Il boudoir del cinefilo 2. Tutti pazzi per Chloe Sevigny: ecco la gallery che tutti abbiamo sognato
La seconda puntata del boudoir del cinefilo la dedichiamo interamente ad un’attrice non così nota in Italia, ma che tutti noi amiamo alla follia. Cosa ce la fa amare così tanto? Sarà la scelta di fare film indipendenti, quel suo essere svampita e annoiata, la sua completa disibinizione sul grande schermo…Eppure Chloe Sevigny nata il
La seconda puntata del boudoir del cinefilo la dedichiamo interamente ad un’attrice non così nota in Italia, ma che tutti noi amiamo alla follia. Cosa ce la fa amare così tanto? Sarà la scelta di fare film indipendenti, quel suo essere svampita e annoiata, la sua completa disibinizione sul grande schermo…
Eppure Chloe Sevigny nata il 18 novembre 1974 a Darien, Connecticut, l’abbiamo notata fin da subito fin dai tempi di Mosche da Bar (1996). In quel film un loser sfigato come Steve Buscemi vede nella nostra amata Chloe l’unica ancora di salvezza nella sua esistenza vuota passata tra l’officina e il bar.
Solo in seguito ho potuto recuperare i suoi primi film ultraindipendenti fatti con il suo moroso Harmony Korine (diciamo tutti grazie a questo regista!!!), ovvero Kids (1995) (in questo film esordì anche una certa Rosario Dawson…ma chi faceva i casting in quel film, il mago Otelma?) e Gummo (1997) (qui la Sevigny curò anche i costumi del film… e si vede che c’è il suo tocco!).
Solo alla fine degli anni 90 arrivò la notorietà, grazie al film Boys don’t cry (1999). In questo film, a dire il vero, una stellare Hillary Swank rubava la scena a chiunque, ma alla Sevigny tanto bastò per avere nominations ai Golden globe e agli Oscar, e la sua fama oltrepassò il circuito dei film indies.
Lavorò difatti in seguito con autori del calibro di Woody Allen (Melinda e Melinda), Volker Schlondorff (Palmetto), Lars Von Trier (Dogville e Manderlay) e Olivier Assayas (Demonlover). Da segnalare, e da rivedere più volte, la brevissima ma incisiva sequenza girata in Broken flowers di Jim Jarmusch…
Ma la fama della Sevigny come abbiamo notato nel boudoir del cinefilo n. 1 è legata anche alla sequenza della fellatio con Vincent Gallo, una scena girata con l’allora partner anche nella vita, che solo una grande attrice poteva permettersi, perchè è una di quelle sequenze che corrono il rischio di segnarti per tutta la carriera o di farti emarginare dal grande circuito.
Ma la Sevigny un pò per la sicurezza nei propri mezzi, un pò per il suo modo di essere, continua a percorrere sicura la sua strada borderline, facendo anche la stilista, senza quell’alone un pò trash-patinato che avvolge invece la sua versione all’amatriciana che è Asia Argento.
Ma ora.. vi lascio alla gallery!