Non entrate in quella casa (Prom Night): uno sguardo all’originale
E così venerdì esce Che la fine abbia inizio, remake di Non entrate in quella casa. Capisco la perplessità di chi non sa nulla di questi due film. E capisco che la perplessità può crescere di più dopo aver saputo il titolo originale (che ovviamente è uguale per entrambi i film), ovvero Prom Night, letteralmente
E così venerdì esce Che la fine abbia inizio, remake di Non entrate in quella casa. Capisco la perplessità di chi non sa nulla di questi due film. E capisco che la perplessità può crescere di più dopo aver saputo il titolo originale (che ovviamente è uguale per entrambi i film), ovvero Prom Night, letteralmente “la notte del ballo di fine anno scolastico”.
Dopo aver visto il trailer del rifacimento (che promette poco di buono, ma staremo a vedere), diretto da Nelson McCormick, un uomo che ha diretto almeno una puntata di ogni serie tv presente in Terra, torniamo un attimo sull’originale diretto da Paul Lynch, che sta per tornare all’horror con Nightmare Carnival (ci dev’essere sempre una ricorrenza: quanto aveva ragione Roth in Thanksgiving!).
Quattro cose da tenere a mente quando si pensa a Non entrate in quella casa: andiamo con ordine. Nel 1974 esce Non aprite quella porta: il titolo d’effetto, che già tradiva l’originale The Texas Chainsaw Massacre, viene praticamente riproposto nel caso di Prom Night dai distributori italiani (e non sarà un altro caso isolato). Nel 1976 esce Carrie di De Palma: la scopiazzatura nel film di Lynch è evidente. Nel 1978 esce l’Halloween carpenteriano, che è più importante di Black Christmas (vero padre dello slasher) perché ogni horror body count degli anni ’80 si sarebbe rifatto direttamente a lui. Nel 1980 esce poi Venerdì 13: il miglior epigono di Halloween, con buona pace di Prom Night, nonostante i suoi tre sequel.
Di certo le “citazioni” di Non aprite quella porta e Venerdì 13 non sono volute, perché causate da forze esterne (la distribuzione italiana nel primo caso e la data di uscita nel secondo, che coincide). Però Halloween aleggia in almeno metà delle inquadrature, e la citazione di Carrie sembra più un plagio.
La storia poi è quella che è: quattro ragazzini, giocando, causano accidentalmente la morte di un’altra bambina. Qualcuno assiste all’omicidio, e sei anni dopo vuole vendicarsi proprio nel giorno della morte della ragazzina, che coincide col gran ballo di fine anno scolastico. I parenti della bambina (il padre è interpretato da… Leslie Nielsen!) non hanno dimenticato ma tentano di andare avanti, mentre i quattro ragazzi che ne causarono la morte sembrano essersi, chi più chi meno, dimenticati della faccenda.
Per un’ora, escluso il prologo, non accade davvero nulla in Non entrate in quella casa: solo i preparativi per la festa, descritta come l’evento più bello nella vita di un adolescente (quant’è lontana la tristezza di Carrie…). Nei venti minuti finali il killer decide di entrare in scena: ma nonostante qualche testa mozzata e qualche sequenza di poca tensione, il risultato è quasi ridicolo, grazie alle movenze stesse dell’assassino e alla scena di lotta finale con i sopravvissuti.
Dopo Halloween, Jamie Lee Curtis torna subito allo slasher, e di lei conosciamo qualcosa in più: è anche un’ottima ballerina, nonostante nel contesto filmico la scena della danza con il suo spasimante sia abbastanza imbarazzante. Continua comunque così la sua scalata che la farà diventare una delle più note scream queen di sempre, e per almeno qualche film resterà incastrata nel genere horror.
Di seguito vi proponiamo il trailer originale del primo Prom Night.