Cemetery of Kings: il regista thai Apichatpong Weerasethakul prepara due nuovi film
Ancora sogni, fantasmi e ricordi nel cinema ostico ed ipnotico del regista thailandese Apichatpong Weerasethakul, vincitore della Palma d’oro 2010 per “Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti”. Il regista sta preparando infatti i suoi prossimi due film: “Cemetery of Kings”, già in fase di finanziamento, e un lavoro senza titolo da girare in Bangladesh…
I film di Apichatpong Weerasethakul, dicono i maligni, sono tanto difficili quanto il suo nome. Metodo piuttosto sbrigativo ed infantile per cestinare i lavori di un autore certamente ostico, ma tra i più personali e stimolanti degli ultimi anni. Tra sogno, realtà e Storia, il cinema di Weerasethakul chiede sempre allo spettatore una pazienza infinita, ma chi vuole farsi cullare in modo ipnotico e farsi scuotere dalle sue opere viene poi ricompensato.
Premiato da un coraggiosissimo Tim Burton al Festival di Cannes 2010, il regista thailandese non gira un film proprio dall’opera con cui vinse la Palma d’oro: il suo capolavoro, Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti. Sono passati tre anni, ed è vero che l’autore non ha più girato un lungometraggio. Ma non è certo stato con le mani in mano durante questa “pausa”:
Non sono sicuro si possa definire una pausa, davvero, anche se è ciò che qualcuno ha detto. Ho diretto cortometraggi, curato un festival, fatto il giurato ad un festival, curato qualche installazione, e sono stato occupato ad allevare due cani. Il che è davvero un gran lavoro.
Weerasethakul è in questi giorni al Filmart, il mercato cinematografico e televisivo di Hong Kong, proprio per presentare il suo prossimo film, che ha già un titolo bellissimo: Cemetery of Kings. La storia si svolge in un piccolo villaggio sul fiume Mekong (ricordiamo che il regista ha presentato a Cannes 2012 il suo sperimentale Mekong Hotel), nel nord della Thailandia. Qui ventisette soldati vengono colpiti da una strana malattia del sonno… Questa la prima, lunga sinossi, che contiene grossi spoiler:
In un piccolo villaggio della Thailandia, ventisette soldati vengono colpiti da una strana malattia del sonno. Una scuola elementare abbandonata viene usata per ospitarli. Jenjira Widner, una donna thailandese di mezza età, sposata con Frank, un soldato americano in pensione, fa da volontaria per prendersi cura dei soldati addormentati. Inizia a sentire un certo interesse per Itta, che non ha nessun parente che lo viene a visitare.
Nella biblioteca pubblica, Jenjira incontra due fantasmi che le parlano di un cimitero per i re che sarebbe sepolto sotto la scuola/ospedale. Allarmata, Jenjira si sente ancora più vicina ad Itta. Allo stesso tempo, s’innamora del giovane soldato. Suo marito Frank s’insospettisce.
La paura e la confusione di Jenjira generano uno strano sogno che la donna condivide con Itta, un sogno che ha a che vedere con una creatura non identificata sulla sponda del fiume Mekong. La sua carcassa la guida verso la fidanzata immaginaria di Itta, Phon, che rivitalizza la donna attraverso la forza della poesia e del ricordo. Sulla costa, Jenjira riesce a far diventare “realtà” la fantasia di avere un giovane uomo che le chiede il suo amore. Non lontano, l’animale viene fatto a pezzi: il suo ventre è pieno di calendule in diverse fasi di degrado.
Sì: sarà proprio un film di Apichatpong Weerasethakul. Anche se il regista già pensa a cambiare il titolo: politicamente parlando, l’accostamento tra le parole “re” e “cimitero” potrebbe dare fastidio a Bhumibol Adulyadej, re di Thailandia. Jenjira Pongpas interpreterà la protagonista, dopo aver già lavorato con l’autore in Sang sattawat e Lo zio Boonmee. Weerasethakul sta ultimando la sceneggiatura e spera di iniziare le riprese verso fine anno, con un budget di 1 milione di dollari. Uno standard produttivo costante:
Con un budget superiore, non puoi essere flessibile. Trovo che la flessibilità sia un modo per lavorare serenamente. Dipende anche dal progetto: il film successivo sarà più ambizioso in termini di finanziamento.
Si tratterà del suo primo film girato fuori patria, in Bangladesh:
Negli ultimi sei mesi ho lavorato al Sharjah Biennial [evento artistico degli Emirati Arabi, dove il regista è stato premiato con il Sharjah Biennial Prize, ndr]. Assieme al mio compagno abbiamo creato un’installazione su un ragazzo del Bangladesh che abbiamo avuto modo di conoscere, e ne sono davvero intrigato. Il paesaggio, i monsoni e la gente: è un’ambientazione decidamente attiva e potente.
Fonti: Hollywood Reporter e The Film Stage