Una donna per la vita – Paola Lavini: “Maurizio Casagrande è divertente!”
Le passioni, i film preferiti e i partner del cuore dell’attrice Modenese.
Venerdì 21 settembre uscirà nei cinema italiani la commedia Una donna per la vita (ecco il trailer) con la regia di Maurizio Casagrande e interpretato da Maurizio Casagrande, Margareth Madè, Sabrina Impacciatore, Neri Marcoré, Paola Lavini, Pino Insegno, Giobbe Covatta, Simona Marchini, Maurizio Mattioli, Vincenzo Salemme, Alena Seredova, Roberto Calabrese. Prima vediamo la trama, poi vi regaliamo un estratto dell’intervista esclusiva pubblicata su Blogapuntate a Paola Lavini, una delle interpreti.
In crisi con la moglie, Maurizio, un portiere d’albergo, dopo un incidente con la macchina decide di lasciarla. Convinto della sua scelta l’uomo, durante il lavoro, conosce Nadine e tra i due é subito colpo di fulmine. Ma, quando ormai la storia con la moglie sembra arrivata al capolinea, qualcosa rimescolerà nuovamente le carte…
Ti vedremo anche al cinema, nel film “Una donna per la vita”, di Maurizio Casagrande. È una commedia e tu sarai Ines, una ragazza sarda. Se non sbaglio tu sei nata a Modena, ma non hai problemi con il napoletano, il siciliano, il calabrese… Come ci riesci così bene?
Io sono portata ad imitare fin da piccola. Imitavo le cantanti. Credo che essendo cantante mi sia più abituata ad usare “l’orecchio”. Imparo velocemente. Credo sia una dote naturale. La cosa strana è che tutti i dialetti, le cadenze che ho “studiato” poi rimangono nella testa come lingue straniere acquisite! E mentre parlo il modenese, poi cambio col sardo, col calabrese, e così via. Per divertirmi anche al telefono, o nelle interviste o con gli uomini! Addirittura ho inventato tanti personaggi diversi per una trasmissione radiofonica.
Ti ricordi ancora il tuo primo lavoro al cinema? Come è stato?
Sì, un film bellissimo, che non è mai uscito! O meglio, poi è stato visto in dvd, anche all’estero. Si chiama “Balletto di guerra”. Mi ha insegnato tante cose: ho fatto uno studio enorme sul personaggio, anche da sola, era la mia prima sfida, ero una prostituta, straniera e “vissuta” , avevo scene molto forti. Ho imparato a dosare, a togliere, a essere essenziale (venivo dal teatro), ad essere vera, con tempi e pause più veloci, a piangere per finta. Non ho dormito per niente il giorno prima di girare, ma ho usato anche quella stanchezza per il personaggio. Avevo paura, ma non dovevo fare vedere agli altri che non avevo mai fatto un ruolo al cinema! In fondo avevo fatto tanto teatro “importante”. Non sapevo neppure che in hotel avrei avuto una stanza tutta per me in cui dormire (giravamo fuori Roma). Il set era molto bello. Alcune colleghe sono amiche anche oggi. E soprattutto c’era il tempo di girare una scena tante volte e quindi di far crescere il personaggio insieme al regista: tutta una giornata su di me: che bello avere tanta attenzione! Il mio “ego”, anche se senza sonno alle spalle, gioiva molto!
Tra tutti i film che hai interpretato quale è il tuo preferito?
Ogni film è dentro di me, ogni regista, ogni incontro. Davvero nel tempo alcuni colleghi sono diventati amici. Non posso però non essere legata ad uno degli ultimi “Corpo celeste”, un film nato “piccolo”, ma che è diventato grande anche nel mondo. Un set meraviglioso. Un film con molte donne, anche dietro le quinte, tra cui la regista e la direttrice della fotografia (fantastiche), un film crudo e vero, un film in cui la regista Alice Rohrwacher ha creduto in me come calabrese (e da qui la “consacrazione” ai dialetti), un film in cui tutti abbiamo creduto molto nel farlo, un personaggio su cui ho lavorato molto sia a Roma che a Reggio Calabria, città a cui mi sento molto legata, dove avevo fatto già l’accademia anni or sono e dove ho parenti lontani). Un film che ha avuto e sta avendo tanti riconoscimenti nazionali ed internazionali. Una produzione bella ed attenta a tutto, una coproduzione francese. Insomma, sinergie perfette!
Il partner ‘perfetto’ con cui hai recitato per il cinema?
Nei film più impegnati ho recitato con molte partner femminili, ahimè! Ho ricordi piacevoli di Fabio Volo e Raoul Bova. Il più divertente, che ho conosciuto meglio e che mi ha insegnato molto, poiché vi ho lavorato in diversi film, tra cui la sua opera prima ora in uscita, è Maurizio Casagrande. Non ho mai fatto scene di sesso con lui, altrimenti sai che ridere! Sono legata molto anche a Vincenzo Salemme: incontro breve ma intenso nel suo film.
Tra le tue tante partecipazioni a film per il cinema e a serie tv di successo, ce ne è una che ti è rimasta nel cuore e perché?
Prima di tutto, Corpo Celeste, di cui ho parlato ampiamente prima e “Una donna per la vita”, che sta per uscire: sono due facce di una stessa medaglia. Anche in Una donna per la vita (che è una vera e propria commedia) ci sono stati tanto rispetto, attenzione, cura, passione da parte di tutti e una regia sicura. Sono molto legata alla fiction Don Zeno, che io chiamo film per la tv: l’uomo di Nomadelfia”, andato nuovamente in onda quest’estate sempre sulla Rai ed in prima serata, girato a Modena: ottimo capo-comico Giulio Scarpati, regia coraggiosa di Calderone (si parla in dialetto non tradotto con sottotitoli e ci scappa anche la bestemmia che è tipica dell’intercalare contadino del modenese), soggetto e storia cui sono molto legata. Anche qui tanta cura ed attenzione da parte di tutti, anche perché trattasi di una storia vera e di una ricostruzione d’epoca (adoro i film in costume). C’è tanta verità. Il regista ha fatto scelte di attori, anche per i bambini, che potessero essere giusti per quell’epoca, della guerra e del primo dopoguerra, anni di miseria e quindi facce ’sporche’. Non truccate. Una menzione devo farla per “Rome”, fiction di grande successo nel mondo, girata a Cinecittà in inglese (co-produzione americana ed inglese). Ho imparato che le vere star non sono star o meglio sono umili e rispettose del lavoro altrui! Grande collaborazione sul set. Ci siamo fatti una birra a Trastevere con attori americani famosissimi che mi hanno trattata loro da star, con tanto di complimenti. Produzione impeccabile! Che bello rivivere la Roma antica in un impero ricreato apposta per le riprese.
Tu sei un’attrice poliedrica, che ha fatto veramente di tutto. Ti senti più attrice comica o drammatica?
Mi sento un’attrice a tutto tondo e quindi entrambe, ma credo sia la cosa più normale di questo mondo. Oppure non è così per tutti? Far ridere e far piangere, regalare qualcosa agli altri, è stupendo. Perché mettersi dei limiti o dei freni?
Il tuo film preferito, quello che vorresti aver interpretato?
L’uomo che verrà di Giorgio Diritti e Vincere di Bellocchio per rimanere in casa. Per l’estero, La vie en Rose di Olivier Dahan. Per fare due paralleli esilaranti “Otto e mezzo” di Fellini e “Nine”. Personaggi femminili pazzeschi!
Paola Lavini sarà una delle protagoniste della serie tv Che Dio ci aiuti 2, ringrazio Daniela per l’intervista.