Kiki – consegne a domicilio: trailer italiano, poster, recensione e curiosità del volo di Miyazaki
Il 24 Aprile 2013 Lucky Red porta finalmente anche nei nostri cinema, Kiki – consegne a domicilio (Kiki’s Delivery Service – Majo no Takky?bin – ?????? – Giappone, 1989, animazione) di Hayao Miyazaki, atteso per 25 lunghi anni.
Dopo aver volato di nuovo con Il Castello Errante Di Howl, trasmesso su Rai Gulp insieme alle incantevoli avventure della pesciolina Ponyo sulla scogliera di Hayao Miyazaki, mi concedo altra magia dello <a href="Studio Ghibli, aspettando la streghetta Kiki portata sul grande schermo da Lucky Red mercoledì 24 aprile 2013. (Lunedì 29 aprile 2013 alle 21.00 anche all’UCI Cinemas Milano Bicocca)
Un volo di fantasia del maestro Miyazaki, che arriva dal passato viaggiando su una scopa, in dirigibile e la bicicletta modificata da un giovane e ingegnoso appassionato, anticipati dal trailer italiano, insieme all’atmosfera che accompagna il percorso di formazione di una bambina che impara cosa significa diventare adulti.
Cavarsela in mezzo al traffico della città e della vita, imparare a distinguere le persone buone da quelle meno buone, soprattutto saper gestire le proprie qualità, non è facile neanche per una giovane strega come Kiki, capace di volare su una scopa e parlare con il suo gatto nero Jiji, per questo a 13 anni, seguendo l’antica tradizione di famiglia del noviziato necessario per diventare strega, intraprende un viaggio iniziatico che la porta a sud, in una città che guarda il mare, dove vive tante avventure e qualche imprevisto, facendo consegne a domicilio.
Una professione che diventa un destino e il titolo del romanzo scritto dalla celebre Eiko Kodono nel 1985, Majo no Takky?bin (??????), pubblicato in Italia come Kiki’s Delivery Service – Kiki – consegne a domicilio da Kappa Edizioni nel 2002, insieme al sequel “I nuovi incantesimi di Kiki”. Un romanzo che già nel 1987 venne sottoposto alla Tokuma dal gigante delle consegne a domicilio Yamato Takkyubin, con un gatto nero per logo, ma solo nel 1989, su pressione di Toshio Suzuki, Hayao Miyazaki accettò di adattare, dirigere e produrre per il grande schermo con lo Studio Ghibli, fondato dallo stesso nel 1985 con l’amico e collega animatore Isao Takahata.
Il risultato ottenne subito un gran successo, e a fronte degli 800 milioni spesi per la realizzazione, incassò 2 miliardi e 170 milioni di Yen in solo 77 giorni di programmazione nelle sale giapponesi, scalando la vetta dei film di animazione con incassi così elevati. Una pregevole storia fantastica che si nutre di valori reali come l’essere che vince sull’apparire, l’amicizia, l’amore, l’indipendenza, e dopo 24 anni è pronta a tornare sul grande schermo dei cinema italiani, distribuita da Lucky Red il 24 Aprile 2013, proseguendo la gradita operazione di recuperato del catalogo Ghibli, che ci ha già estasiato con Laputa – Il Castello nel Cielo lo scorso 25 aprile, e La Collina dei Papaveri di Goro Miyazaki il 6 novembre. Per ingannare l’attesa i tempi sono quindi maturi per iniziare il viaggio con Kiki, approfittando della nostra recensione a 25 anni di distanza e qualche curiosità, il poster, il trailer originale e quello sottotitolato, qualche foto …
Il 5° film di animazione dello Studio Ghibli resta a distanza di mezzo secolo una notevole prova d’artista, con Kazuo Oga alla testa della squadra di disegnatori dei fondali, lo sguardo di Miyazaki su un universo senza tempo, il tratto personalissimo e ben riconoscibile, l’uso di ben 462 colori che non sono gli unici responsabili dell’atmosfera distesa e positiva che ispira.
La caratteristica città portuale di Koriko affacciata sul mare, scelta da Kiki per il suo anno d’apprendistato lontano da casa, è ferma in una dimensione fantastica e fuori dal tempo, lontana da guerre calde e fredde, per quanto sono riconoscibili le influenze, anche architettoniche, di città tipicamente europee come le svedesi Stoccolma e Visby, ma anche Lisbona, Parigi, San Francisco e Milano, visitate dal team di lavoro in fase di pre-produzione.
Se la dote più straordinaria di Kiki è l’umanità, un gran cuore e l’entusiasmo pronto ad usare la magia per il bene comune, la vera magia dell’animazione si scorge nel buonumore generoso di Osana la panettiera e del suo compagno senza parole, capace di esprimersi con l’arte nel pane. Accelera ad ogni pedalata di velivoli a propulsione muscolare, e con l’ingegno appassionato di chi si prodiga e ostina per rendere il volo più di un sogno o una magia.
É in quadri che fluttuano in una dimensione incantevole che avrebbe sedotto Chagal, realizzati da pittrici solitarie che vivono nel bosco con i corvi, negli ingredienti di una torta al cioccolato ,impastata da una nonna dolce con una nipote che non lo è affatto, nella passione per l’avventura di una vecchia governante, nei gesti protettivi di un grosso cane che ricorda quello di Haidi, nelle fusa tra un gatto nero e uno bianco, nel percorso di formazione di una bambina che impara cosa significa diventare adulti.
