Cineblog consiglia: Scarface
Scarface, (Scarface, USA, 1983). Regia di Brian De Palma. Con Michelle Pfeiffer, Al Pacino, Robert Loggia, Steven Bauer, F. Murray Abraham. Drammatico, 170’Stasera, Giovedì 28 Agosto, Rete 4 ore 21:10Appuntamento davvero imperdibile stasera su Rete 4 con il capolavoro di Brian De Palma.Siamo nel1980 e Fidel Castro, con lo scopo apparente di farli riavvicinare ai
Scarface, (Scarface, USA, 1983). Regia di Brian De Palma. Con Michelle Pfeiffer, Al Pacino, Robert Loggia, Steven Bauer, F. Murray Abraham. Drammatico, 170’
Stasera, Giovedì 28 Agosto, Rete 4 ore 21:10
Appuntamento davvero imperdibile stasera su Rete 4 con il capolavoro di Brian De Palma.
Siamo nel1980 e Fidel Castro, con lo scopo apparente di farli riavvicinare ai loro parenti, consente a numerosi cubani di lasciare l’isola per approdare negli Stati Uniti, celando il reale obiettivo di svuotare le carceri. Fra i profughi ci sono Antonio “Tony” Montana (Al Pacino) e il suo amico Manolo “Manny” Ribera.
Giunti in America i due vengono mandati alla Freedom Town, un centro per immigrati, dalla quale riescono ad uscire grazie all’omicidio di un rifugiato politico; insofferenti ai lavori tradizionali, diventano ben presto gangster. Inizia così la loro ascesa nei ranghi della malavita, tramite il criminale Frank Lopez, che rimane colpito dal carisma e dall’intraprendenza di Tony, il quale però si innamora della bellissima donna di Frank, Elvira Hankcock (una Michelle Pfeiffer…oh ohh, splendente!).
Con i primi soldi accumulati, Tony si reca a trovare la madre, che rifiuta il suo aiuto economico derivante dai proventi dell’attività criminale, e la sorella Gina (M.E. Mastrantonio al suo esordio), verso la quale ha un forte istinto protettivo ed un affetto morboso. Montana viene quindi mandato da Lopez in Bolivia a trattare per una grossa fornitura di coca da Alejandro Sosa, uno dei più grandi produttori: si conquista immediatamente la fiducia dell’uomo, facendo il definitivo salto di qualità nelle gerarchie dello spaccio. Dopo aver eliminato anche Lopez, Tony diventa sempre più ricco e potente, sposa Elvira e si fa costruire una villa immensa arredata con sfarzo, lusso ed eccessi.
Presto il rapporto con la bellissima, ma apatica e tossicodipendente moglie si deteriora: per l’uomo, divenuto ormai un boss, è l’inizio di un precipitoso ed inarrestabile declino, che lo porterà a scontrarsi con Sosa, con il suo migliore amico Manolo e con la sorella Gina, divenendo vittima di un delirio di onnipotenza che come risultato finale lo condurrà verso l’autodistruzione…
Il film, realizzato nel 1983, si avvale della firma prestigiosa di Oliver Stone alla sceneggiatura, delineando un ritratto crudo e realista del mondo della criminalità legata allo spaccio di coca. Proprio per il modo in cui presenta gli immigrati, Scarface ricevette dure critiche dagli stessi cubani, ed a causa della forti scene di violenza presenti nel film alcune di esse furono censurate. Il film è il remake dell’omonimo lungometraggio degli anni trenta diretto da Howard Hawks. Nell’originale Scarface, che si svolge ai tempi del proibizionismo, l’oggetto dei traffici illeciti era l’alcool, ed il protagonista era un gangster italo americano (personaggio ispirato ad Al Capone). In entrambe le pellicole è forte la presenza del tema dell’amore quasi incestuoso del gangster per la sorella.
La trama, unita alla strepitosa regia di Brian De Palma, trasla gli ideali, portati all’estremo, del ghetto, delineando metaforicamente una feroce rilettura del capitalismo, dove il sogno americano, l’anticomunismo (“io un comunista lo ammazzo anche gratis; per la carta verde di residenza, sarei anche disposto a sotterrarlo”) si rivolta contro se stesso e la cultura del denaro conduce all’eccesso ed all’assenza di limiti, in una delirante volontà potenza che trasfigura se stessa nel proprio annientamento.
L’American Dream viene estremizzato: chiunque abbia le palle può conquistare il mondo (“In questo Paese, devi fare la grana prima. E quando hai fatto la grana, c’hai il potere. E quando hai il potere, c’hai pure le donne. È per questo che bisogna muoversi”), come si fa scrivere Tony su una statua al centro della sua piscina interna (“Il mondo è tuo”) e tutti sono collusi in un modo o nell’altro: i trafficanti, i banchieri ed i politici. La felicità è un divertimento distorto che nasce soprattutto dal consumo (“È tutto qui? Si riduce tutto a questo, Manny: mangiare, bere, scopare, fumare, sniffare. E dopo? Dimmelo. E dopo? Arrivi a 50 anni e ti ritrovi una pancia come un barile. Ti vengono due zizze come una balia, ma con i peli di sopra. Ti ritrovi un fegato mezzo disintegrato a forza di mangiare questa roba di merda e diventi come queste mummie del cazzo che stanno qua dentro”), in un percorso dialettico di negazione delle ambizioni iniziali, esemplificate dalle parole pronunciate dallo stesso Tony durante la sua ascesa: “tu accontentati, io mi prendo tutto quello che posso; voglio il mondo, e tutto quello che c’è dentro”.
Affiancato da una splendida Michelle Pfeiffer agli esordi, Al Pacino regala un’interpretazione leggendaria, facendo di Montana un’icona e contribuendo a creare un’opera che ha tracciato il percorso per i film, di genere e non, successivi. Stupenda la colonna sonora di Giorgio Moroder.
Voto Davide: 9,5