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Roma 2012: Un Enfant de Toi ed Eterno Ritorno Provini – Recensioni in Anteprima

Ultimi film in Concorso al Festival di Roma con Un Enfant de Toi ed Eterno Ritorno Provini

pubblicato 16 Novembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 20:10

La giornata di ieri del Festival Internazionale del Film di Roma non ci ha solamente regalato il più che probabile vincitore del Marc’Aurelio d’Oro, ovvero Roman Coppola, ma anche altri due film ufficialmente in Concorso, ovvero il francese Un Enfant de Toi e il russo Eterno Ritorno: Provini.

Il perché accorpare in un unico post le due recensioni è presto detto. Nessuno dei due titoli, infatti, avrebbe meritato un pezzo ‘singolo’. Per quanto indigeribili. Il tracollo sella sezione principale del primo Festival targato Muller prosegue, tra film brutti e film semplicemente inspiegabili, nella loro presenza ad una manifestazione simile.

L’impressione, giorno dopo giorno, è che l’ex Direttore della Mostra del Cinema di Venezia abbia attuato un vero e proprio ‘suicidio’ d’autore, portando nella Capitale una serie di pellicole che non troveranno mai e poi mai uno straccio di distribuzione. E con merito.


30 minuti dopo il solare, divertente ed originale A Glimpse inside the Mind of Charles Swan III, che ha convinto un po’ tutti durante la proiezione mattutina delle 9, il Festival di Roma ha accolto il secondo film francese in Concorso (lo splendido Populaire è clamorosamente fuori concorso), dopo il delizioso film della Donzelli. Parliamo di Un Enfant de Toi, storia d’amore da 143 minuti. 143 minuti di dialoghi. Sussurati. Senza uno straccio di tappeto musicale. Solo silenzi, e parole. La storia? Due ex, attualmente apparentemente felicemente accoppiati, tornano a vedersi, a stuzzicarsi, a ripensare ai vecchi tempi. Ad unirli, ancora oggi, c’è una figlia di pochi anni. Sono quindi ‘costretti’ a rimanere in contatto. Ma lo fanno con piacere. Estremo ed esplicito piacere. Perché i due tornano a ‘flirtare’, come quando ancora non si conoscevano.

I due fidanzati ‘ufficiali’ del momento inizialmente stanno al ‘gioco’. Li fanno sfogare, fino a quando la situazione non precipita nell’ovvio, grazie anche alla presenza della piccola chiacchierona. Dal punto di vista stilistico, il quasi settantenne Jacques Doillon non da’ spazio ai suoi due protagonisti. Li tallona con la macchina da presa, è la loro ombra. E li incita. A parlare, parlare, parlare. Sussurrando. Del nulla. Il giochino tra il gatto e il topo è stancante, sfiancante, incomprensibile. I due mattatori si fanno odiare, per quanto falsi nei confronti dei rispettivi compagni. Il film si prolunga all’infinito, e senza motivazioni apparenti, tanto da far fuggire decine di giornalisti durante la proiezione stampa.

Palese ma tutt’altro che riuscito l’omaggio ad Éric Rohmer, pilastro della Nouvelle Vague francese, qui però scimmiottato, più che ‘ripreso’. Perché Un Enfant de Toi mette a repentaglio la tenuta fisica dello spettatore, bombardato dalla ripetitività del nulla, che con il passare dei minuti si fa sempre più travolgente. Tra un sorriso e un bacio rubato, tra una mano sfiorata e un abbraccio strappato, tra un ritorno di fiamma palese e una trama che ‘gode’ nel trascinarlo per oltre due ore. Anche perché appare subito chiaro e lapalissiano ‘come andrà a finire’. E così finirà. Dopo 144 infiniti minuti che rendono sempre più qualitativamente ‘basso’ il Concorso del Festival romano. Immotivati gli applausi a fine proiezione. Ma è anche vero che storicamente a Roma si applaude qualsiasi cosa praticamente per ‘cortesia’ (E la chiamano estate escluso).

Un Enfant de Toi (Francia, drammatico, 2012) di Jacques Doillon; con Lou Doillon, Samuel Benchetrit, Malik Zidi, Marilyne Fontaine, Olga Milshtein

Voto di Federico: 4,5


7 ore dopo il mattone francese, si torna in sala per l’ucraino Eterno Ritorno: Provino. Alla regia un pezzo da novanta come la quasi ottantenne Kira Muratova, mito cinematografico in patria. Sala particolarmente gremita, aspettative alte, riuscita agghiacciante. Perché Eterno Ritorno: Provini è un film che è costantemente uguale a se’ stesso, per 116 minuti.

Ma attenzione perché qui non si parla di ‘critica’ nei confronti di uno script poco originale, bensì della costruzione stessa della pellicola. Perché la Muratova ha montato una banalissima storiella tra un uomo e una donna. Lui e Lei. Sono due ex compagni di scuola che non si vedono da circa 10 anni. Lui arriva non si sa da dove per far visita a Lei e chiederle un consiglio sulla sua vita privata. Perché ama due donne. Una è sua moglie. Lui non sa che cosa fare. E Lei cosa finirà per dire?

Splendido. Prendete questa scenetta, e replicatela 2, 5, 10 volte. Per quasi due ore. Con diversi attori ‘costretti’ a far rivivere le stesse battute e la stessa situazione, in ambienti casalinghi leggermente differenti. Giocando con l’espediente di alcuni provini cinematografici montati e visti da un paio di produttori/spettatori, che poi saremmo noi, il film oscilla tra il bianco e nero delle scenette e il colore della ‘sala’.

Omaggio all’arte dell’attore, che attraverso le più impercettibili sfumature dovrebbe mostrare tutto il proprio bagaglio recitativo, Eterno Ritorno: Provini è un prodotto impresentabile. Per quanto massacrante, nella sua precisa e annichilente costruzione filmica. Rivedere e riascoltare sempre gli stessi dialoghi, cambiati di poco tra uno sketch e l’altro, tra una abitazione e l’altra, ma in linea di massima identici, è una vera cattiveria nei confronti di chi osserva. Kira Muratova osa sfidare la pazienza di chi è nella ‘reale’ sala cinematografica, proponendo un prodotto che non ha senso, se visto all’interno di un Concorso ufficiale di un Festival Internazionale. Ma a tutto ciò, dopo 7 giorni di proiezioni, ci eravamo purtroppo abituati.

Voto di Federico: 4

Eterno Ritorno: Provini (Ucraina, 2012, commedia) di Kira Muratova; con Oleg Tabakov, Alla Demidova, Renata Letvinova, Sergey Makovetsky, Georgy Deliev, Natalia Buzko, Vitaliy Linetsky, Uta Kilter, Yuri Nevgamonny, Gennady Skarga

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