Innocence of Muslims: carcere per il regista del film anti-Islam
Rilasciato di prigione nel 2011 dopo una condanna per frode bancaria, il regista del film anti-Islam torna in carcere.
Il regista del controverso film anti-Islam Innocence of Muslims, Mark Basseley Youssef, meglio conosciuto come Sam Bacile, è stato condannato dal Tribunale Distrettuale degli Usa ad un anno di carcere. “Curioso”, ma la sentenza non ha nulla legalmente a che fare con il film che ha scatenato tante ire e una sequela di omicidi in seguito alla sua pubblicazione on line.
In seguito alla violazione della libertà vigilata, ottenuta nel 2010 dopo essere stato condannato per frode bancaria, Bacile avrebbe ottenuto pure una patente falsa. Patente, passaporto e film sono stati firmati con tre nomi diversi: Youssef, Nakoula Basseley e Bacile. Tra le colpe segnalate dalla sentenza, ci sarebbe anche quella di essere un pericolo per gli altri: gli attori di Innocence of Muslims avrebbero dichiarato di essere stati ridoppiati a loro insaputa con frasi scomode, e per questo anche minacciati di morte.
Pronta la replica dell’avvocato dell’uomo, Steven Seiden, secondo cui la sentenza altro non sarebbe che un modo per vietargli la libertà di espressione. Scontata la pena in carcere, Youssef vivrà altri 4 anni in libertà vigilata: sempre che non la infranga ancora…
Fonte: Associated Press
L’arresto del 28 settembre 2012
Il regista di Innocence of Muslims, Mark Basseley Youssef, pseudonimo di Sam Bacile, è stato arrestato per violazione dei termini della libertà condizionata: nel 2011 era stato rilasciato dal carcere dopo una condanna per frode bancaria. In seguito alla liberazione, non avrebbe potuto usare Internet per cinque anni, se non con un permesso speciale: ma è stato lui in prima persona a caricare su YouTube alcune scene del suo film. L’uomo dovrà quindi presentarsi di fronte alla corte federale di Los Angeles giovedì prossimo.
Innocence of Muslims è il film che ha recentemente scatenato l’ira del popolo islamico, visto che riscrive la storia del profeta Maometto in chiave satirica, ridicolizzando la religione musulmana. Le prime scene sono state caricate a luglio, passando inosservate. In seguito c’è stata la diffusione di alcune parti con sottotitoli in arabo, in corrispondenza con l’11 settembre. Una volta chiara la natura della provocazione, quel filmato è divenuto la scintilla per l’esplosione della rabbia incontrollata degli estremisti islamici.
Il primo attacco è stato l’assedio all’ambasciata de Il Cairo, poi il tutto è sfociato con la morte dell’ambasciatore americano in Libia, Christopher Stevens. Bacile ha dichiarato che Innocence of Muslims è un “film politico, non religioso“, e, rincarando la dose, che “l’Islam è un cancro“. In questi giorni sono seguiti altri attacchi e violenze contro le sedi diplomatiche Usa nel mondo arabo. Barack Obama ha ricordato Stevens alla recente Assemblea Generale delle Nazioni Unite:
Oggi dobbiamo affermare che il nostro futuro sarà nelle mani di persone come Chris Stevens, e non dei suoi assassini. Dobbiamo dire che questa violenza e questa intolleranza non hanno spazio nelle nostre Nazioni Unite.
L’Iran, in risposta a Innocence of Muslims, ha deciso di non partecipare alla corsa agli Oscar 2013, invitando le nazioni islamiche a boicottare l’evento.
Fonte: New York Times