Laurence Olivier e l’arte di “essere o non essere” una grande icona
Viaggio in 10 film, curiosità, foto e video, ricordando Sir Laurence Olivier, il grande interprete shakespeariano da Oscar, e l’icona immortale che recita in un film 15 anni dopo la morte.
Il 22 maggio 1987, oltre mille persone del mondo ‘sotto i riflettori’, tra cui Jeremy Irons e John Hurt in costume da Macbeth con kilt giallo, hanno animato il party organizzato al National Theatre di Londra, per festeggiare gli 80 anni di Sir Laurence Olivier (22 maggio 1907 – 11 luglio 1989).
Oggi, che “Lerry” è scomparso da quasi 24 anni, e l’icona è pronta a compierne 106, siamo ancora in tanti a festeggiare il grande interprete shakespeariano che ha portato un Amleto da Oscar al cinema, dato il volto del trovatello Heathcliff alle Cime tempestose di William Wyler, al Darcy di Orgoglio e Pregiudizio, al marito ossessionato della Rebecca di Hitchcock, al principe che ha diretto una ballerina come Marilyn Monroe, o al dentista nazista che tortura il Maratoneta.
Una buona occasione per ricordare, e per molti scoprire, uno dei più grandi attori del XX secolo, insieme all’uomo e il regista che ha amato, sedotto e sposato la desiderata Vivien Leigh di Via col vento, approfittando di una gallery fotografica e le curiosità disseminate lungo un viaggio in 10 film che hanno costellato la sua lunga e prolifica carriera, seguito da un contributo video che ne raccoglie molti di più, insieme a foto e locandine.
La voce nella tempesta (Wuthering Heights, 1939), regia di William Wyler
Negli anni trenta il giovane Laurence ha già portato sul palco interpretazioni di Shakespeare passate alla storia, e dopo le pressanti richieste di Hollywood, arriva sul set con La voce nella tempesta di William Wyler, adattamento delle “Cime tempestose” di Emily Brontë, protagonista di questo omaggio nella brughiera ventorsa accompagnato da Wuthering Heights by Angra (dall’omonimo brano di Kate Bush).
Rebecca – La prima moglie (Rebecca, 1940) Regia di Alfred Hitchcock
Agli albori degli anni ’40 Laurence Olivier presta il suo bellissimo volto drammatico al marito ossessionato di Rebecca la prima moglie (1940), il noir che segna l’esordio americano del suo connazionale Alfred Hitchcock, mentre la sua insofferenza per Joan Fontaine, scelta per interpretare Rebecca al posto della compagna Vivien Leigh, fornì al diabolico Hitchcock l’occasione per far credere alla Fontaine che tutti la odiavano sul set, e aumentare l’intensità del senso di insicurezza e fragilità del personaggio che doveva interpretare. Il risultato resta un capolavoro.
Orgoglio e Pregiudizio (Pride and Prejudice, 1940), regia di Robert Z. Leonard
Prima di arruolarsi volontario e combatte nella RAF durante la Seconda Guerra Mondiale, l’attore inglese indossa i panni orgogliosi del Mr. Darcy che finisce per innamorarsi appassionatamente dell’eroina romantica dell’omonimo capolavoro letterario di Jane Austen. Nella realtà Olivier ha avuto una vita sentimentale più dinamica, costellata dalla presenza di tre mogli, relazioni extra coniugali, e stando al biografo Donald Spoto, anche quella con lo scrittore Noel Coward. Olivier sposa Jill Esmond dal 25 luglio 1930 al 19 gennaio del 1940, ma inizia la sua relazione appassionata con la divina Leigh mentre sono entrambi sposati, e dopo il primo divorzio, la sposa il 31 agosto 1940 in California, con Katharine Hepburn come testimone di nozze. I secondo divorzio arriva il 2 dicembre 1960, il terzo matrimonio il 17 marzo 1961 con Joan Plowright.
