Enrico Vanzina: “Siamo diventati stracult … il grande sconfitto è il film d’autore”
Enrico Vanzina commenta i risultati di Mai Stati Uniti e spiega la situazione del cinema italiano
Questa mattina su Il giornale è uscita un’intervista realizzata da Cinzia Romani ad Enrico Vanzina, autore di Mai Stati Uniti intitolata, con tanto di virgolettato:
«I nostri film fanno schifo? Però siamo sempre primi»
Nel testo questa frase non si trova, quindi c’è da sperare che sia stato il titolatore a riassumere a modo suo il pensiero di Vanzina (c’è da sperare perché, a parte che il concetto di “Siamo sempre primi” è di una tristezza assoluta, non bisogna andare molto indietro per trovare un flop clamoroso – nel 2011 Sotto il vestito niente l’ultima sfilata non incassò in totale nemmeno mezzo milione di euro e nel primo weekend si fermo a 259mila euro -).
I pensieri espressi nell’intervista sono comunque abbastanza inquietanti: secondo Vanzina in Francia o in Spagna gli unici prodotti nazionali che funzionano sono le commedie nazionali (vi prego fate voi la lista dei film che hanno avuto buoni incassi, io mi limito a ricordare l’horror spagnolo REC che ha incassato con tutti e tre i capitoli milioni di dollari in tutto il mondo, così come i film francesi di genere fantastico tratti da Arthur e i Minimei):
D’altronde viviamo in un mondo globale e se non ti aggrappi all’unico genere che ti restituisce la tua identità che fa? … Basta guardare gli incassi in Francia, o in Spagna. Dove vanno bene unicamente le commedie nazionali, nelle quali si parla dell’identità popolare. Si tratta dell’unico margine che ci lascia il cinema globale.
C’è pure una riflessione sui motivi che portano gli italiani a disertare le sale. La giornalista suggerisce due motivi, i brutti film e la crisi, ma il sessantatreenne sceneggiatore e produttore romano, non coglie la palla al balzo e si dedica al film d’autore (genere che storicamente non ha come primo obiettivo quello di riempire le sale):
Diciamolo: il grande sconfitto è il film d’autore. E’ stata una Caporetto, da Bellocchio in poi. Bisognerebbe riflettere meglio su come girare i film d’autore. E pensare che, dietro il film, c’è un pubblico del quale tener conto. Gente che paga il biglietto. Mi fa enormemente piacere che il film di Tornatore abbia, a sua volta, incassato. Anche se non è un film italiano. Ma una storia mitteleuropea, con attori stranieri.
Ma perché, Mai Stati Uniti, non è per loro stessa ammissione una fusione tra il cinema italiano e quello americano? Ok. Andiamo oltre. C’è una motivazione valida, se Mai Stati Uniti ha fatto un buon risultato, ma non ha sfondato (come ci ha raccontato Dr. Apocalypse il film ha vinto il weekend, incassando 2.062.426 €, ma senza convincere appieno):
E’ uscito nel momento dei saldi e delle partite.
C’è una annotazione sui film brutti, quelli fatti in serie:
I numeri, certe volte giocano brutti scherzi. A volte, film brutti fanno soldi e generano numeri. Però, nessuno li va a vedere. Soprattutto i seguiti, dopo il primo film, che ha avuto successo.
I Vanzina, invece, non solo non fanno film brutti, ma nemmeno scemi e sono diventati stracult vincendo definitivamente il pregiudizio:
Che facciamo un genere “scemo”, non lo dicono più. Ormai ci studiano all’Università! Piovono tesi di laurea sui nostri film e gli studenti ci scrivono, per conoscere i segreti del cinema popolare. Siamo diventati stracult. Dopo cento film, dove abbiamo trattato tutti i generi … Alla fine, il numero uccide i pregiudizi.
Se lo dice Enrico Vanzina io ci credo …
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