Cannes 2013: i peggiori film in vendita al Festival
Scopriamo insieme i film più brutti sul mercato di Cannes
Cannes Cannes Cannes. Il Festival del 2013 sta per finire (chi vincerà?) e il nostro fidato inviato ha visto dei film bellissimi. Certo, Cannes non è solo Concorso, Un Certain Regard, Quinzaine e blablabla… ma anche un’occasione per i registi di vendere i propri film e per i distributori di comperare le pellicole. Il Guardian ha stilato la lista della Palme d’Awful: the worst films for sale at Cannes – in pictures. Non potevo lasciar perdere questa occasione: la Palma della Bruttezza? I peggiori film in vendita a Cannes? Devo sapere, devo vedere, devo condividere. Eccoli. Sotto in fondo al post trovate anche la galleria delle locandine.
Copposites: Dal regista di I Now Pronounce You Black and White – a quanto pare una delle commedie di maggior incasso “locali” del Sud Africa – arriva un’altra farsa di dubbio profiling razziale. Un poliziotto bianco e un truffatore nero sono scambiati in un laboratorio con il DNA. Ilarità redentrice.
Sharknado: “Enough Said!”, dice la tagline, i produttori presumibilmente si sono esauriti con quel titolo. Per essere onesti, Sharknado è davvero semplice: i cittadini di Los Angeles, tra cui Tara Reid, si imbattono in un tornado di squali. E’ l’ultimo della Asylum. E poi c’è Shark Week, in cui un ricco pazzo terrorizza un gruppo di sconosciuti. Con gli squali. È stato detto abbastanza.
Santa Claws: Nel 1996 è stato fatto un film horror chiamato Santa Claws. Ora è il momento per la versione per bambini, in cui Santa consegna gatti in regalo. Ma invece di un piccolo gattino, l’intera cucciolata si arrampica nel sacco. Ma quando Babbo Natale ha un grave reazione allergica… “Nulla diverte di più in famiglia di una grande reazione allergica”.
Bring Me The Head Of The Machine Gun Woman: “Sono venuti per la testa. Lei li ha tagliati a pezzi. “Allora, cosa fa se ne fa della pistola? E dove sono le forbici? La logica non è il punto di forza dello slogan di Ernesto Diaz Espinoza, ma non si può criticare la precisione con la quale punta sul suo mercato di riferimento. “La vita di Santiago si trasforma in un videogioco violento, con armi, donne sexy e violenza brutale”. Non mi ricordo di quel livello in Super Mario.
FDR American Badass: Equipaggiato da Einstein e dalla CIA con una sedia a rotelle su misura, il presidente degli Stati Uniti è in guerra con licantropi nazisti in questo fantasioso nuovo biopic.
Jail Caesar: E’ come Cesare deve morire, dei fratelli Taviani.
Voyage: Il quinto film da regista di Scud, di Hong Kong, non è uno slasher nudo, ma la storia di un giovane psichiatra depresso che viaggia in tutto il Sud-est asiatico, in visita alle ex clienti. Perché lo deve fare testa nudo, stringendo un coltello da caccia, non è chiaro. Scud stesso descrive la scena di apertura di harakiri come “molto divertente”.
Wiener Dog Nationals: Un sorprendentemente cast in questo racconto su Shelly il campione bassotto. Alicia Witt è un giudice amichevole, Jason London è il padre del proprietario e Bryan Batt è l’organizzatore cattivone della corsa in combutta con la signora Merryweather (Morgan Fairchild). E c’è anche Caitlin Carmichael. Per inciso, il cane sul manifesto non è quello nel film.
The Blue Apple Tree: Il genere qui non è chiaro: una soap famigliare toccante? Un dramma? Radiazioni? E perché tutti quei cappelli della striscia di foto in basso?
A Cradle for Mother: Oppure: la donna più forte del mondo. Non ha nemmeno una goccia di sudore! E’ un dramma familiare i cui dettagli della trama sono difficile da trovare. Comunque, speriamo che l’autobus che stanno aspettando arrivi presto.
My Dog the Champion: O c’è qualche photoshop particolare qui, o è un cane seriamente enorme.
Abner the Invisible Dog: Incluso quasi esclusivamente per il ragazzo a sinistra.
Ora, non so voi… ma io Sharknado lo devo vedere. Un tornado di squali? Ma scherziamo? Devo trovarlo.