10 film con viaggi interstellari
Interstellar ha debuttato nei nostri cinema e Blogo vi propone un suggestivo viaggio attraverso 10 film e altrettanti viaggi interstellari.
Christopher Nolan con Interstellar confeziona il suo film più ambizioso che parla di viaggi spazio-temporali, futuro dell’umanità ed esplorazione spaziale.
In una corposa opera fantascientifica e con un occhio rivolto al classico 2001: Odissea nello spazio Nolan sceglie un approccio con “scienza da fantascienza” per narrarci di un equipaggio che sfrutta un cunicolo spazio-temporale creato da un buco nero per raggiungere zone di spazio inesplorato, una missione che ha lo scopo di individuare un pianeta sconosciuto che cambi il futuro dell’umanità altrimenti destinata all’estinzione.
Con Interstellar nei cinema quale migliore occasione di rispolverare qualche titolo che ci parli di incredibili viaggi nello spazio con una speciale classifica video che racconta in 10 film come il cinema di fantascienza abbia affrontato l’esplorazione spaziale, una tematica quella dei viaggi spaziali che dai tempi di Star Trek con i suoi viaggi a “velocità warp” ci ha raccontato di confini da travalicare, mappe da riempire e forme di vita aliena con cui interagire.
Vi lasciamo alla nostra classifica segnalandovi la recensione del film di Nolan e uno speciale sulla colonna sonora ufficiale.
1. Interstellar
Per dare credibilità scientifica al suo Interstellar il regista Christopher Nolan ha reclutato come consulente scientifico e produttore esecutivo Kip Thorne, fisico teorico statunitense specializzato in fisica della gravitazione e astrofisica, nonché dei maggiori esperti di relatività generale.
Il mezzo attraverso cui si viaggia nel film è in ponte di Einstein-Rosen o cunicolo spazio-temporale detto anche wormhole. In soldoni una sorta di “scorciatoia” da un punto dell’universo a ad un altro.
Questi cunicoli spazio-temporali sono ponti fra aree di spazio che possono essere modellati combinando modelli di un buco nero e un buco bianco.
2. Star Trek – Rotta verso la Terra
Star Trek con la sua iconica frase di lancio “per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima” è il primo franchise fantascientifico (parliamo del 1966 anno di messa in onda della serie tv classica) ad aver costruito un mondo intero utilizzando e piegando alle necessità di narrazione elementi scientifici e creando la “propulsione a curvatura” e il “viaggio a velocità warp” che permette ad astronavi come l’Enterprise di viaggiare al di sopra della velocità della luce.
In un interessante articolo dell’insegnante di matematica e fisica Michele Romeo dal titolo “Scienza da fantascienza”, scritto dal docente per la fanzine “Inside Star Trek Magazine” (settembre 2014), si fa cenno al fisico messicano Miguel Alcubierre noto per aver proposto il “motore di Alcubierre”, un ipotetico motore a curvatura con cui un veicolo spaziale potrebbe raggiungere velocità maggiori di quella della luce. Nel suo articolo “The Warp Drive: Hyper-fast travel within general relativity” scritto per la rivista scientifica “Classical and Quantum Gravity”, Cubierre propone un modello per cui si potrebbe trasportare un volume di spazio piatto all’interno di una “bolla” di spazio curvo che teoricamente permetterebbe il movimento di una navicella spaziale attraverso forze generate dalle modifiche apportate allo spazio-tempo.
A rappresentanza dell’universo di Star Trek nella nostra classifica “Interstellare” abbiamo scelto il sequel Star Trek 4 – Rotta verso la Terra in cui l’equipaggio dell’Enterprise a bordo di una astronave Klingon intraprende un viaggio a ritroso nel tempo per salvare alcune balene megattere dall’estinzione, evento che porterà nel futuro alla distruzione della Terra.
