Torino Film Festival 2013: Gianni Amelio è “scaduto”. Arriva Gabriele Salvatores?
Gianni Amelio, prima di lasciare la direzione del TTF, attacca il Festival di Roma e le istituzioni.
Gianni Amelio, che ieri in conferenza stampa si è definito scherzosamente “Scaduto come lo yogurt”, lascia la direzione del Torino Film Festival con risultati lusinghieri, almeno a livello numerico (+16,25% gli incassi, +17,8% i biglietti, +14,8% gli accrediti), non senza togliersi qualche sassolino della scarpa. Il regista si prende la sua rivincita nei confronti del Festival di Roma e parla di grande soddisfazione dei suoi numeri rapportati a quelli della kermesse capitolina (fonte Il corriere della sera):
L’aggressività del festival romano è dovuta al potere, al sentirsi più potente di te, hanno sei volte il nostro budget che è di 2 milioni, il denaro ti fa credere che hai diritto a qualcosa di più. Noi abbiamo un’identità, mai avuta la necessità di sovrapporre anime diverse. Dovrebbe far riflettere chi i soldi li ha e li spende in maniera sbagliata.
Amelio prova a zittire tutti coloro che parlano di festival senza glamour ricordando che prima di far passeggiare le star sul tappeto rosso servono soldi e che in questo periodo è meglio investire i fondi in altri settori, più concreti e meno d’immagine (fonte La Stampa).
E’ una fissazione che negli ultimi anni è aumentata e che credo dipenda da un problema più generale, cioè da quello che è diventata la nostra società dove l’immagine conta avulsa dal contenuto, dove vale tutto ciò che appare e brilla, a prescindere da quello che è realmente. In quest’ottica il tappeto rosso si è trasformato in un obbligo, si pensa che gli sponsor vengano attratti più da quello che da un film bello o dalle file di pubblico davanti alle sale. Qualcuno ragiona così: se aumentiamo il glamour forse troviamo più soldi, è un ragionamento tecnico … Per far venire Hoffman a Torino, e io sarei stato felicissimo di averlo, ci volevano circa 80mila euro e noi questi soldi non solo non li abbiamo, ma io penso anche che non sia giusto sacrificarli tagliando altre voci.
Il cineasta, poi, non ha gradito la mancanza di eleganza di certe persone delle istituzioni che hanno parlato di argomenti futuri prima della fine del Festival. Lo ricorda al quotidiano di Torino:
Non è stato un gesto fine sbandierare cose che andavano dette a festival finito.
Dopo averlo già sottolineato in conferenza stampa:
E’ la sorpresa di vedere che in una città di un milione di abitanti ci sono cinque cafoni. Io non devo occupare poltrone.
La mancanza di tatto maggiore, se c’è stata, riguarda in particolare il continuo vociare sul suo successore. Alla guida del Festival dovrebbe arrivare Gabriele Salvatores: il regista, contattato dalla giunta tanto poco cara ad Amelio, dovrebbe firmare, ma prima dell’ufficializzazione aspetta di conoscere il planning del suo L’educazione siberiana.
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