Eyes Wide Shut, la voce della donna misteriosa nella scena dell’orgia è di Cate Blanchett
Leon Vitali, storico assistente di Stanley Kubrick, rivela di chi fosse la voce della donna che si sacrifica per Bill, il personaggio interpretato da Tom Cruise, in Eyes Wide Shut
Davvero non se ne sa mai abbastanza. Nei giorni scorsi Bilge Ebiri ha pubblicato un lungo articolo, sotto forma di oral history (un pezzo che consigliamo caldamente di leggere nella sua interezza, oro per gli appassionati), inerente a certi retroscena di Eyes Wide Shut. Coreografa, compositore, assistente alla regia, attori ed altri ancora hanno dato la propria testimonianza sulla lavorazione dell’ultimo film di Stanley Kubrick.
Tuttavia, tra le tante, interessanti indiscrezioni, ne emerge una che fino a questo momento non era mai venuta a galla. Vi ricordate la donna misteriosa che irrompe nel corso del rito pre-orgia con i partecipanti tutti in maschera?
Ebbene, l’attrice si sa che fosse Abigail Good, la quale, proprio nel corso di questa intervista, ammette che di tutta prima si domandò se sarebbe stata o meno doppiata, dato che non aveva per niente un accento americano.
Anche in questo caso, la risposta la si conosce già. Quel che non si sapeva ce lo dice Leon Vitali, il Lord Bullingdon adulto di Barry Lyndon, divenuto da allora fedele collaboratore di Kubrick.
Si tratta di Cate Blanchett! Era sua la voce. Volevamo qualcosa di caloroso e sensuale ma che al tempo stesso potesse essere parte di un contesto rituale. Stanley aveva parlato della necessità di trovare questa voce e che avesse queste qualità di cui avevamo bisogno. Dopo la sua morte mi sono ritrovato a dover cercare qualcuno. E a dire il vero furono Tom (Cruise) e Nicole (Kidman) che suggerirono l’idea di Cate. In quel periodo era in Inghilterra, perciò ci ha raggiunto a Pinewood ed ha registrato le sue linee di dialogo.
È innegabile avvertire un senso di sorpresa a fronte di una notizia simile, se non altro perché la Blanchett pare non avere mai fatto menzione di questo episodio. Né intendo speculare più di tanto sulle possibili motivazioni, che potrebbero essere molteplici e su cui si può comunque tentare un seppur timido ragionamento. Per esempio, il fatto che l’attrice australiana fosse in ascesa in quel periodo: veniva dal successo di Oscar e Lucinda (1997) e, di lì a poco, Elizabeth (1998) le valse la sua prima nomination agli Oscar.
Insomma, Kubrick è Kubrick, ma l’idea di aver prestato la voce giusto per qualche frase ad un personaggio che compare per poche scene potrebbe essere stato avvertito come svilente per un’attrice in rampa di lancio. Ad ogni modo, concludiamo con un’ultima chicca, qualcosa che solleticherà soprattutto il palato di chi è più avvezzo a certe ricostruzioni “dietro le quinte”, per così dire.
Ed è sempre Leon Vitali. Congediamoci perciò con quest’ultimo suo aneddoto.
Ho speso anni a rispondere a telefonate da parte di fan degli Illuminati, […] Alla prima, forse le prime due chiesi «cosa ti ha fatto pensare che si tratti di un film sull’Illuminati?», finché non ho cominciato a riattaccare il telefono.
Sai, a quanto pare c’è un club Eyes Wide Shut a Los Angeles. Hanno davvero queste donne con le maschere e ragazzi in abito da sera che vanno lì abitualmente da clienti. Io non ci sono mai stato. Si trova ad Hollywood Hills, lì da qualche parte. Quando stavamo girando, qualcuno disse – credo fosse Tom (Cruise) – «pensi che posti del genere esistano davvero?», al che Stanley rispose, «beh, se non esistono, sicuramente esisteranno a breve».