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Vita di Pi: le recensioni dei critici dagli Usa e dall’Italia

La critica americana e italiana discutono su Life of Pi.

di carla
24 Dicembre 2012 16:02

Ang Lee è tornato al cinema con Vita di Pi, da noi recensito qualche giorno fa. L’avete visto? Vi è piaciuto? Oggi vi regaliamo qualche stralcio di recensioni dall’estero e dall’Italia. Alcuni commenti sono decisamente entusiasti ma c’è anche qualche voce fuori dal coro. Leggete con noi.

    Blake Howard – That Movie Show 2UE: “Vita di Pi è una bella allegoria sul vivere con la fede di fronte a prove insondabili”.

    Tom Hiddleston – Time Out: “Meravigliosamente ambizioso e bellissimo da guardare”.

    Mark Sells – The Reel Deal: “Una meraviglia assoluta per gli occhi”.

    Stephen Carty – Flix: “Una miscela spirituale e magica tra The Millionaire e Cast Away, Vita di Pi è uno dei film più suggestivi dell’anno. Un altro trionfo per Ang Lee”.

    James Kendrick – Q Film Network Desk: “L’effetto è abbagliante e anche mozzafiato, Lee ha saputo fondere lo spirituale e il viscerale, potrebbe essere benissimo il suo capolavoro”.

    Luca Buckmaster – Crikey: “E’ l’equivalente cinematografico del toccare Dio”.

    Diana Saenger – ReviewExpress.com: “Un’avventura intrigante e stimolante”.

    Jason Buchanan – Movie TV Guide: “Un dramma incredibilmente stupendo con un sottotesto ricco spiritualmente”.

    Bob Grimm – Reno News & Review: “Evviva!”

    Dan Kaufman – Paste Magazine: “I temi complessi della spiritualità e della scoperta di sé stessi sono presentati sotto le spoglie di una fantasia accessibile e coinvolgente”.

    Tony Medley – The Tolucan Times: “…una straordinaria avventura allegorica, spettacolare la creazione della tigre del Bengala, uno dei migliori film dell’anno”.

    Lori Hoffman – Atlantic City Weekly: “Una favola, una allegoria religiosa, una festa visiva”.

    Jackie K. Cooper – jackiekcooper.com: “Un film incredibilmente e splendidamente fotografato, e che ti fa discutere per giorni dopo la visione”.

    Ken Hanke – Mountain Xpress: “Un film meraviglioso e frustrante, in egual misura”.

    P. Chris Carpenter: “Profondo, inquietante e ben fatto”.

    Matt Singer – Screen Crash: “Non mi ha convinto nel credere in Dio ma mi ha fatto credere nel potere del cinema”.

    Stephen Silver – Entertainment Tell: “Straordinari effetti visivi con una manciata di momenti davvero grandiosi, ma alla fine semplicemente non si tengono insieme”.

    Mark R. Leeper Movie Reviews & Previews: “Una festa visiva, ben recitata e con un buon uso del 3D ma la storia stessa non raggiunge profondità e sembra invece piatta e un po’ pretenziosa”.

    Robert Roten – Laramie Movie Scope: “Questa stimolante storia di sopravvivenza in alto mare funziona su una varietà di livelli, ma sopratutto si tratta di una festa per gli occhi, ricca di meravigliose e memorabili immagini”.

    Matt Mueller – Total Film: “Un tripudio di colori saturi e di fantasia delirante. Ma è anche una storia semplice, emozionante e delicatamente edificante di un ragazzo, una barca e una tigre”.

    Robert Denerstein – Movie Habit: “Un’esperienza magica”.

    Bill Gibron – PopMatters: “La migliore CGI mai vista in un film moderno di Hollywood”.

    Austin Kennedy – FilmGeekCentral: “Uno dei migliori film dell’anno, lo consiglio vivamente a chi ama il cinema”.

    Joe Morgenstern – Wall Street Journal: “Il film di Mr. Lee è forte come esperienza visiva, soprattutto nel 3d, piuttosto che nella natura emotiva, ma ha un colpo di scena finale che può anche cambiare ciò che credevamo di sapere circa l’antica arte della narrazione”.

