Home Premio Oscar Kings Point: il cortometraggio documentario candidato agli Oscar 2013

Kings Point: il cortometraggio documentario candidato agli Oscar 2013

Kings Point: curiosità sul corto documentario di Lisa Gilman in lizza per gli Oscar 2013

pubblicato 16 Gennaio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 18:31

Tra i candidati ai prossimi Oscar 2013 c’è anche Kings Point, documentario diretto da Sari Gilman in lizza nella cinquina di nominati alla categoria Miglior cortometraggio documentario. La Gilman al suo esordio alla regia è da quindici anni una montatrice specializzata in documentari ed ha lavorato su film premiati per la regia al Sundance Film Festival come Regret to Inform (1999) di Barbara Sonneborn e Janet Cole e Paragraph 175 (2000) di Rob Epstein e Jeffrey Friedman.

Negli anni ’70 e ’80, centinaia di migliaia di anziani emigrarono da New York City a Kings Point, una tipica comunità di pensionati, che si trova appena fuori West Palm Beach, in Florida. Attirati dal cielo azzurro, sole, palme e la promessa di una intensa vita sociale, hanno comprato la loro strada per il paradiso per soli 1.500 dollari di acconto. Ora che la comunità composta da anziani affronta la sua mortalità, il paradiso ha iniziato a costare un prezzo più elevato. Attraverso le esperienze di sei residenti di lunga data, ‘Kings Point’ cattura sia il fascino che la complessità più oscura del vivere in un mondo a cui nessuno si avvicina troppo. Commovente, divertente e dark, ‘Kings Point’ è un ritratto profondamente empatico dell’ultimo atto del sogno americano.

Il film è coprodotto da Jedd e Todd Wider, da diversi anni impegnati in progetti cinematografici che puntano ad un’ampia risonanza sociale e politica. Tra le loro produzioni c’è anche Taxi to the Dark Side (2007) diretto da Alex Gibney e vincitore di un Oscar e di un Premio Emmy come Miglior documentario.

Il montaggio è curato dal regista Jeffrey Friedman, tra i suoi lavori il documentario sull’AIDS Common Threads: Stories From the Quilt diretto nel 1989 con il collega Rob Epstein e premiato con l’Oscar. Friedman con Epstein ha anche girato Paragraph 175 (2000), incentrato sulle vite di gay e lesbiche sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti e il biografico Urlo (Howl), film sulla vita del poeta beat Allen Ginsberg,

Il resto del team di realizzatori include Daniel B. Gold, Gabriel Miller e Toby Oppenheimer che si sono occupati della fotografia e la compositrice Miriam Cutler autrice delle musiche originali, tra le sue collaborazioni ricordiamo la colonna sonora del thriller Arlington – L’inganno (1999).

La regista Sari Gilman (nella foto) racconta la sua esperienza personale riguardo alla comunità di Kings Point:

Nel 1978 i miei nonni si trasferìrono da New York City in Florida. Come molti della loro generazione che avevano vissuto la Grande depressione desideravano ritirarsi per godere di una vita fatta di hobby e tempo libero. Attratti dal clima caldo e la promessa di attività a bizzeffe, per 20.000 dollari acquistarono un appartamento in un condominio della comunità che aveva all’epoca altri 7.500 residenti. Per la prima volta i proprietari di quelle case, sentivano di aver comprato un piccolo pezzo del sogno americano.

Quando mia sorella ed io lo abbiamo visitato, siamo stati affascinati da quello che sembrava un campo estivo per anziani. C’erano piscine, campi da golf, campi da tennis, spettacoli, corsi e tre circoli diversi. C’era anche una mentalità diffusa che sembrava terribilmente dura per le nostre giovani orecchie. Abbiamo ancora in testa la frase di un vicino di casa della nonna che la invita a smettere di pensare così tanto alla sua famiglia e che avrebbe dovuto invece abbracciare la sua nuova vita nel Sunshine State, una comunità di coetanei residenti in nuovissimi appartamenti dotati di moquette e ventilatori a soffitto.

La nonna e il suo vicino presero a cuore questo messaggio: se si trattava di rimanere attivi e godere del clima caldo, invecchiare non doveva essere poi così male. Anche dopo la morte di mio nonno, la nonna ha vissuto una vita piena e indipendente, circondata da persone con interessi simili, godendo di visite occasionali da figli e nipoti.

Ma col passare del tempo, ho cominciato a notare un cambiamento.

Una volta in grado di partecipare pienamente alla vita della comunità, mia nonna e i suoi vicini di casa hanno cominciato a rallentare. Amici, coniugi e partner nelle attività sono morti. Le visite al club house o al centro commerciale sono state sostituite da appuntamenti presso l’ambulatorio medico. Il suono delle ambulanze dirette al centro medico di recente costruzione in fondo alla strada si fecero più frequenti. L’interazione sociale, una volta basata su tutti una serie di modi “di tenersi occupati” diventarono lamentele più comuni di dolori muscolari, mobilità ridotta e malattie gravi.

La solitudine è diventata endemica. Mentre mia nonna non era interessata a trovare un nuovo compagno dopo che mio nonno era morto, alcuni residenti entrarono in una feroce competizione per accaparrarsi un partner. Con le donne che superavano di gran lunga in numero gli uomini la concorrenza era brutale e gli abitanti avevano un sacco di tempo per chiacchierare…

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Foto | © Getty Images

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