10 film sul Muro di Berlino
Blogo celebra i 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino con una speciale classifica video.
25 anni fa, il 9 novembre 1989, cadeva il Muro di Berlino eretto nel 1961 e con lui una dittatura che segnò molte vite.
Eretto Tra Berlino Ovest e Berlino Est, il Muro divenne una frontiera invalicabile con la polizia della DDR che catturò e uccise almeno 133 persone mentre cercavano di superare il muro in fuga verso Berlino Ovest.
Il cinema, in particolar modo il genere spionistico, ha costruito un vero e proprio filone sulla famigerata Cortina di ferro, ma il Muro di Berlino è apparso nel cinema in diverse forme trasformandosi, non solo metaforicamente, in un confine da travalicare e un ostacolo da abbattere in cerca di una libertà negata.
1. La spia che venne dal freddo
Film del 1965 diretto da Martin Ritt.
Il soggetto è adattato dal libro omonimo di John Le Carré, uno dei massimi autori di romanzi di genere spionistico.
Burt Lancaster è stato originariamente lanciato come Leamas poi sostituito da Richard Burton.
Come il romanzo, il film (girato tra Inghilterra e Irlanda) inizia e termina al Muro di Berlino.
2. Funerale a Berlino
Film del 1966 diretto da Guy Hamilton.
Secondo film della serie di spionaggio con l’attore Michael Caine nei panni della la spia del Secret Intelligence Service, Harry Palmer, personaggio creato da Len Deighton.
Il film ha creato qualche mal di pancia durante le riprese a Berlino Ovest. Quando la troupe stava girando vicino al Checkpoint Charlie, un noto posto di blocco del Muro di Berlino posto sul confine tra i settori, alcuni soldati russi dall’altra parte del Muro hanno cercato di rovinare la scena, riflettendo la luce solare sulla macchina da presa.
3. Uno, due, tre!
Commedia del 1961 tratta da una pièce teatrale di Ferenc Molnár, diretta da Billy Wilder e interpretata da James Cagney.
Nel 1961, a Berlino, la troupe di Billy Wilder sta girando il terzo atto. E il caso vuole che nel bel mezzo delle riprese si verifichi un evento urbanistico: la costruzione del muro del 13 agosto. Le riprese del film vengono così turbate da un evento storico, una sensibile ventata fredda nell’allora già gelida guerra. In quei giorni Billy Wilder aveva appena cominciato a girare sotto la porta di Brandeburgo, punto di congiunzione e di passaggio tra Est e Ovest. Le altre sequenze ambientate sotto la porta di Brandeburgo dovettero essere girate negli studi della Bavaria Film a Monaco di Baviera, dove per duecentomila dollari fu ricostruito l’emblema di Berlino. Il film non si risollevò più dalla costruzione del muro. Già durante la lavorazione si era trasformato da farsa in tragedia… poiché d’improvviso tutto ciò che doveva essere divertente ed esilarante, una brillante satira sul conflitto Est-Ovest, appariva come un ghigno cinico. Quando il film uscì in prima assoluta a Berlino, nel dicembre 1961, la Berliner Zeitung commentò amaramente: «Quello che a noi spezza il cuore, per Billy Wilder è motivo di divertimento.» (Billy Wilder – un viennese a Hollywood, ed. Arnoldo Mondadori Editore, 1993).
4. Il sipario strappato
Film del 1966 diretto da Alfred Hitchcock e interpretato da Paul Newman e Julie Andrews.
Nell’Europa della guerra fredda, il fisico americano Armstrong va a Copenaghen per un congresso internazionale e passa oltrecortina a lavorare con gli scienziati del blocco comunista, ma il suo vero intento è quello di servire il suo paese infiltrandosi nei laboratori missilistici della Germania Est per carpire il segreto di una formula segreta.
L’idea del film venne ispirata da due diplomatici inglesi, Guy Burgess e Donald Maclean, che si rifugiarono in Unione Sovietica, causando un grande scalpore.
5. Octopussy – Operazione piovra
Film del 1983, diretto da John Glen. È il tredicesimo film della saga di James Bond e sesto interpretato da Roger Moore.
Un agente segreto in costume da clown è inseguito verso il confine tedesco-orientale da due gemelli armati di coltelli, uno dei quali finisce nella schiena del pagliaccio, ma l’uomo sopravvive e prima di morire riesce a portare all’Ambasciata britannica un prezioso uovo Fabergé.
La scena dell’inseguimento è stata girata vicino al Checkpoint Charlie.
6. Il cielo sopra Berlino
Film del 1987 diretto da Wim Wenders
Presentato in concorso al Festival di Cannes ha vinto il premio per la migliore regia.
