NO – I giorni dell’arcobaleno: nuovi spot tv in italiano, due video e una clip con Roberto Saviano
Il prossimo 9 maggio approderà nei cinema italiani il drammatico basato su eventi reali NO – I giorni dell’arcobaleno e oggi vi proponiamo un corposo aggiornamento video per il nuovo film del cileno Pablo Larrain che include due spot tv in italiano, una clip con lo scrittore Roberto Saviano che parla del film e due promo pubblicitari originali degli anni ’80.
Il regista di Tony Manero e Post Mortem racconta di come un pubblicitario cileno, interpretato dall’attore messicano Gabriel Garcia Bernal, nel 1988 diede il suo contributo nell’avviare verso un inevitabile tramonto la feroce dittatura militare del generale Pinochet.
Vi segnaliamo che la clip con Saviano è tratta dalla trasmissione Servizio pubblico di Michele Santoro e che se volete approfondire c’è anche una recensione in anteprima del film.
Nel 1988, il dittatore militare cileno Augusto Pinochet, a causa della pressione internazionale, è costretto a indire un referendum allo scopo di rimanere alla guida del paese.
Il popolo dovrà decidere se far restare Pinochet al potere per altri otto anni.
I leader dell’opposizione convincono un giovane e audace pubblicitario, di nome René Saavedra, a condurre la campagna per il NO.
Con pochi mezzi a disposizione e sotto il controllo costante del dittatore, Saavedra e il suo team concepiranno un ambizioso progetto per vincere le elezioni e liberare il paese dall’oppressione.
NO – I giorni dell’arcobaleno: in Italia dal 18 Aprile
Con una mossa estemporanea, anche se non del tutto a sorpresa, giunge la lieta conferma dell’approdo di NO qui in Italia. Il gioiellino di Pablo Larrain, senza dubbio una delle note più positive dello scorso anno, uscirà nei nostri cinema il 18 Aprile col titolo di NO – I giorni dell’arcobaleno.
Solita creatività nostrana, anche troppo fondata. Sì perché il film del regista cileno parla proprio del fronte del NO in vista del referendum pro o contro Pinochet; servendosi, per l’appunto, di un logo arcobaleno per la campagna pubblicitaria ideata e condotta da René Saavedra (Gael Garcia Bernal). Qui su Cineblog abbiamo ampiamente trattato di NO, anzitutto con la nostra recensione da Cannes, brevemente tornandoci poi in occasione dell’ultimo Festival di Rotterdam.
No: il dramma di Pablo Larrain candidato agli Oscar 2013
Dopo l’annuncio della nomination ai prossimi Oscar 2013, ancora un approfondimento sui candidati nella categoria Miglior film straniero. Dopo il biografico sull’impresa norvegese narrata in Kon-Tiki e il dramma canadese sui bambini soldato War Witch, oggi ci spostiamo in Cile per il biografico No, diretto da Pablo Larrain e ambientato durante l’epilogo della feroce dittatura militare del Generale Pinochet.
Il film vede protagonista l’attore messicano Gael Garcia Bernal (Babel, I diari della motocicletta), che interpreta René Saavedra un creativo pubblicitario che lavora in Cile alla fine degli anni ’80. Il film ricostruisce un particolare momento storico, quando le tecniche pubblicitarie di Saavedra vennero ampiamente utilizzate dall’opposizione durante la campagna politica seguita al referendum indetto da Pinochet nel 1988, per chiedere alla popolazione la prosecuzione o meno (per ulteriori 8 anni) di una dittatura in vigore da quindici anni. La campagna in questione si trasformò in un plebiscito della cittadinanza cilena contro la dittatura del generale, risultato che lo vide costretto ad avviare un inevitabile processo di transizione verso la democrazia, che culminò con le libere elezioni del 1989.
– La sceneggiatura del film di Pedro Peirano è basata sull’opera teatrale “El Plebiscito“, scritta da Antonio Skármeta, quest’ultimo è anche autore de Il postino di Neruda, romanzo da cui venne tratto il film Il postino interpretato da Massimo Troisi.
– Il regista Pablo Larrain è al suo quarto lungometraggio per il grande schermo dopo l’esordio del 2006 con Fuga e i successivi Tony Manero del 2008 e Post Mortem del 2010.
Alcuni ricordi di Skármeta sul referendum, ricordiamo che lo scrittore fuggì dal Cile nel ’73 dopo il colpo di stato contro il governo Allende e rifugiatosi per anni in Germania torno a Santiago solo nel 1989:
Pinochet disse: o io o il caos . Per 15 anni aveva tenuto sotto stretto controllo la tv, ma per dimostrare che era democratico lasciava uno spazio di 15 minuti all’opposizione ogni giorno: in quei 15 minuti si concentrò una tale voglia di libertà e una campagna che portò al voto una popolazione avvilita e stanca e cambiò il destino del Paese.
– La pellicola è stata proiettata alla trentesima edizione del Festival di Torino e al Festival di Cannes 2012 nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, dove il regista Pablo Larrain è stato premiato con il C.I.C.A.E. Award 2012.
– Nel film, che ricordiamo è una coproduzione Cile/Francia/Stati Uniti, sono inclusi diversi filmati di repertorio che oltre a immagini di Pinochet includono esternazioni degli attori americani Jane Fonda, Richard Dreyfuss e Christopher Reeve.
Cast e personaggi: Gael García Bernal (René Saavedra); Alfredo Castro (Lucho Guzmán); Antonia Zegers (Verónica Carvajal); Luis Gnecco (Urrutia), Marcial Tagle (Costa); Néstor Cantillana (Fernando Arancibia); Jaime Vadell (Ministro); Pascal Montero (Simón); Paulo Brunetti (pubblicitario addetto alla campagna per il Sí).
Le parole del regista sul periodo della dittatura, sul referendum e sul protagonista del film:
Non è una cosa che ricordo bene. Ricordo solo l’atmosfera, ma era terribile. Mi ricordo che guardavo le campagne in TV, è stato come un brivido, come la Coppa del Mondo. Pinochet e il regime non hanno mai pensato che sarebbe stato importante. Hanno pensato che fosse solo una cosa televisiva, ma invece ha innescato il cambiamento. È per questo che mi sono interessato alla storia, perché dimostra come si è cambiato il destino di un paese attraverso alcune idee molto semplici veicolate in TV e di come il ragazzo che lo ha fatto non era un genio che ha fatto una rivoluzione, non era Che Guevara. Era un dirigente pubblicitario, un ragazzo che ha creduto di più nella Coca Cola che nella libertà o nella politica. Eravamo tutti affascinati dal fatto che Pinochet fosse stato infine sconfitto dallo stesso sistema economico capitalista che ha imposto. In un certo senso si è scavato la fossa con le proprie mani.
(Fonti IMDb – Wikipedia – SBS.com – l’Unità)