    Marc Mohan – Oregonian: “La prestazioni della tigre fa sperare in una categoria di Oscar per gli animali”.

    Bob Bloom – Journal and Courier: “Ang Lee ha realizzato un racconto fantasioso in cui porta gli spettatori in un percorso affascinante, mentre allo stesso tempo mette in discussione la nostra percezione della realtà”.

    Mark McGranaghan – Aisle Seat: “Magnificamente fotografato e pieno di effetti speciali di prim’ordine, Vita di Pi è un film meravigliosamente unico e speciale. Il 3D rappresenta un nuovo standard”.

    Jeanne Kaplan – Kaplan vs Kaplan: “Un affascinante e mozzafiato pezzo del cinema”.

    David Kaplan – Kaplan vs Kaplan: “Meraviglioso da vedere”.

    James Berardinelli – ReelViews: “C’è un pubblico là fuori per questo film, ma la questione è se lo troveranno”.

    Justin Craig – FoxNews.com: “Un quadro elegante”.

    Kirk Honeycutt – Honeycutt’s Hollywood: “Le immagini splendenti del film creano una moderna favola che si protende verso l’ignoto”.

    Clint O’Connor – Cleveland Plain Dealer: “Vita di Pi è magico! Vedetelo in 3-D, se potete”.

    Betsy Bozdech – Common Sense Media: “Una storia bella, intensa ed emozionante sulla fede e l’amicizia”.

    Kirk Baird – Toledo Blade: “Vita di Pi dimostra di avere il cuore di un piccolo film d’arte con le grandi aspirazioni di un blockbuster. E sul grande schermo non c’è nient’altro di simile”.

    Tom Charity – CNN.com: “Ang Lee ha fatto un film coraggioso e meraviglioso, uno dei suoi migliori”.

    Lawrence Toppman – Charlotte Observer: “Il senso di meraviglia è sempre presente”.

    Willie Waffle – WaffleMovies.com: “L’unico modo per godere veramente Vita di Pi è quello di portare una torta con voi al cinema”.

    Richard Roeper: “Uno dei film più importanti degli ultimi anni”.

    Julian Roman – MovieWeb: “Vita di Pi è l’avventura su grande scala, il film più tecnicamente avanzato del 2012”.

    John Hanlon – Big Hollywood: “Un capolavoro visivo che sarà difficile da dimenticare”.

    Dustin Putman – DustinPutman.com: “Uno dei drammi più avvincenti dell’anno”.

    Jack Giroux – Film School Rejects: “Un’esperienza stupefacente”.

    Calvin Wilson – St. Louis Post-Dispatch: “Vita di Pi” è incantevole e ambizioso”.

    Jim Vejvoda – IGN Movies: “Un film visivamente stupendo ed emotivamente potente”.

    Peter Travers – Rolling Stone: “Ang Lee utilizza il 3D con la delicatezza e il lirismo di un poeta. Non solo si guarda questo film, si vive”.

    Caryn James: “Pieno di meraviglie in 3D, ma alla fine non è più di un accomodante film d’avventura”.

    Colin Covert – Star Tribune: “Grandi avventure e puro incanto”.

    Richard Corliss – TIME: “Il realismo magico è stato raramente così magico e mai così reale”.

    Matt Pais – RedEye: “Alla fine diventa una storia pesante, ingannevolmente superficiale”.

    Drew McWeeny – HitFix: Ho trovato straziante l’esperienza nel vedere una storia che è, in ultima analisi, nient’altro che un gioco spirituale delle tre carte”.

    Randy Myers – San Jose Mercury News: Con “Vita di Pi”, Lee supera se stesso, stabilendo senza dubbio un nuovo standard per il 3-D”.

    Mark Ellis – Schmoes Know: “La tecnologia moderna può avere un’anima a condizione che sia nelle mani di un uomo in grado di raccontare una storia in cui possiamo vedere in qualche modo un riflesso di noi stessi”.

    Howard Feinstein – Screen International: “Suraj Sharma, nel suo primo ruolo all’età di 17 anni, è indispensabile per il successo del film”.