Il film sfrutta il concetto di “Paradosso spazio-temporale” trattato per la prima volta, cinematograficamente parlando, nel 1956 in Mondo senza fine di Edward Bernds. L’idea è di poter modificare il futuro intervenendo sul passato (vedi Ritorno al futuro) e il plot di Star Trek 4 sfrutta quello che viene definito “Paradosso di conoscenza“, concetto del filosofo Michael Dummett che possiamo ricollegare al microchip visto in Terminator 2 alla base di cyborg che vengono sviluppati da parti di un Terminator che ha viaggiato nel tempo, creando nel presente effetti a catena causati da una conoscenza che sembra nascere dal nulla.
3. Punto di non ritorno
L’inquietante gioiellino fanta-horror Punto di non ritorno di Paul W.S. Anderson esplora le conseguenze di un viaggio attraverso un buco nero sfruttando concetti come teoria della relatività, campo gravitazionale e orizzonte degli eventi, quest’ultimo definito scientificamente come “la superficie limite oltre la quale nessun evento può influenzare un osservatore esterno”.
Nel film scopriamo che l’astronave “Event Horizon” dopo essere stata data per dispersa è misteriosamente ricomparsa e una squadra guidata dal Dottor William Weir (Sam Neill) viene inviata a scoprire dove è finita la nave scientifica negli ultimi sette anni. Scopriremo che la nave era un prototipo segreto equipaggiato con un nuovo tipo di motore, un instabile buco nero arificiale con la capacità di creare un wormhole (lo stesso tunnel spazio-temporale utilizzato in Interstellar) che permette di recarsi istantaneamente da una parte ad un’altra dell’universo, ma in questo caso la Event Horizon è andata oltre inoltrandosi in una terrificante e oscura dimensione infernale.
Nel film la nave Event Horizon è in grado di curvare letteralmente lo spazio facendo combaciare due diversi punti dell’universo altrimenti distanti anni luce e unendoli con un collegamento nello spazio-tempo, come teorizzato nella fisica relativistica (wormhole). In una scena è proprio il Dr. Weir a spiegare in termini elementari all’equipaggio e naturalmente allo spettatore come funziona la curvatura dello spazio-tempo e lo fa utilizzando un foglio di carta e una matita.
4. Contact
Il film di Robert Zemeckis, basato su romanzo di fantascienza Contact di Carl Sagan, parla di potenziali contatti con intelligenze extraterrestri.
Nel film il viaggio interstellare intrapreso per un primo contatto dalla dottoressa Ellie Arroway (Jodie Foster) avverrà a bordo di un imponente macchinario adibito a teletrasporto costruito con indicazioni fornite dagli alieni e che permetterà alla protagonista di viaggiare attraverso un tunnel spazio-temporale, di attraversare enormi distanze interstellari e di raggiungere il pianeta da cui era partito il messaggio alieno.
5. The Black Hole – Il buco nero
Come accadeva in Punto di non ritorno anche nel film Disney The Black Hole datato 1979 si affrontano concetti come orizzonte degli eventi e buchi neri.
La trama segue un’astronave da esplorazione terrestre, la USS Palomino che ritrova una nave dispersa, la USS Cygnus, all’interno dell’orizzonte degli eventi di un buco nero.
Come accadeva in Punto di non ritorno anche nel film Disney si ipotizza che il buco nero rappresenti una sorta di portale per dimensioni alternative e nel finale del film i protagonisti affrontano una sorta di viaggio tra paradiso e inferno culminato in un salto interstellare.
6. Alien
Il cult fanta-horror Alien di Ridley Scott, un vero e proprio incubo ambientato nello spazio profondo dove “nessuno può sentirti urlare”, ipotizza che le enormi distanze coperte da astronavi in anni di viaggio siano fisicamente “ammortizzate” dall’essere umano attraverso l’animazione sospesa degli equipaggi, una condizione biologica riconducibile all’ibernazione in cui le funzioni vitali sono radicalmente rallentate così da ridurre al minimo la degenerazione cellulare.