Un percorso di crescita non privo di crisi e imprevisti, ma perfettamente in armonia con l’ordine naturale delle cose, compresa la magia, la capacità di volare su una scopa e all’occorrenza su uno spazzolone, il rischio di perdere tutto dando più ascolto alla testa che al cuore.
Una dimensione armoniosa e contagiosa, pronta ad alternare gioia e malinconia, entrando in sintonia con i valzer della città e il violino che accompagna il volo, dal prologo di Rouge no Dengon suonato dalla radiolina, all’epilogo di Ysashisa ni Tsusumaretanata, entrambe di Yumi Arai, nella colonna sonora di Joe Hisaishi, affiancato da Isao Takahata alla direzione del sonoro.
L’animazione in realtà non arriva per la prima volta sui nostri schermi, visto che qualcuno l’ha vista nel 2004 (il 5 giugno) durante una rassegna dedicata al regista, realizzata in collaborazione con il Festival Alice nella città di Roma, nella versione italiana distribuita dalla Buena Vista Home Entertainment a partire dal 13 novembre 2002. E ancora, al Festival Internazionale del Film di Roma 2010, in una versione originale con sottotitoli italiani e un nuovo adattamento a cura di Gualtiero Cannarsi.
La versione inglese distribuita da Disney anche in una una Special Edition per l’home video, ha debuttato al Seattle International Film Festival il 23 maggio del 1998, inaugurando la partnership tra The Walt Disney Company e Studio Ghibli, con alcune modifiche, comunque approvate da Miyazaki e lo Studio Ghibli.
Modifiche che vanno dalle aggiunte alla partitura musicale, al cambiamento della voce del gatto, da femminile a maschile, oltre che più cinica e sarcastica di quella giapponese, oltre a cambiamenti dettati dal target di riferimento, i bambini americano, che trasformano il caffè offerto a Kiki dalla signora Osono la panettiera in cioccolato caldo, e senza bisogno di magia. Tutto questo, in ogni caso, non ha impedito ai cristiani conservatori del Concerned Women for America di boicottare l’animazzione giapponese accusando la Disney di ripristinare la stregoneria.
Alle stesse probabilmente è sfuggita la chiave fantastica usata per esaltare i sentimenti ‘femministi’ di una tredicenne pronta a rinunciare alla protezione di una famiglia, e del padre, per guadagnarsi il suo posto e il rispetto nel mondo, lavorando.
Tra progressisti e conservatori, chi ne scorge le peculiarità e il valore della sperimentazione, e chi la ritiene una prova minore di Miyazaki e lo Studio Ghibli, le consegne a domicilio di Kiky restano un’opera di animazione pluripremiata nel 1990, con un Popularity e uno Special Award agli Awards of the Japanese Academy, un Readers’ Choice Award ai Kinema Junpo Awards a Hayao Miyazaki come “Regista del Miglior Film Giapponese” e ai Mainichi Film Concours come “Migliore Film d’Animazione”.
Questo rito di passaggio dall’infanzia all’età adulta, restituito in modo leggero, ma niente affatto superficiale, dal grande Miyazaki, ovviamente può solo migliore con il digitale di una versione Blu-Ray, come quella disponibile dal 5 dicembre 2012 in Giappone, speriamo presto anche alla nostra portata.
Se praticate la caccia al cameo provate ad avvistare quello di Hayao Miyazaki nelle vesti di spazzino, che presta lo spazzolone alla piccola Kiki pronta a salvare il suo amico Tombo, tanto appassionato di volo da essere finito appeso al dirigibile in avaria.
Le immagini di questa segnalazione arrivano dall’universo social, soprattutto da Studio Ghibli Italia, perfetto per continuare questo viaggetto. Cercando un po’, on line si trovano tante versioni dell’animazione, anche quella italiana che purtroppo partendo dall’edizione americana presenta analoghe distanze dall’originale. Basta fare la ricerca usando uno dei tanti titoli con il quale è conosciuto in giro per il mondo.
Kiki Cô PHU Thuy NHO (Vietnamese)
Kiki Den Lille Heks (Danese)
Kiki la petite sorcière (francese)
Kiki – Consegne a domicilio (italiano)
Kiki Vliegende Koeriersdienst (olandese)
Kiki, un Aprendiz de Feiticeira
Kiki, Entregas a Domicilio (spagnolo)
Kikis Expressbud (svedese)
Kikis kleiner Lieferservice (tedesco)
Majo no Takky?bin (giapponese)
Nicky, La Aprendiz de Bruja (spagnolo)
Podniebna Poczta Kiki (Polacco)
Serviço de Entregas da Kiki (Portoghese)
Strega Corriere Espresso
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Voto di Cut-tv’s: molto alto anche dopo 25 anni, se lo guardate con gli occhi e l’entusiasmo di un bambino.
Voto di Gabriele: 9
Kiki – consegne a domicilio (Kiki’s Delivery Service – Majo no Takky?bin – ?????? – Giappone, 1989, animazione) di Hayao Miyazaki. Uscita in Sala: 24 Aprile 2013.
Via | Lucky Red – 404 – Studio Ghibli – Studio Ghibli Italia