E’ morto Richard Griffiths, zio di Harry Potter
40 anni di carriera alle spalle ed essere ricordato per un solo ruolo. Quello dello zio di Harry Potter. E’ morto il 65enne Richard Griffiths
Le nuove generazioni hanno imparato a conoscerlo e ad amarlo grazie all’odioso ruolo dello zio Vernon, nella serie cinematografica di Harry Potter. Peccato che il britannico Richard Griffiths, morto ieri all’età di 65 anni, abbia fatto anche, se non soprattutto, molto altro.
Deceduto a seguito di alcuni complicazioni dopo un difficile intervento al cuore, Griffiths conosceva bene il linguaggio dei segni, essendo cresciuto con due genitori sordi. Celebre soprattutto a teatro, in 40 anni di carriera ha vestito i panni più differenti. L’esordio al cinema nel 1975, con It Shouldn’t Happen to a Vet, per poi volare sul set di Superman 2, presenziare nel leggendario Momenti di gloria, tornare agli Oscar grazie a Gandhi, prendere parte a Gorky Park, Shakespeare a colazione e Cara, insopportabile Tess, nel 1994.
Prestato anche alla commedia ancor più demenziale con Una pallottola spuntata 2 e 1/2: l’odore della paura e Austin Powers: La spia che ci provava, Griffiths incrocia Burton nel 1999 con Il mistero di Sleepy Hollow, confermandosi come uno degli attori inglesi più talentuosi del piccolo e grande schermo. Fino al 2001, quando Chris Columbus lo sceglie per interpretare il grosso, grasso ed antipatico Vernon in Harry Potter e la pietra filosofale. Qui, per tutti, Richard cambia ‘volto’, diventando semplicemente lo Zio del maghetto.
Nel 2008 insignito dalla Regina Elisabetta con un Obe, l’attore ha girato il suo ultimo film nel 2011, grazie a Martin Scorsese, con Hugo Cabret. Fino alla morte choc di ieri, a cui Daniel Radcliffe, suo giovanissimo ‘nipote’ cinematografico per un decennio, ha così reagito.
“Richard mi è stato vicino durante due dei più importanti momenti della mia carriera. Nell’agosto del 2000, prima ancora che iniziassero le riprese di Harry Potter, girammo una inquadratura fuori dalla casa dei Dursley, la mia prima inquadratura come Harry. Ero molto nervoso e lui mi aiutò molto. Nel 2007, organizzammo insieme la rappresentazione di Equus. Era la mia prima volta sul palco teatrale, ed ero terrorizzato, ma il suo incoraggiamento, la sua protezione e il suo umorismo hanno reso questa cosa una gioia. In effetti, ogni volta che entrava in una stanza la gioia e il divertimento raddoppiavano anche solo per la sua presenza. Sono fiero di poter dire di averlo conosciuto”.
Fonte: Guardian