Venezia 2019, Citizen K del premio Oscar Alex Gibney: un doc sulla Russia di Putin
La Russia di Vladimir Putin al centro del nuovo progetto del regista premio Oscar Alex Gibney.
11 anni fa premio Oscar grazie al documentario Taxi to the Dark Side, Alex Gibney sarà alla 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia fuori concorso con il documentario Citizen K, da lui prodotto e interamente centrato sulla Russia di Vladimir Putin.
Nel 2003 Mikhail Khodorkovsky, uno degli uomini più ricchi di Russia, fu arrestato e in seguito condannato a dieci anni di carcere, per frode ed evasione fiscale. In molti credono che la sua vera colpa sia stata aver sfidato Vladimir Putin, finendo per questo vittima della crociata del Presidente (eletto per la seconda volta nel 2004). E così la corsa ad abbracciare le regole del libero mercato, fino a diventare un autentico oligarca, hanno fatto sì che Khodorkovsky si ritrovasse condannato attraverso una serie di processi “teatrali” orchestrati da Putin. Durante la sua detenzione in una cella al confine con la Mongolia, “Citizen K” è diventato un dissidente noto in tutto il mondo. Oggi che vive in esilio a Londra, e sulla sua testa pende un’accusa di omicidio da parte delle autorità russe, Khodorkovsky continua a combattere Putin e il suo potere ormai ventennale.
Queste le prime parole di Alex Gibney sul suo ultimo progetto.
Mentre il mondo sembra essere ossessionato dal ruolo della Russia nello scenario globale, ho deciso di imbarcarmi in un ritratto cinematografico di Mikhail Khodorkovsky. In una serie di interviste a Londra – oltre 20 ore – abbiamo parlato della sua vita, di cosa abbia significato crescere come un giovane comunista nell’Unione Sovietica, dei suoi giorni da spietato oligarca – e da uomo più ricco di Russia – negli anni 90 del capitalismo selvaggio, fino alla sua trasformazione in dissidente politico durante la sua decennale detenzione. Ma Khodorkovsky ha anche riflettuto sul suo ruolo oggi, in esilio, come richiamo alle riforme democratiche e oppositore a viso aperto del regime dell’uomo che lo ha messo in prigione, Vladimir Putin. Sono anche andato in Russia, ho parlato con gli amici e i nemici di Khodorkovsky, cercando di trovare un senso a quel luogo. Volevo vedere il Paese dove – prendendo in prestito una frase di Peter Pomerantsev – “niente è vero, tutto è possibile”. Attraverso la storia di Khodorkovsky – e la sua lotta con Putin – ho cercato di capire come funziona il potere in Russia.