jaden alla puntura di una specie di sanguisuga (tanto Hitch-style, senza però il reparto analgesici), o come il siparietto conclusivo che sembra farsi beffe di sé stesso con la sua pericolosa auto-ironia.
Voto di Antonio: 4
Voto di Gabriele: 4
Voto di Federico: 4
After Earth (Fantascienza, USA, 2013) di M. Night Shyamalan. Con Jaden Smith, Will Smith, Sophie Okonedo, Zoë Kravitz, Isabelle Fuhrman, David Denman, Lincoln Lewis, Kristofer Hivju, Sacha Dhawan, Chris Geere, Jaden Martin, Shawn Gonzalez, Gilbert Soto, Joe Farina, Jon Douglas Rainey, Corey Brown e Kimberly Villanova. Nelle nostre sale dal 6 Giugno.