Head over Heels: il corto d’animazione in stop motion candidato agli Oscar 2013
Trailer e curiosità sul corto d’animazione inglese candidato agli Oscar 2013
Ancora un titolo in lizza per gli Oscar 2013 parte della cinquina per il Miglior cortometraggio d’animazione. Dopo il notevole Paperman della Disney oggi vi proponiamo Head over Heels, corto inglese realizzato in stop-motion con l’ausilio della rodata plastilina (alla Wallace e Gromit tanto per intenderci), scritto e diretto dallo specialista americano Timothy Reckart, supportato per l’occasione da un team di dieci studenti dell’istituto britannico National Film and Television School che hanno realizzato l’opera come corto di diploma nell’arco di 14 mesi.
Dopo molti anni di matrimonio Walter e Madge si ritrovano a vivere separati, ma la loro è una condizione fortemente atipica per quanto concerne i separati in casa, perchè la loro distanza con il tempo ha influito sulla gravità creando una separazione fisica che va ben il lato emotivo, infatti in una casa divisa letteralmente a metà Walter occupa il pavimento e Madge vive sul soffitto. Vite parallele nella stessa casa, senza rivolgersi la parola e a malapena guardarsi. Quando Walter scopre un vecchio ricordo da tempo perduto che lo riporta con la mente al giorno del loro matrimonio, cerca di riaccendere la fiamma che ha dato vita un tempo alla loro storia d’amore. Ma questo suo gesto che si tramuta in uno sconfinamento fisico mina l’equilibrio che si era creato tra i due piani della casa, che finisce per crollare riunendoli. Ora la coppia non sa in che modo, ma deve riuscire ad andare d’accordo fino a che non si troverà una soluzione, ma fino a quel momento dovranno trovare un modo per rimettere di nuovo insieme i pezzi del loro matrimonio.
Reckart è al suo terzo cortometraggio, il regista è un esperto animatore che risiede a New York, ma si è diplomato in regia per film d’animazione proprio alla National Film and Television School, da qui la collaborazione con la squadra di studenti composta dagli inglesi Fodhla Cronin O’Reilly (produzione), Chloe Thomson (fotografia), Helen Brownell (supervisore effetti visivi), Jennifer Groves (effetti speciali), Lizzie Bull (produzione) e Tom Hill (sceneggiatura), a cui si sono aggiunti la scenografa francese Eleonore Cremonese, il gallese James Taylor (montaggio), la malesiana Axle Kith Cheeng (sonoro) e l’americano Jered Sorkin (musica).
Reckart racconta come gli è balenata in mente l’idea della storia che è legata a un dipinto di Rembrandt:
L’idea di Head Over Heels arriva da un dipinto di Rembrandt del 1632 chiamato Filosofo in meditazione. C’è una scala a chiocciola in un angolo che è simmetrica, come se potrebbe anche essere usata da qualcuno che vive sul soffitto. Ho immaginato due persone e la condivisione di una scala del genere e ho cominciato a chiedermi chi fossero e in che modo avessero fatto quella fine. Questi personaggi si sono sviluppati in Walter e Madge, una coppia sposata che si è allontanata nel corso degli anni.
Il regista racconta di come lo stop-motion sia il formato ideale per creare un ambiente fisico idoneo all’escamotage della casa separata dalla gravità:
Lo stop-motion è il mezzo perfetto per il mondo capovolto, perché ha reso la nostra geografia distorta il più realistica possibile. Ogni oggetto ha una sua consistenza e una profondità reale e non abbiamo avuto bisogno di ricorrere ad alcun trucco digitale per capovolgere il mondo a testa in giù. Noi abbiamo appeso fisicamente i burattini al soffitto, basando l’animazione sull’impressione di una gravità invertita. Ogni scena sfrutta appieno luci e ombre tridimensionali dello stop-motion, grazie alla luce del direttore della fotografia Chloë Thomson. Tutti questi fattori aiutano Walter e Madge ad abitare la loro casa impossibile con un senso molto naturale di peso e di spazio…
Concludiamo con i doppiatori inglesi dei due protagonisti: Walter ha la voce dell’attore di teatro e tv Nigel Anthony, mentre Madge quella dell’attrice Rayyah McCaul.