Un Giorno Devi Andare: immagini e locandina del film di Giorgio Diritti
A quasi quattro anni dal debutto de L’uomo Che Verrà, il regista bolognese è pronto a presentare il suo nuovo lavoro al celebre festival dedicato al cinema indipendente
Il prossimo 28 marzo, dopo una tappa lo scorso gennaio al Sundance Film Festival, uscirà nei cinema Un giorno devi andare, il nuovo film di Giorgio Diritti che arriva a quattro anni dal suo coraggioso e pluripremiato L’uomo che verrà.
Il film racconta del viaggio di Augusta (un’intensa Jasmine Trinca), una giovane donna la cui vita è ad una fase di stallo e che perdute le proprie certezze inizia una ricerca interiore che la pone di fronte all’imponenza della natura (la foresta amazzonica metafora della forza atavica alle origini della vita) e alle esistenze precarie di abitanti di sperduti villaggi indios, che Augusta visiterà insieme ad una suora e in cui scoprirà una felicità “altra”, in cui proverà a perdersi e in cui in qualche modo finirà per ritrovarsi. Diritti ci racconta un’avventura intima in cui riconoscersi e in cui scoprire una ricchezza tutta da conquistare che non è quella materiale, ma bensì quella interiore, capace di andare oltre i grandi quesiti esistenziali.
A seguire vi proponiamo la locandina del film e un set di immagini tratte dalla pellicola.
Un Giorno Devi Andare foto e locandina
Un Giorno Devi Andare: trailer e note di regia del nuovo film di Giorgio Diritti
Girato fra l’Amazzonia ed il Trentino (davvero un bel contrasto!), Un Giorno Devi Andare sarà presentato questa sera in anteprima mondiale al Sundance Film Festival nella sezione competitiva World Cinama Dramatic. Augurando un grande in bocca al lupo a Giorgio Diritti ed al suo film, vi lasciamo alla visione del trailer, qui sopra.
Leggiamo fra le note riportate sul pressbook:
“Anni fa ho realizzato alcuni servizi televisivi e un documentario in Amazzonia. L’esperienza è stata molto coinvolgente: per la spettacolare bellezza della natura, per il dilatarsi di tempi, per la semplicità e la gentilezza delle popolazioni, in uno scenario che naturalmente porta a percepire la forza primordiale della vita, a interrogarsi sul ruolo dell’uomo e a indagare il senso di un “oltre” l’esistenza stessa, pervasi da qualcosa che è “altro”, trascendente, tanto presente quanto impalpabile. Nell’occasione di quel viaggio, sono stati molti gli incontri con europei che hanno deciso di vivere la loro esistenza in quel territorio. Tra le tante figure mi incuriosì sentire citare sovente dai miei interlocutori la figura di un missionario italiano, Augusto Gianola, missionario del Pime vissuto in quell’area per più di trent’anni. Un uomo alla ricerca di Dio, un sacerdote che si spogliò del ruolo pastorale per calarsi in una condivisione umana con le persone più semplici e umili. La sua biografia, le sue lettere e l’esperienza diretta di incontro con altre persone in Amazzonia sono l’incipit di questo progetto filmico. In quell’ambiente dove si dilatano i tempi, dove la natura richiama forte il senso di precarietà della condizione umana rispetto alla vastità dell’universo, il pensiero sul chi siamo, da dove veniamo e cosa facciamo sulla terra, diventa naturalmente parte del quotidiano, soprattutto nei lunghi spostamenti sul fiume dove la sospensione sull’acqua diventa affine alla sospensione del pensiero.
La contraddizione con l’Occidente, con il nostro concetto dominante di felicità, è forte: abbiamo conquistato molto, per certi versi abbiamo – possediamo – tutto, eppure non è così scontato essere appagati e saper condividere con gli altri non solo la quotidianità, ma anche la nostra interiorità, spesso assoggettata a ritmi di vita innaturali, dove l’esterno è fortemente invadente. E la crisi economico-sociale di oggi ci costringe a prendere atto che molti schemi sono saltati, che molte certezze si sono rivelate effimere. Mi interessava indagare anche quell’ambito in cui la storia di una singola persona – nel momento in cui affronta una crisi intima – può in realtà diventare un’occasione di messa in discussione e di ricerca, seppur dolorosa, per una nuova possibilità di vita, più affine, che le assomiglia di più, dunque più autentica. E in questo senso, la storia di uno è in realtà la vicenda umana di tutti, universale”.
Parola di Giorgio Diritti. Continuate la lettura dopo il salto, vi attendono cast e sinossi ufficiale.
Un Giorno Devi Andare: il nuovo film di Giorgio Diritti al Sundance Film Festival
16 gennaio 2012 – Con il titolo internazionale There Will Come A Day, il terzo lungometraggio diretto da Giorgio Diritti sbarcherà fra pochi giorni al Sundance Film Festival. Un Giorno Devi Andare, sceneggiato da Diritti con Fredo Valla e Tania Pedroni, vede protagonista Jasmine Trinca nel ruolo della giovane Augusta, affiancata da Anne Alvaro, Pia Engleberth, Sonia Gessner. Lo potremo vedere nelle sale italiane a partire dal 28 marzo, distribuito da BIM.
Classe 1959, il regista (cinematografico e teatrale), sceneggiatore e montatore bolognese è sicuramente uno dei pochi autori italiani ancora in grado di mettere d’accordo, nell’acclamarlo, la critica ed il pubblico (almeno quello cinefilo). Dopo l’inatteso exploit del suo film d’esordio Il Vento Fa Il Suo Giro nel 2005 (rimasto in programmazione al Cinema Mexico di Milano per più di un anno e mezzo, diventando un vero “caso”, il film è stato presentato in oltre 60 festival nazionali ed internazionali che gli hanno tributato di una quarantina di premi); Diritti è riuscito nell’impresa di ripetersi, convincendo tutti con lo splendido L’Uomo che Verrà (presentato al Festival Internazionale del Film di Roma nel 2009 e vincitore del Gran Premio della Giuria Marc’Aurelio D’argento, del Premio Marc’Aurelio D’oro del Pubblico e del Premio “La Meglio Gioventù”, oltre che pluridecorato ai David di Donatello ed ai Nastri d’Argento) e confermando le proprie qualità.
Questa la sinossi ufficiale di Un Giorno Devi Andare:
Dolorose vicende familiari spingono Augusta, una giovane donna italiana, a mettere in discussione le certezze su cui aveva costruito la sua esistenza. Su una piccola barca e nell’immensità della natura amazzonica inizia un viaggio accompagnando suor Franca, un’amica della madre, nella sua missione presso i villaggi indios, scoprendo anche in questa terra remota i tentativi di conquista del mondo occidentale. Augusta decide così di proseguire il suo percorso lasciando la comunità italiana per andare a Manaus, dove vive in una favela. Qui, nell’incontro con la gente semplice del luogo, torna a percepire la forza atavica dell’istinto di vita, intraprendendo il “suo” viaggio fino ad isolarsi nella foresta, accogliendo il dolore e riscoprendo l’amore, nel corpo e nell’anima. In una dimensione in cui la natura assume un senso profetico, scandisce nuovi tempi e stabilisce priorità essenziali, Augusta affronta l’avventura della ricerca di se stessa, incarnando la questione universale del senso dell’esistenza umana.