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Calciomercato, le trattative al cinema: L’allenatore nel pallone

L’allenatore nel pallone e i segreti del calciomercato

pubblicato 31 Gennaio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 18:02

Calcio e cinema, un connubio che su grande schermo si è espresso su diversi piani esplorando il mondo del pallone da molteplici punti di vista, a partire da quello dei tifosi (Eccezzziunale…veramente, Febbre a 90°, Ultrà) passando per i grandi campioni (Best, Maradona la mano de Dios), le partite storiche (Italia-Germania 4-3), le società sportive (Il presidente del Borgorosso Football Club, Ultimo minuto), i calciatori (Goal!, Fuga per la vittoria), gli arbitri (L’arbitro con Buzzanca) e naturalmente gli allenatori, con I due maghi del pallone con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia e l’intramontabile L’allenatore nel pallone, che nel lontano 1984 vedeva protagonista un memorabile Lino Banfi nei panni dell’allenatore Oronzo Canà.

E’ proprio nel film di Sergio Martino del 1984, ormai divenuto un cult per i fan di Banfi, che si concentra tutto l’immaginario a sfondo calcistico transitato su schermo attraverso la commedia italiana, il film pur ironizzandoci sopra è un sentito omaggio al mondo del pallone che viene mostrato come in un rutilante e farsesco “dietro le quinte”. Il Canà di Banfi debitore dell’Albertone nazionale del Borgorosso football Club, già dall’ingaggio a mister della Longobarda fresca di promozione in serie A, si trova alle prese con una dirigenza che cela altarini e intrallazzi vari, con tutto il repertorio di presidenti “maneggioni”, giocatori compiacenti e tutto il teatrino che purtroppo anche chi non segue il calcio, ma segue la cronaca conosce bene.

Una delle parti più riuscite della pellicola, ricca di comparsate (nel film troviamo giocatori, telecronisti, allenatori e giornalisti sportvi), è l’incursione di Canà con il presidente della Longobarda, il losco commendator Borlotti, in una sorta di sancta sanctorum del calciomercato, per intraprendere una campagna acquisti che sembra una partita a figurine. Infatti in una location non ben identificata Borlotti si aggira da una sala riunioni all’altra farneticando di improbabili acquisti di campioni che fanno esaltare Canà che già sogna di applicare la sua “Bizona” a suon di fuoriclasse.

il film giocando sulla parte della compravendita che riguarda il prestito e la compartecipazione del cosiddetto cartellino dei vari giocatori, ci mostra una serie di acquisizioni all’insegna dell’improbabile puntate a disorientare l’ignaro Canà, si parte da Michel Platini per arrivare a Rummenigge e addirittura a Maradona, tutto per riuscire a cedere nella confuzione le punte di diamante della Longobarda e fare così gli interessi del Borlotti, che non intende restare in Serie A a spender soldi e perder partite.

Sempre riguardo al calciomercato una delle figure che ritroviamo in questo film è quella dell’osservatore sportivo, Canà rimasto senza gjocatori di punta a causa della sconsiderata campagna acquisti del suo presidente si reca in Brasile per reclutare qualche nuovo talento, qui finisce nelle mani di due intrallazzatori tale Bergonzoni e il suo socio Giginho, interpretati dal duo comico Gigi e Andrea che tra tra l’altro un anno dopo, sempre diretti da Sergio Martino, torneranno a recitare stavolta da protagonisti in un’altra commedia a sfondo calcistico, Mezzo destro mezzo sinistro – 2 calciatori senza pallone.

Saranno proprio questi due scalcinati talent-scout che involontariamente faranno ingaggiare a Canà un vero talento, il brasiliano Aristoteles (Urs Althaus) che rappresenta il sogno di ogni presidente, scovare una gallina dalle uova d’oro il cui valore e costo non risenta degli effetti del calciomercato, non solo una macchina da goal, ma un vero e proprio assegno in bianco da sfruttare come risorsa sportivo/economica, magari con qualche prestito mirato. Il problema è che il presidente della Longobarda non vuole campioni, ma solo tornare in serie B e l’arrivo di Aristoteles e le vittorie che ne seguranno metteranno la panchina di Canà a rischio, ma alla fine la salvezza della squadra e l’orgoglio di allenatore prevarranno sulle intimidazioni e Canà vittorioso sarà portato in trionfo dai tifosi della sua squadra.

Concludiamo spendendo qualche parola sul sequel L’allenatore nel pallone 2 che nel 2008, a ventiquattro anni dall’uscita dell’originale, ha visto riuniti il regista Sergio Martino e Lino Banfi per raccontarci cosa è successo a Oronzo Canà dopo la vittoria della Longombarda e il suo esonero, Una confessione di Canà in tv scatenerà una bagarre che costringerà il figlio del Borlotti e il suo socio russo Ramenko, attuali proprietari della Longobarda, a riassumere il vecchio allenatore che si ritroverà così con gli stessi identici problemi affrontati nel passato con l’aggiunta di nuovi come i capricci della Borsa, capitali esteri di dubbia provenienza e calciatori distratti da gossip e veline.