The Impossible: Recensione in anteprima
Juan Antonio Bayona porta sullo schermo la storia vera di una famiglia in vacanza durante le feste Natalizie, separata dalla furia dello Tsunami e miracolosamente sopravvissuta
È stata un’esperienza incredibile. Fin dal primo momento, quando Jota (il regista) ci ha detto: ‘Voglio realizzare un film sulla vostra storia’, abbiamo risposto: ‘Non è la nostra storia, ma la storia di molte, moltissime persone’. Solo che non tutti sono stati fortunati quanto noi.
– Maria Belon
Cinque anni dopo il successo di The Orphanage, il trentasettenne regista spagnolo porta sullo schermo un’altra storia dell’orrore. Orrore reale questa volta, e proprio per questo molto più angosciante e spaventoso. Nessun mostro, fantasma o sinistra presenza; solamente la terribile furia della natura che nel 2004 ha provocato la morte di centinaia di migliaia di persone nel sud-est asiatico. Un’apocalisse vissuta in prima persona da una famiglia di turisti ed ora – indirettamente – dal pubblico di tutto il mondo.
Disaster-movie solo all’apparenza, The Impossible rinuncia a spettacolarizzare lo tsnunami, raccontandolo con immagini forti e particolareggiate, quasi documentaristiche e di estremo realismo, grazie anche all’ottimo lavoro svolto sul sonoro. Il film ha dalla sua la forza di un gruppo di attori straordinariamente bravi – su tutti Naomi Watts, finalmente tornata a far sfoggio del proprio talento dopo più di qualche titolo sbagliato – oltre ad uno stile registico sensibile e intimista, che porta in primo piano le emozioni e lo stato psicologico dei protagonisti, riuscendo – soprattutto nella prima parte – ad attanagliare lo spettatore in una ferrea morsa di angoscia senza concedere troppo al pietismo ricattatorio tipico di un certo cinema.
La furia dello tsunami e la distruzione che ne consegue sono protagonisti tangibili dell’opera, al pari dei personaggi in carne ed ossa. Il fatto di aver optato per una reale massa d’acqua e non per una ricostruzione dell’evento in computer grafica, giova senz’altro molto alla riuscita dell’operazione; così come la meticolosa ricostruzione della devastazione post-tsunami. Dal punto di vista tecnico la pellicola è semplicemente ineccepibile e la sequenza dell’onda è a mio modesto avviso più riuscita e maggiormente coinvolgente di quella analoga vista in Hereafter di Clint Eastwood.
Se per la prima metà The Impossible è un film quasi perfetto, nella seconda parte cala un po’ di tono, scivolando a tratti nella retorica. Molto poetico, seppure forse superfluo, il cameo di Geraldine Chaplin; e molto toccante lo sfogo di McGregor al telefono con il suocero. Della straordinaria performance offerta da Naomi Watts abbiamo già accennato, è necessario aggiungere un plauso particolare ai tre piccoli attori scelti per interpretare i figli della coppia. Non accade spesso di vedere sullo schermo degli bambini attori tanto “in parte”, soprattutto quando si parla di ruoli di tale intensità.
Voto di Simona: 7.5
Voto di Federico: 7.5
Commento di Gabriele Capolino
Si dice che Lars Von Trier sia sadico, e che si scagli senza pietà contro i suoi personaggi. Spesso si tratta di personaggi femminili: umiliati, torturati, e che fanno una brutta fine. Il personaggio che soffre (fisicamente) di più in The Impossible è Maria, lacerata e dilaniata dallo tsunami che ha investito tutto e tutti, ma – dei componenti della famiglia – colei che ci rimette di più a livello fisico.
Pare che Bayona, come Von Trier, provi quasi un certo piacere nello scagliarsi contro la sua protagonista femminile (quella gamba…). Dove sta però la differenza tra Von Trier e il Bayona di The Impossible? Dopotutto sono entrambi sadici, ci fanno star male e penare per la salvezza delle eroine. Ma abbiamo ormai capito che il sadico Lars sta vicino ai suoi personaggi e soffre con loro (certo, bisogna apprezzarlo per dire ciò): mentre Bayona pare distaccato, e mette su una via crucis violentissima che filma con un gusto francamente a tratti sgradevole.
Facile far piangere con una storia del genere. Qual è il fine di The Impossible? Guardandolo, io penso solo alle lacrime da strappare con forza al pubblico. Ma sono quelle lacrime che tiri fuori facilmente bastonando i personaggi. Lars ci gode ma ne è emotivamente coinvolto, Bayona ci gode e basta. Discutibile, certo: ma ditemi se The Impossible non vi sembra l’ultima, sadica, retorica e melodrammatica frontiera del film per famiglie (nonostante la violenza copiosa, in America è un PG-13!). Tratto da una storia vera? Bellissima storia, ovviamente, ma il cinema è l’arte di raccontarle, le storie.
Ultima (?) differenza tra Lars e Bayona: la regia, va da sé. Se non si apprezzano stile ed intenzioni del cinema di Von Trier, non capirò mai coloro che riescono ad apprezzare The Impossible, che sfrutta ogni mezzo possibile per colpire lo stomaco dello spettatore: provate solo a pensare a com’è risolto il momento in cui Maria viene colpita dall’onda… E che dire della scena in ospedale in cui padre e figli vagano, quasi s’incrociano otto volte, e via dicendo? Facciamo urlare il pubblico “è lì dietro, girati!”, facciamolo partecipare a forza. Per dire: il cinema sadico e “retorico” bisogna comunque saperlo fare.
Voto di Gabriele: 4
Nei cinema da giovedì 31 gennaio 2013 Qui il trailer italiano.
The Impossible (id. – drammatico – USA, Spagna 2012) Regia di Juan Antonio Bayona, con Naomi Watts, Ewan McGregor, Tom Holland, Geraldine Chaplin, Marta Etura, Dominic Power, Bruce Blain, Sönke Möhring, Nicola Harrison, Natalie Lorence, Byron Gibson, Olivia Jackson, Anteo Quintavalle, Ploy Jindachote, Laura Power, Gitte Julsrud, Oaklee Pendergast, Russell Geoffrey Banks, Johan Sundberg, Samuel Joslin, Jan Roland Sundberg, Christopher Alan Byrd, Georgina L. Baert, Oli Pascoe, Lancelot Kwok, Vanesa de la Haza, George Baker, Henry Reed,