    Chris Bumbray – JoBlo: “Un adattamento stupendo. Uno dei migliori 3D che abbia mai visto”.

    Vadim Rizov – Boxoffice Magazine: “Tecnicamente fedele, leggermente coinvolgente e tematicamente pedante”.

    Tom Shone – Guardian [UK]: “Hollywood era in attesa di questo film. Preparatevi per l’anno della Tigre”.

    Jordan Hoffman – Film.com: “Non c’è un momento di noia nel film e ce ne sono circa 300 degni di un Wow”.

    Frederic e Mary Ann Brussat – Spirituality & Practice: “Un dramma potente che ci insegna molto sulla fede”.

    Edward Douglas – ComingSoon.net: “Un film quasi perfetto e destinato a diventare un classico”.

    Maurizio Acerbi – il Giornale: “Pellicola di formazione e di avventura, tra ragione e fede, con finale ambiguo”.

    Dario Zonta – l’Unità: “Vita di Pi segna l’esordio di Ang Lee nel cinema in 3D e vi assicuriamo che è un passaggio che lascia il segno. Chi scrive non ama il 3D per il semplice motivo che spesso è del tutto inutile. Invece Ang Lee riesce davvero a sfruttare appieno la terza dimensione , rendendo dinamico un film che per la maggior parte del tempo vede un ragazzino e una tigre immobilizzati su di una scialuppa. Alcune sequenze sono davvero straordinarie, come quella dei pesci volanti e quella dell’approdo all’isola delle piante carnivore. Per tutto il film senza mai sospendere l’incredulità, ci si chiede come Ang Lee sia riuscito a girare un film come questo. Vedere per credere.”

    Fabio Ferzetti – Il Messaggero: “(…) l’avventura si colora di esperienza mistica, il dolore diventa stupore, la meraviglia trapassa in orrore (e viceversa) (…) Quello che lancia Ang Lee è un messaggio di fede malgrado tutto, o di profonda, inesorabile disperazione? I bei film non danno risposte. Per fortuna.”

    Maurizio Porro – Il corriere della sera: “Il giovane e il mare, per parafrasare Hemingway. Cineasta taiwanese hollywoodiano, apolide e migrante, Ang Lee trova finalmente il «non luogo» ideale nell’oceano Pacifico dove ambienta, claustrofobia al contrario, i 227 giorni alla deriva di un ragazzo indiano che perde in un naufragio i genitori mentre trasferiscono uno zoo in Canada e finisce per restare solo in una scialuppa con Sorella Tigre, senza avere le stimmate francescane. Lee, dopo aver vinto Leoni e Orsi, affronta la regina del Bengala recitata in parte dal vero con quattro esemplari, in parte digitale animatronic. La tigre ringhiava contro il blue screen, ma in 127 minuti si crea un patto di tolleranza da parte dell’adolescente che sposa tutte le religioni con un plus valore spirituale tale per cui l’incidente servirà a spiegargli come trovare Dio o almeno una spiegazione, un passaggio, la scorciatoia. Incantevole, ipnotico e mai turistico nei paesaggi d’acqua che sembrano uguali ma non lo sono – la tempesta, l’arrivo dei pesci volanti tutto con un 3D finalmente essenziale – Lee, tornando in patria, ha in realtà ricostruito alla maniera di Fellini l’oceano in un enorme capannone con 8 milioni di litri d’acqua. Ma dimenticate tutto ciò perché è bello vivere il film in diretta emotiva, non patteggiare il livello di incredulità cinematografica di questa avventura tratta dal best seller omonimo (…) la forza del film è che non è mai retorico, dolciastro, buonista, resta un gradino sopra già in zonamitica o mitologica. Non dubitiamo che all’autore peccatore di Brokeback Mountain sia spuntata l’aureola.”

    Alberto Mattioli – La Stampa:
    “Che ci fanno un ragazzino e una tigre del Bengala su una zattera alla deriva nell’oceano? Un film. Che poi probabilmente sarà anche un film di successo visto che lo firma Ang Lee (…) Apologo ecologista? Favoletta under 18? Solito elogio made in Usa della forza di volontà? Soprattutto, un grande spettacolo.”