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Festival di Cannes 2013: Nicoletta Braschi nella giuria Cinéfondation

L’attrice e produttrice nella giuria presieduta dalla regista Jane Campion

pubblicato 20 Aprile 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 15:34

Steven Spielberg Presidente del 66° Festival di Cannes da un lato, Jane Campion a presiedere la giuria Short Films and Cinéfondation. Il primo non ha certo bisogno di presentazioni essendo uno degli uomini, non solo registi, più famosi al mondo, la seconda, per chi non rammentasse, ha diretto film del calibro di Lezioni di Piano (con Harvey Keitel e Holly Hunter, Palma d’Oro nel ’93) e Holy Smoke (sempre con Keitel accompagnato da Kate Winslet). Tra i giurati che coadiuveranno la regista neozelandese un poker di artisti a dir poco cosmopolita, composto dall’etiope Maji-da Abdi, l’indiana Nandita Das, il turco Semih Kaplanoglu e, last but not least, Nicoletta Braschi, attrice e produttrice, nonché musa ispiratrice e compagna di Roberto Benigni.

Il turco è un regista pluripremiato, grazie anche alla cosiddetta Yusuf’s Trilogy, idem l’attrice e regista indiana, meno conosciuta l’attrice etiope, ma con un curriculum di tutto rispetto. Nicoletta Braschi è stata un punto fisso della cinematografia italiana degli anni ’90, con una carriera lanciata soprattutto dai successi diretti dal più conosciuto marito: Johnny Stecchino (1991), Il Mostro (1994), fino al capolavoro del genio di Manciano, La vita è bella (1997), con cui la coppia commosse il mondo intero grazie alla loro interpretazione così toccante e insieme colma di tenerezza di una famiglia coinvolta nell’Olocausto.

Poi il flop di Pinocchio nel 2003, ambiziosa ricostruzione filmica delle famose avventure del burattino collodiano (2002) dove la Braschi fu artefice di una prestazione piuttosto fredda e impersonale, tanto da ricevere poco lusinghiere critiche nonché dando adito a una famosa parodia di una nota comica italiana. Da lì in poi Mi piace lavorare (Mobbing), della Comencini, che incassò poco più di 200 mila euro al botteghino e infine il poetico La tigre e la neve, ancora di Benigni, sulla tragedia del conflitto Iraqeno. Da lì in poi il nulla. O quasi.

Inutile rinfocolare una ormai ventennale querelle sulle sue doti attoriali, che hanno sempre trovato non pochi denigratori, oppure sul suo presunto vivere di luce riflessa, grazie al cospicuo e multiforme talento dell’istrionico consorte, ma trovarla tra i giurati di Cannes (e fu già nel 2002 in giuria a Berlino) potrebbe forse far emergere qualche perplessità e magari anche il dubbio che non sia, in un così importante evento, una delle attrici più rappresentative del cinema italiano. Il mondo del cinema è crudele forse, ma invito i lettori a digitare “Nicoletta Braschi attrice” sul famoso motore di ricerca con le due “O” e vedere quali termini di ricerca vengono consigliati…

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