Epic – Il mondo segreto: Recensione in Anteprima
Una foresta contesa tra il Bene e il Male; un’avventura dal taglio epico; alcuni personaggi irresistibili. Questo è Epic – Il mondo segreto, in uscita nelle nostre sale la prossima settimana.
Dopo il modesto ma spropositatamente fruttuoso L’era glaciale 4 – Continenti alla deriva, i Blue Sky Studios tornano con una proprietà intellettuale nuova di pacca. Un rischio che, anche alla luce del successo riscosso da Rio (per cui è già in lavorazione un seguito), valeva assolutamente la pena correre e che, pure stavolta, ha pagato. Epic – Il mondo segreto tiene alta la bandiera del cinema di animazione, mantenendo quel livello che negli ultimi anni va assestandosi su frequenze piuttosto alte – salvo alcune ovvie eccezioni.
Qui veniamo catapultati all’interno di un mondo minuscolo, a misura d’insetto verrebbe da dire. Ogni cento anni la regina della foresta deve passare il testimone ad un’altra creatura, seguendo un rito oramai consolidato. Da lei dipende la salvaguardia di ogni cosa nel mondo attraverso cui si estende la sua reggenza: gli alberi, le piante e quindi le varie specie che abitano tale luogo contano su di lei per un’esistenza serena e pacifica. Ma come sempre c’è qualcuno a cui tutto ciò non sta bene, i cui sforzi sono mirati al disfacimento se non alla distruzione.
In realtà, grazie al cielo, il seppur semplice incipit di Epic appare leggermente più corposo di così. Marie Katherine (Amanda Seyfried) ha da poco perso la madre, dunque decide di trasferirsi in un luogo avulso dalla frenesia urbana, dove suo padre, il professor Bomba, (Jason Sudeikis) si è “rintanato” per compiere le sue ricerche: oggetto di tale instancabile lavoro è il desiderio di dimostrare al mondo l’esistenza di un microscopico ecosistema popolato da esseri altrettanto minuscoli. Tutto troppo assurdo per M.K., che profondamente sconfortata dalla maniacale dedizione del padre, decide di tornarsene in città. Ma il destino ha in serbo per la scettica giovane tutt’altra sorte: rimpicciolitasi a seguito di un triste incidente, toccherà a lei portare a termine la missione che oppone i Leafmen – una specie di guardiani della foresta, guidati dal cavalleresco Ronin (Colin Farrell) – ai Boggan, un’orda devastatrice condotta da Mandrake (Christoph Waltz). Pomo della discordia, il baccello da cui sorgerà la nuova regina.
Al fine di improntare con maggior chiarezza la nostra disamina, il titolo della pellicola ci torna senz’altro utile. Sì perché «epico» non è solo il nome, bensì il tenore di un’avventura improntata proprio su certi stilemi omerici, da allora mai sopiti. Un lavoro di encomiabile fattura, che parte da una sceneggiatura oltremodo equilibrata, capace di alternare più momenti senza troppo calcare la mano in nessun caso. In e con Epic si ride, ci si diverte, ci si emoziona, ci si commuove. Merito anche di alcuni personaggi davvero riusciti; su tutti Mub e Grub, duo esplosivo (composto da una chiocciola ed una lumaca) su cui viene caricato quasi l’intero peso della verve comica del film. Ottimo anche Steve Tyler nei panni del saggio bruco Nim Galuu, oltre che tutti i protagonisti – anche se al Mandrake di Waltz tendiamo ancora a preferire il Pitch di Jude Law ne Le 5 leggende – peraltro, nota a margine, i due film sono tratti da due storie del medesimo scrittore, ossia William Joyce.
Paragone, quest’ultimo, tirato fuori non a caso ed al quale integriamo pure un’ulteriore menzione. Nonostante di recente I Croods si siano infatti distinti da un punto di vista squisitamente tecnico, restano comunque un gradino sotto rispetto ad Epic, nonostante l’intatto primato circa una sorta di ipertrofia cromatica che in quest’ultimo manca. Alla densa e tutt’altro che omogenea tavolozza del film DreamWorks, infatti, Epic oppone un lavoro più performante in termini di mera forza brutta: ciò significa volti un po’ meno anonimi, ed in generale una cura maggiore per certe animazioni. Tuttavia, e qui torniamo alla prima menzione “estranea”, resta intoccabile la magnificenza visiva de Le 5 leggende, che dalla sua ha comunque uno script ben diverso nonché più aperto a certe stravaganze rispetto al film in esame, fermo restando un 3D ancora troppo scuro per i nostri gusti.
Ciò non toglie che l’opera dei Blue Sky Studios riesca a distinguersi per altre componenti, come le brevi ma intense sequenze di battaglia, oltre che un’atmosfera ed uno spessore emotivo davvero coinvolgenti. Ritroviamo inevitabilmente, qui come altrove, certi ineludibili leitmotiv, che nel caso in questione potremmo banalmente riassumere in un modo di dire come «il vino buono sta nella botte piccola», oppure configurabili in quegli scenari in cui due specie, quali che siano, partano da una base di forte diffidenza, per rendersi poi conto di non essere così distanti, anche a dispetto delle palesi differenze. Non manca un certo sfrontato sentimentalismo, richiamato all’inizio da certe battute della regina – che invita il sin troppo serio Ronin a dare ascolto alle proprie emozioni -, cui fa il paio quella convulsa parte finale, in cui il professor Bomba si libera di tutte le sue cianfrusaglie tecnologiche affidandosi ad un misto di intuito/sensazione.
Ma queste altro non sono che speculazioni, buone per chi non si “accontenta” di quanto il film riesce a restituire senza il bisogno di ricorrere a tali misure vagamente intellettuali. Perché, come già ravvisato, Epic si comporta più che dignitosamente già in superficie, trascinando grandi e piccini all’interno di una piccola-grande Odissea capace di intrattenere e destare l’attenzione anche dei più duri. Con gli occhi di un bambino, un’appassionante e divertente avventura; con gli occhi di un adulto, beh… magari un’appassionante e divertente avventura.
Voto di Antonio: 8
Epic – Il mondo segreto (Epic, USA, 2013) di Chris Wedge. Con Beyoncé Knowles, Colin Farrell, Johnny Knoxville, Amanda Seyfried, Josh Hutcherson, Aziz Ansari, Steven Tyler, Judah Friedlander e Jason Sudeikis. Nelle nostre sale da giovedì 23 Maggio.