7. Il pianeta delle scimmie
Come l’equipaggio della Nostromo in Alien anche gli uomini a bordo dell’astronave Icarus nel classico del 1968 Il pianeta delle scimmie viaggiano in “animazione sospesa”, ma nel caso del cosmonauta George Taylor (Charlton Heston) e compagni il loro viaggio interstellare di ritorno si trasformerà in un viaggio nel futuro a causa di quella che appare come una distorsione spazio-temporale, che mostrerà a Taylor un possibile apocalittico futuro dell’umanità che poi verrà sviluppato nella saga attraverso l’utilizzo di paradossi temporali e nel remake di Tim Burton, Planet of the Apes del 2001, con l’ipotesi di realtà spazio-temporali alternative.
8. Space Battleship Yamato
Nel live-action basato del popolare anime televisivo giapponese Star Blazers l’umanità è sull’orlo dell’estinzione, la Terra del 2199 è un luogo desolato e avvelenato da letali radiazioni e ormai in ginocchio di fronte agli attacchi della razza aliena Gamilas.
Come in Interstellar l’unica speranza dell’umanità risiede in un lontanissimo pianeta sconosciuto impossibile da raggiungere in tempi brevi, ma come accadeva in Contact sarà un aiuto alieno a dare all’equipaggio della nave spaziale Yamato la tecnologia necessaria ad intraprendere un periglioso viaggio interstellare.
9. Lost in Space – Perduti nello spazio
Come in Interstellar anche in Lost in space, film di Stephen Hopkins basato sull’omonima serie televisiva anni ’60, il pianeta Terra è ormai al collasso e la scoperta di un pianeta abitabile del tutto simile alla Terra diventerà la speranza per il Professor John Robinson (William Hurt) e la sua famiglia di salvere la razza umana dall’estinzione.
Nel film per coprire l’enorme distanza tra la Terra e la nuova potenziale colonia terrestre viene costruito portale di teletrasporto come quello visto in Contact, ma per costruire la porta di destinazione è necessario inviare un astronave con equipaggio in animazione sospesa fino al pianeta e una volta sul posto iniziare la costruzione del punto di approdo finale. Purtroppo un attentato rischierà di distruggere la nave dei Robinson che si ritroverà così dispersa e catapultata in un punto sconosciuto della galassia.
Nel film si ipotizza un salto nell’iperspazio, come quello del Millennium Falcon in Star Wars. Con il termine termine matematico iperspazio, introdotto da Arthur Cayley nel 1867, si “designa in genere uno spazio avente un numero di dimensioni geometriche superiore alle 3 dello spazio fisico”.
Partendo da questa base la fantascienza ipotizzerà la propulsione a curvatura di Star Trek e il viaggio in tunnel spaziali (wormhole) come quello ipotizzato in Interstellar.
In Lost in space si aggiunge anche l’elemento del paradosso temporale con la famiglia Robinson che grazie ad una distorsione temporale potrà vedere uno degli ipotetici futuri a cui potrà andare incontro e naturalmente avrà il modo di cambiare questo ipotetico futuro.
10. Pandorum – L’universo parallelo
Pandorum è un cupo fanta-horror diretto da Christian Alvart e prodotto dal regista Paul W.S. Anderson (Punto di non ritorno)
Il titolo del film “Pandorum” si riferisce a “una condizione psicologica (Sindrome Orbitale Disfunzionale) a cui sono soggetti gli astronauti che viaggiano per lungo nello spazio profondo”.
Anche in questo film il viaggio intestellare a cui si sottopone l’equipaggio dell’astronave Elysium è allo scopo di raggiungere un nuovo pianeta abitabile per salvare la razza umana da un pianeta Terra al collasso.
Come in Alien l’equipaggio dell’Elysium viaggia in animazione sospesa (ipersonno) per coprire i 123 anni necessari al viaggio, sonno indotto che subirà uan bruca interruzione e catapulterà Il caporale Bower (Ben Foster) e il tenente Payton (Dennis Quaid) in un incubo a causa di un vero e proprio delirio di massa scatenato dall’ipersonno.
Fonti | Wikipedia / Google Books / Inside Star Trek