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Venezia 65: Jay – Khastegi (Tedium)

Orizzonti Jay, di Francis Xavier PasionChe oggetto curioso questo film filippino! Girato in economia ma con alcune belle idee, il film è una specie di mockumentary e di backstage di un servizio che due operatori devono realizzare sull’omicidio di un ragazzo che si scopre essere omosessuale. Ma la presenza della videocamera e l’abilità dell’intervistatore faranno

29 Agosto 2008 13:36

leone venezia 29Orizzonti
Jay, di Francis Xavier Pasion

Che oggetto curioso questo film filippino! Girato in economia ma con alcune belle idee, il film è una specie di mockumentary e di backstage di un servizio che due operatori devono realizzare sull’omicidio di un ragazzo che si scopre essere omosessuale.

Ma la presenza della videocamera e l’abilità dell’intervistatore faranno cadere in tentazione tutti i familiari e amici della vittima, che dopo il dolore iniziale vorranno diventare protagonisti assoluti del servizio, anche con finti pianti disperati senza alcun pudore…

Jay è un film godibilissimo, a tratti davvero riuscito, che sposa una narrazione che non fa sconti a nessuno e che trasporta lo spettatore in un mondo cinico e terribile. Ma, comunque, con mano leggera, senza risultare mai troppo banale.

Khastegi (Tedium), di Bahman Motamedian
Dopo la delusione del primo film, ecco il secondo film sorpresa: un’altra delusione, a malincuore. Poteva essere un gran bel film, visto il tema della transessualità in Iran, ma il tutto finisce per risultare scontato e poco incisivo. La coralità del film (protagonisti sette transessuali) si riduce quasi ad un minimalismo banale che in alcuni momenti affonda le mani nei problemi seri, ma spesso finisce per essere davvero poco interessante. Non da buttare, sia mai, anche perché il coraggio è tutto da premiare, ma ci si aspettava davvero di più: se lo sarebbero meritati la causa e anche il pubblico. Non male comunque incipit e finale.

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