Addio a Rossella Falk, l’ultima diva
Si è spenta ieri all’ospedale San Giovanni di Roma una delle più grandi attrici italiane del ‘900.
Rossella Falk, nata Rosa Antonia Falzacappa, si è spenta ieri all’ospedale San Giovanni di Roma a 86 anni, dopo una lunghissima e proficua carriera iniziata negli anni ’40 e proseguita con successo dal dopoguerra ad oggi. Tennesse Williams, Ibsen, Pirandello, Checov, Goldoni, Dumas (come nel video): la Falk si confrontò con tutti i grandi autori del teatro contemporaneo, spaziando dalla commedia ma con una decisa predilizione per i ruoli drammatici, come negli Spettri di Ibsen.
Iniziò a teatro nel ’49, con il classico pirandelliano Sei personaggi in cerca d’autore, e l’anno successivo esordì al cinema con una particina in Guarany di Riccardo Freda: da lì in poi, mentre calcava regolarmente i palcoscenici più importanti d’Europa, la Falk si concedeva anche a fruttuose collaborazioni con il grande schermo di cui la più famosa rimane indubbiamente l’interpretazione di se stessa in 8 e 1/2 di Federico Fellini al fianco di Mastroianni e della Cardinale.
L’anno seguente lavorò con Nanni Loy nel film a episodi Made in Italy, con attori del calibro di Sordi, Mandredi e Fabrizi, mentre nel ’68 fu chiamata a Hollywood dal visionario Robert Aldrich ed ottenne una parte ne Quando muore una stella. Da lì in poi la sua collaborazione col cinema si fece ancora più assidua fino all’inizio degli anni ’70 quando, dopo una serie di pellicole drammatiche, interruppe il suo sodalizio col grande schermo per dedicarsi totalmente al teatro.
Sarebbe tornata nell’88 ne I giorni del commissario Ambrosio di Sergio Corbucci, ultimo film Italiano come protagonista di Ugo Tognazzi: da lì in poi solo un’apparizione nel ’95 in Storie d’amore con i crampi e e Non ho sonno di Dario Argento (2000).
Era stata definita la Greta Grabo italiana per l’intensità drammatica delle interpretazioni e la bellezza algida: nel 2006 uscì la sua autobiografia, L’ultima diva, titolo assolutamente calzante; la Falk era una diva nel senso classico del termine, non una semplice attrice. Aveva frequentato il bel mondo, parlava fluentemente quattro lingue, conosceva Tennessee Williams, Jean Cocteau e Peter O’toole. Disse di sé stessa in un’intervista:
“Fin dai primi momenti della mia carriera mi sentivo guardata in un certo modo, quasi con soggezione. Mi vedevano alta, regale, con un portamento naturale che sembrava mettere in riga la gente. Entravo in scena, o in una stanza, e mi rimiravano come la Madonna.”
I funerali si terranno martedì 7 maggio alle 15.30 presso la Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo a Roma.