Venezia 65: Tutto è musica – Nel blu dipinto di blu – Do Visìvel ao Invisìvel
Fuori concorsoTutto è musica, di Domenico Modugno La giornata di pre-apertura del festival è stata all’insegna di Domenico Modugno. Cantautore, attore, regista, personaggio celebrato ad ottant’anni dalla nascita. Tutto è musica è una specie di biografia di Modugno, che ripercorre grazie ai testi delle sue canzoni i suoi celebri successi. In apertura lui stesso ci
Fuori concorso
Tutto è musica, di Domenico Modugno
La giornata di pre-apertura del festival è stata all’insegna di Domenico Modugno. Cantautore, attore, regista, personaggio celebrato ad ottant’anni dalla nascita. Tutto è musica è una specie di biografia di Modugno, che ripercorre grazie ai testi delle sue canzoni i suoi celebri successi. In apertura lui stesso ci spiega che ogni singolo rumore e anche il silenzio sono musica, anche quella che si trova nel nostro cuore.
Visto oggi, il film risulta francamente imbarazzante, soprattutto nei primissimi minuti, tra false interviste sulla paternità e il significato un po’ spicciolo della musica che si può trovare ovunque. Composto da vari momenti apparentemente slegati, il film assume quasi il carattere di un film ad episodi costruito su tanti videoclip (non male comunque il momento de L’uomo in frack: forse perché la canzone è davvero Storia). Addirittura c’è un episodio, all’inizio anche divertente, con Franco e Ciccio. Curiosità: alla sceneggiatura ha collaborato Tonino Valerii, anche aiuto regista.
Nel blu, dipinto di blu (Volare), di Piero Tellini
Si celebra ancora Modugno con questo musicarello del 1959, sceneggiato da Scola e Zavattini tra un po’ di neorealismo e un po’ di melodramma. Ma la presenza di un formidabile Vittorio De Sica (che canta la celeberrima canzone che dà il titolo al film e grazie alla quale Modugno vinse a Sanremo) garantisce anche punte di ironia.
La storia vede come protagonista il siciliano Turi, interpretato proprio da Modugno, alle prese con il rischio di finire in galera e problemi sentimentali. Non bruttissimo, evidentemente, ma di certo sottotono e scontato nella narrazione.
Do Visìvel ao Invisìvel, di Manoel de Oliveira
Poteva mancare de Oliveira a Venezia? Certo che no, e nonostante il regista (che tra poco compie ben 100 anni) non porti un lungometraggio ci regala comunque qualche corto. Questo precede il film di apertura Burn After Reading dei Coen, e narra dell’incontro per strada, dopo tanto tempo, di due amici. Quando i due iniziano appena a salutarsi, succede il delirio per colpa dei cellulari di entrambi che non smettono di squillare: che fare per rimediare? Ci potete anche arrivare da soli, ma il risultato finale strappa comunque la risata e l’applauso per un regista importantissimo.