Star Trek Into Darkness: Recensione in Anteprima
190 milioni di dollari per far tornare in quota l’Enterprise. Spock e Kirk di nuovo in sala grazie a Star Trek Into Darkness di J.J. Abrams
Quattro anni dopo la resurrezione dell’Enterprise, e in attesa di ridar vita ad un’altra saga stellare grazie al settimo capitolo di Star Wars, J.J. Abrams mette ufficialmente il cappello hollywoodiano sulla ‘Galassia’ cinematografica con Star Trek Into Darkness, sequel chiamato a far meglio dei 385 milioni di dollari incassati in tutto il mondo dal primo sorprendente ed apprezzato capitolo.
Costato 200 milioni, il film ha confermato le potenzialità ‘action’ del regista, di nuovo mattatore tra stelle, pianeti e teletrasporti volanti, conditi in quest’occasione dall’immancabile ed ancora una volta fastidioso 3D. La terza dimensione di Star Trek 2, tutt’altro che nativa ma figlia di una riconversione, ha infatti finito per ‘scurire’ l’intera opera, ridando fiato alle polemiche che da sempre picchiano ai fianchi del 3D, ad oggi, 4 anni dopo Avatar, ancora una volta ‘omicida’ nei confronti della fotografia originale. Visto purtroppo non in IMAX, Star Trek Into Darkness aveva il compito di far realmente ripartire le avventure spaziali dell’Enterprise, seminando sul suo cammino ‘ingressi’ molto attesi dai fan della saga originale.
Parliamo ovviamente di Benedict Cumberbatch, spaziale villain nei panni del temibile Khan, e dei Klingon, senza dimenticare la comparsata bis del quasi obbligatorio Leonard Nimoy, Spock senior chiamato ad uno ‘spoiler’ fondamentale per far sopravvivere i giovani protagonisti di questo nuovo Star Trek. Ovvero Chris Pine e Zachary Quinto, sempre più litigiosi ma al tempo stesso uniti, tra una battutina al vetriolo e un salvataggio all’ultimo minuto, tanto da far sorgere una vera amicizia che nel finale sfocia quasi nell’omoerotismo, velato ma quasi esplicitato. La maturazione del turbolento Pine avviene infatti con il passare dei minuti, e soprattutto dei disastri interspaziali, tanto da scontrarsi con l’inappuntabile saggezza del fermo, competente, attento e rigido Quinto, vulcaniano dal cuore apparentemente di ghiaccio. Il rapporto tra i due è frizzante, scontroso e divertente, perché l’uno è ovviamente il contrario dell’altro. Roberto Orci, Alex Kurtzman e Damon Lindelof hanno spinto ancor di più sul lato ‘commediante’, stuzzicando l’appetito dello spettatore con situazione grottesche, frecciatine scomposte e risate sincere (e qui entra in gioco anche il perfetto Simon Pegg), miscelate ovviamente all’enorme dose di azione che soprattutto nella seconda parte prende immancabilmente il sopravvento.
Tralasciando gli scontati e quasi ‘obbligatori’ riflessi di luce che ormai caratterizzano la cinematografia di J.J. Abrams, Star Trek Into Darkness cambia marcia nel momento stesso in cui entra in scena un sublime Benedict Cumberbatch, maestoso villain dalla voce profonda e dalla pronuncia inglese inappuntabile, che annienta l’intera concorrenza di set dal punto di vista recitativo. Abrams non abusa della sua presenza, in previsione di un più che probabile suo ritorno futuro, ma certo è che ad ogni bis di Cumberbatch sul grande schermo la tensione torna a crescere, tanto da trascinare con se’ l’intera pellicola, inizialmente chiamata a riportare in scena le ‘debolezze’ di un istintivo Kirk, per poi obbligarlo a crescere e a ‘diventare’ Capitano con tutti i gradi del caso.
Rispetto al primo capitolo, forse più quadrato, soppesato ed equilibrato, questo sequel guadagna dal punto di vista prettamente visivo, esplodendo in tutta la seconda parte grazie ad una serie di scene travolgenti. Dalla ‘cannonata’ spaziale di Pine e Cumberbatch fino alla scazzottata in stile ‘Indiana Jones’ di quest’ultimo con uno Spock sempre più protagonista, senza dimenticare le visioni futuristiche di Londra e San Francisco, ridisegnate in chiave 2228. A pesare negativamente, probabilmente, un inizio con il freno a mano tirato, dove la pochezza di sceneggiatura finisce per appesantire l’intero colosso montato dal papà di Lost, qui paradossalmente versione ‘pacifista’, anche se immerso in esplosioni e guerre spaziali. Tutt’altro che ‘cupo’, come si poteva probabilmente immaginare dal titolo, Star Trek Into Darkness non è altro che uno straordinario giocattolone fantascientifico, non eccessivamente elaborato sul piano della scrittura ma elettrizzante al punto giusto, anche perché in grado di far evolvere un primo capitolo che nel 2009 aveva semplicemente ‘reintrodotto’ e riscritto una serie di personaggi già ampiamente conosciuti, e qui nuovamente inquadrati all’interno di un’autentica ‘famiglia’, in cui tutti sarebbero disposti a sacrificare la propria vita per salvare quella del ‘compagno’ di astronave.
La scommessa di Abrams e della Paramount è stata quindi ampiamente vinta, con un doppio capitolo che nel giro di 4 anni è riuscito a riportare in volo l’USS Enterprise, chiamata ora ad intraprendere la sua ‘attesa’ missione quinquennale, diretta all’esplorazione di strani, nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima. Semplicemente Spazio, ultima frontiera.
Voto Federico: 7+
Voto Gabriele: 7
Voto Carla: 7
Star Trek Into Darkness (Usa, 2013, fantascienza) di J.J. Abrams; con John Cho, Benedict Cumberbatch, Alice Eve, Bruce Greenwood, Simon Pegg, Chris Pine, Zoe Saldana, Zachary Quinto, Karl Urban, Peter Weller, Anton Yelchin, Noel Clarke, Nolan North, Jason Matthew Smith, Heather Langenkamp – uscita giovedì 13 giugno 2013 – qui il trailer italiano