Klaus Kinski: in un libro le accuse di incesto della figlia Pola
Annuncio shock di Pola Kinski, figlia del famoso attore: “Un grande artista? Era semplicemente un violentatore di bambini”
Non ne posso più di sentirmi dire: “Tuo padre era un genio, che uomo fantastico, quanto mi piaceva”. E invece era un mostro. Sullo schermo non recitava, era semplicemente se stesso…Un grande artista? Era semplicemente un violentatore di bambini.
Questa è l’accusa shock che Pola Kinski, figlia maggiore dell’attore Klaus Kinski, lancia all’indirizzo del padre, scomparso nel 1991, in un’intervista esclusiva rilasciata al settimanale tedesco “Stern”:
Si e’ sempre infischiato di tutto, anche del fatto che io mi sono difesa e gli ho detto che non volevo. Gli era indifferente e si e’ preso cio’ che voleva…
Le dichiarazioni della figlia dell’attore tedesco arrivano al pari di una doccia gelata sulla comunità cinematografica e aggiungono ombre sulla vita privata di Kinski, che sino ad oggi aveva fatto parlare di se per il suo carattere irascibile e il comportamento eccentrico, Basta ricordare come esempio eclatante i feroci scontri sul set che l’attore ha collezionato con il regista Werner Herzog, che lo aveva eletto a suo attore-feticcio. I due girarono 5 film insieme fino alla rottura del sodalizio che si concluse nel 1987 con Cobra verde. Attore e regista erano legati da un rapporto viscerale di odio-amore che Herzog racconterà nel documentario Kinski, il mio nemico più caro.
Pola che ora a sessant’anni e una carriera di attrice di teatro e tv alle spalle, racconta di essere cresciuta nel terrore di una figura paterna iraconda e violenta, spiegando di essere stata molestata dal padre dall’età di 5 anni. Questo suo infinito incubo protrattosi sino ai 19 anni che ne ha segnato la traumatica infanzia e adolescenza è raccontato in un libro in uscita dal titolo “Kindermund” (Parole di bambini), libro che la donna afferma di aver scritto perchè stanca dell’idolatria provata dalle persone verso un padre che descrive come un vero e proprio orco:
Non potevo piu’ sentir dire da tutti che ‘tuo padre e’ grande, un genio!’. Da quando e’ morto questa idolatria nei suoi confronti diventa sempre peggio…quando lo vedevo al cinema, lo trovavo come era in casa…ha abusato di qualunque persona, non ha mai rispettato nessuno.
Il libro è popolato di quelli che Pola considera i suoi amici da quando a sei anni frequentava, come una sorta di rifugio, un negozio di giocattoli di Monaco di Baviera: “Li c’erano tutti i miei amici: bambole, gnomi, fate, animali, la principessa, il re”. Come troppo spesso accade la violenza e l’abuso arrivano da chi non t’aspetti, da chi dovrebbe proteggerti e Pola ricorda il padre che la chiamava “bambola”, che la definiva il suo “angelo” e i ricordi terribili impressi a fuoco tornano alla memoria, dopo le molestie iniziano gli abusi, Pola ha nove anni quell’estate del 1961, lui è solo di passaggio, le chiede di indossare qualcosa di carino, lei sceglie l’abito della comunione, quando l’incubo finisce: “lui la implora di non parlare con nessuno, altrimenti sarebbe finito in prigione. “Senti quello che ti dico, mai!”. La ragazzina obbedisce e il trauma è come un potente anestetico, il terrore più forte della vergogna: “Invano hanno cercato di svegliarla la mattina seguente per andare a scuola. Anche durante il giorno, non è stato possibile…Infine, lei si ritrova in bagno, dove con un paio di forbicine per unghie trafigge il cappotto e il vestito della comunione”.
Kinski dal canto suo ha sempre ostentato un ego smisurato, si ricordano le sue spacconate nobilitate dall’essere un enfant terrible di cinema e teatro, il settimanale tedesco Der Spiegel ricorda le sigarette spente nella zuppa al ristorante, i mobili fracassati, gli spettatori insultati a teatro. Kinski nel suo libro di memorie datato 1975 aveva già accennato all’incesto e ad alcune sue perversioni, ne aveva fantasticato con riferimenti alla madre, alla sorella e all’altra figlia, l’attrice Nastassja Kinski (nella foto in basso), accennando anche alla sua infanzia vissuta secondo lui nella povertà assoluta, con scarafaggi grandi come tartarughe e un padre senza un soldo in tasca.
All’epoca la famiglia Kinski restò inorridita dalle parole dell’attore e rispose parlando di “una infame rappresentazione” e di “volgari menzogne” e per quanto riguarda il presunto incesto con la sorella lo descrissero come appartenente “al mondo della sua immaginazione deviata”, Anche la figlia Nastassja intenta un un’azione legale contro il padre, il rapporto tra i due resterà nel corso degli anni teso e tormentato, tanto che alla morte dell’attore la figlia non parteciperà ai funerali.
Pola in questa sua difficile confessione ha ricevuto il pieno appoggio della sorella, le due sono figlie di madri diverse, Pola è figlia della prima moglie di Kinski, la cantante Gislinde Kühbeck, mentre Nastassia è nata dalle seconde nozze dell’attore con Brigitte Ruth Tocki. L’appoggio a Pola da parte della sorella è incondizionato e la condanna per il padre senza appello:
Sono profondamente sconvolta. Ma sono orgogliosa della forza che ha mostrato nel scrivere questo libro…Mia sorella è un’eroina perchè ha liberato il suo cuore, la sua anima e così anche il suo futuro dal peso di questo segreto…Un libro come quello di Pola aiuta i bambini, i giovani e le madri che temono i padri, che ingoiano la paura e nascondono tutto ciò dalle loro anime, solo perchè uno si chiama padre, come in questo caso, non significa che lui sia un padre.
Con il palesarsi di queste rivelazioni cominciano a tornare a galla una serie di comportamenti tenuti da Kinski durante la sua vita e atteggiamenti che ad oggi assumono una nuova inquietante luce. A questo proposito il quotidiano tedesco Bild ha pubblicato estratti dalle memorie dell’attore che rivelano un’attrazione palesata per ragazze molto giovani, in cui l’attore confesserebbe addirittura di aver abusato di una quindicenne e di aver portato con se Pola, quando aveva appena tre anni, durante le sue frequentazioni di bordelli.
Ancora Bild nel 2008 pubblicava un articolo in cui si parlava di alcune cartelle cliniche che rivelavano un ricovero di Kinski, all’epoca dei fatti ventiquattrenne, in un reparto psichiatrico. Si fa riferimento a due tentativi di suicidio, aggressione al personale medico e diagnosi di schizofrenia in prima battuta e psicopatia come diagnosi finale.
Insomma siamo di fronte ad un ritratto che va ben oltre alcune tipicità borderline e ben oltre l’immagine artistoide, egocentrica e votata all’eccesso di un attore più volte definito “maledetto”, dalla maschera tragica e ridondante come i suoi intensi personaggi tra cui non possiamo non ricordare l’ossessionato conquistador di Aguirre, furore di Dio (1972), il dannato Principe della notte del remake Nosferatu (1979) e il sognatore Fitzcarraldo (1982).
Foto | © Getty Images