Ha avuto un sequel Così lontano, così vicino (1993) e un remake americano La città degli angeli (1998).
Due anni prima della caduta del Muro due angeli con tanto di ali ascoltano ogni anima ferita a Berlino. Damiel (Bruno Ganz) e Cassiel (Otto Sander) pattugliano la città, strade, biblioteche, uffici, abitazioni. Il loro compito è quello di “osservare, raccogliere, testimoniare, preservare” per offrire una invisibile consolazione a vecchi uomini solitari, studiosi inquieti, lavoratori frustrati e mogli arrabbiate.
Una favola sulle aspirazioni comuni di persone su entrambi i lati di ogni confine che sia politico, emotivo o spirituale.
7. Le vite degli altri
Film del 2006 scritto e diretto da Florian Henckel von Donnersmarck e vincitore del Premio Oscar per il miglior film straniero.
La trama si confronta con la storia della DDR e indaga lo scenario culturale della Berlino Est controllata dalle spie della Stasi (Ministero per la Sicurezza dello Stato), temuto organo di sicurezza e spionaggio.
Impossibile stilare una classifica sul Muro senza citare l’opera di Henckel von Donnersmarck capace di togliere ogni sorta di nostalgica malinconia dei tedeschi sui vecchi tempi prima della caduta del Muro.
Il film è ambientato nel 1984, quando la Stasi, rete di spionaggio interno della Germania Est, vegliava sugli artisti e dissidenti politici, costringendo molti in carcere o peggio al suicidio.
8. Il silenzio dopo lo sparo
Film del 2000 diretto da Volker Schlöndorff.
La trama segue una banda di terroristi di pensiero social-comunista proveniente dalla Repubblica Federale Tedesca che si organizza per effettuare delle rapine nelle banche di altri paesi dell’Europa “capitalista”, tra cui la stessa Germania Ovest e la Francia.
“Gli anni ’70 sono stati i nostri giorni di gloria”, ricorda la voce fuori campo della protagonista Rita Vogt (Bibiana Beglau), “Abbiamo voluto abolire l’ingiustizia e lo stato con essa”.
Rita, con la benedizione implicita della rete di spionaggio di stato Stasi, si rifugia nella Germania orientale sotto una nuova identità, ma quanto sarà in grado di resistere il suo credo di fronte ad un simbolo come Il Muro di Berlino pronto a crollare?
Lo sceneggiatore Wolfgang Kolhasse, che ha vissuto nella Germania dell’Est, ha basato la sceneggiatura sulle gesta di Inge Viett, il cui “Movimento 2 Giugno” era un ramo anarchico della fazione marxista Armata Rossa. La Viett ha in seguito citato in giudizio i realizzatori del film per plagio.
9. The Tunnel
Harry Melchior (Heino Ferch), un campione di nuoto tedesco vuol portare al di qua del Muro la sua amata sorella e la sua famiglia. Per aiutarli a fuggire, lui e il suo amico ingegnere Matthis (Sebastian Koch) painificano la costruzione di un tunnel da Berlino Ovest a Est. Con l’aiuto di circa 30 amici scavano una galleria della lunghezza di due campi da calcio, mentre la sorella di Melchior riceve alcuni messaggi che la polizia di stato della Germania dell’Est purtroppo intercetta.
Il film del 2001 è stato definito come la versione tedesca del classico La grande fuga e così come il film con Steve McQueen anche The Tunnel si basa su una storia vera.
10. Good Bye, Lenin!
Film del 2003 di Wolfgang Becker, interpretato da Daniel Brühl e Katrin Sass.
Christiane (Katrin Sass) è una vera sostenitrice della dittatura del proletariato. Nel corso degli anni ’70 e ’80 lavora con zelo per aiutare i suoi vicini di Berlino Est a comprendere i vantaggi di comunismo. Poi subisce un grave attacco cardiaco e cade in coma risvegliandosi dopo otto mesi. Un medico esorta il figlio Alex (Daniel Brühl) a proteggere la donna da eventuali ulteriori shock tra i quali la caduta nel frattempo del Muro e del comunismo.
La pellicola divenuta uno dei maggiori successi di sempre del cinema tedesco è ispirata al fenomeno post-riunificazione noto come Ostalgie, neologismo tedesco che si riferisce alla nostalgia per la vita nella vecchia Repubblica Democratica Tedesca.
La pellicola è stata girata interamente nella zona di Berlino, principalmente tra Karl-Marx-Allee e i plattenbau vicino ad Alexanderplatz. La produzione del film ha dovuto far ricorso alla grafica computerizzata per “ritoccare” molto della odierna capitale tedesca in modo da riportarla all’aspetto della vecchia Berlino Est della Repubblica Democratica Tedesca.