Roma 2012: Drug War/Duzhan – Recensione in Anteprima per il film di Johnnie To
Dopo le 3 partecipazioni veneziane, Marco Muller chiama Johnnie To al Festival di Roma con Drug War
Visto e digerito 1942, al Festival Internazionale del film di Roma ecco arrivare il secondo film a sorpresa annunciato da Marco Muller, ovvero Drug War – Duzhan di Johnnie To. Padre del gangster movie cinese anni 90, To chiude così il ricco cerchio ‘orientale’ che ha impreziosito questo primo Festival targato Muller.
Inserito in Concorso, il sofisticato titolo ideato dal regista di Hong Kong ha sicuramente rivitalizzato la boccheggiante categoria, grazie ad un poliziesco ad incastri stilisticamente meno ‘evidente’ del solito (niente piani sequenza), ma dall’impatto immediato, per merito di una mattanza finale che non ha certamente timore di osare.
Affiancato dal solito Wai Ka-fai, Johnnie To non ha deluso i tanti fan che attendevano la sua ultima fatica. Primo film cinese in cui la ‘droga’ è apertamente protagonista, Duzhan ‘sorge’ proprio dal traffico illegale di cocaina, eroina e porcate varie nella Cina di oggi.
Ming, trafficante senza scrupoli e dal ‘piano B’ sempre in canna, sbanda pericolosamente sull’autostrada. La sua auto si schianta contro un ristorante, causando l’esplosione di un laboratorio di droga. Nell’incidente muoiono la moglie e il cognato. Mentre lui, dolorante e distrutto dalle palline di coca inserite nel colon, rischia seriamente la vita, il funzionario di polizia inviato sul posto inizia subito le indagini. Perché di Ming non se ne fa nulla. Vuole i mandanti dell’operazione. Per riuscirci gli propone uno scambio: tu aiuti me, ed io aiuto te, evitandoti la pena di morte. Messo con le spalle al muro, Ming inizia a ‘lavorare’ per l’ispettore, tradendo di fatti i suoi ‘fratelli’. Fino al colpo di scena finale…
Un gangster movie che si dipana lentamente, ma con intelligenza e ricchezza di particolari. Il primo colpo di pistola, incredibile ma vero, scoccherà solo dopo 45 minuti di film. Un’enormità, per un titolo del genere, ma To si rifarà con gli interessi nella seconda parte.
Perché dopo aver seminato tensione ed indizi lungo il percorso, il regista preme sull’accelleratore della violenza nella straordinaria parte finale. L’incontro/scontro tra criminali e poliziotti fa fuoco e fiamme. Magistralmente diretto da To, con movimenti aerosi della macchina da presa e lunghi carrelli tra una sparatoria e l’altra, Drug War cambia più maschere lungo la sua durata. Dal poliziesco al thriller, fino a diventare un vero e proprio gangster movie, in cui nessuno è certo di rimanere ‘in vita’. Buoni e cattivi non hanno garanzie di sopravvivenza nei film del regista cinese, esaltante nel portarci per mano nel proprio labirinto di mafia, inganni, strategie e colpi di scena.
‘Coreografato’ nei minimi particolari, con vari incastri che riescono a posizionarsi al momento giusto nel posto giusto, Drug War sfrutta appieno le capacità espressive dei suoi due principali protagonisti, ovvero Sun Hong Lei e Louis Koo, straordinariamente credibili nel giocare al gatto e al topo. Tra i due contendenti sfila la paura, il rispetto, la fiducia, l’orgoglio. Sentimenti da non tradire, all’interno di un quadro che vede il ruolo del ‘doppio’ assoluto mattatore. Chi è chi e a quale gioco sta giocando. D’altronde nulla è come sembra in Drug War/Duzhan di Johnnie To, ancora una volta ‘maestro’ in cabina di regia, tanto da tornare ai suoi classici che hanno reso leggenda la Milkyway Image, meritando automaticamente i più sentiti applausi.
Voto di Federico: 7
Duzhan (Cina, 2012, gangster movie) di Johnnie To; con Sun Hong Lei, Louis Koo, Huang Yi