Enrico V (Henry V, 1944), regia di Laurence Olivier
A partire dal 1944, Enrico V inaugura la serie di film shakespeariani che lo consacra anche come regista, seguito dall’Amleto da Oscar nel 1949, e il Riccardo III (Richard III) del 1955, tra i primi film trasmessi in tv da NBC con una audience stratosferica.
Amleto (Hamlet, 1948), regia di Laurence Olivier
L’interpretazione del principe danese, da lui anche prodotto e diretto, viene premiata da un Oscar, che segue quello alla carriera del 1944, e lo accomuna in questo singolare primato a Paul Newman e Henry Fonda. Per il resto Olivier ha avuto 10 nomination agli Oscar (come Spencer Tracy), ricevuto un secondo Oscar alla carriera nel 1978, oltre ad un BAFTA nel 1955 per l’interpretazione nel Riccardo III.
Carrie (1952), regia di William Wyler
Mentre Vivien Leigh gira Un tram chiamato desiderio da Oscar, Olivier è di nuovo sul set con William Wyler, è alle prese con un uomo che perde tutto, quando lascia la moglie per una donna più giovane e bella, e l’interpretazione premiata con un BAFTA.
Il principe e la ballerina (The Prince and the Showgirl, 1957), regia di Laurence Olivier
L’accoppiata improbabile e strepitosa, e le difficoltà causate dalla dipendenza di Marilyn Monroe da alcol e psicofarmaci, non impedirono al film, tratto da un’opera teatrale di Terence Rattigan, di acquistare notorietà con il passare del tempo.
Spartacus (1960), regia di Stanley Kubrick
Tra le tante interpretazioni degne di nota di Olivier ci sono l’ambiguo Crasso nello Spartacus di Kubrick, protagonista della clip in piscina che segue, Gli insospettabili (Sleuth, 1972) del thriller di Joseph Mankiewicz, l’Amore tra le rovine (Love Among the Ruins, 1975) con Katherine Hepburn di George Cukor, il nazista che tortura Il maratoneta (Marathon Man, 1976) di John Schlesinger, o il diabolico dottor Mengele de I ragazzi venuti dal Brasile (The Boys from Brazil, 1978), di Franklin J. Schaffner, persino Zeus nel mitologico Scontro di Titani (Clash of the Titans, 1981), di Desmond Davis.
Bunny Lake E scomparsa (Bunny Lake Is Missing, 1965), regia di Otto Preminger
Oltre ad essere il più giovane attore nominato Knight Bachelor (Cavaliere) nel 1947, Olivier è anche il primo attore a ricevere il riconoscimento di pari del Regno nel 1970, nominato Barone Olivier di Brighton nella contea del Sussex, e insignito dell’Order of Merit nel 1981. Riceve il titolo di baronetto per la direzione della fondazione del Royal National Theatre, e in suo onore, nel 1984 The Society of London Theatre cambia nome in Laurence Olivier Award (Premio Laurence Olivier).
Il Maratoneta (Marathon Man,1976), regia di John Schlesinger
Il riposo eterno delle spoglie mortali di Lord Olivier è custodito nell’angolo dei poeti dell’Abbazia di Westminster a Londra. Quindici anni dopo la sua morte però, Olivier ri-apparve nel film di fantascienza Sky Captain and the World of Tomorrow (2004) di Kerry Conran, grazie all’uso di tecnologie digitali, grafica computerizzata e alcuni filmati realizzati d’archivio.
Io mi fermo al suono del trapano, e lascio a voi l’onere e l’onore di proseguire il viaggio nel video, tra film, locandine, personaggi e fotografie, che potrebbe portarvi ovunque, magari dove sono andati a parare studi e biografie, come quella di Michael Munn, che dipinge Olivier come spia per i servizi segreti britannici durante la Seconda Guerra Mondiale, per sensibilizzare l’ambiente cinematografico statunitense sulla necessità di intervenire contro la Germania nazista.