Venezia 65: The Sky Crawlers – Iki Cizgi (Two Lines)
The Sky Crawlers, di Mamoru Oshii Oshii, al suo ritorno all’animazione dopo l’esperimento Tachiguishi Retsuden, presentato due anni fa a Venezia in Orizzonti e che fece tanto discutere per la sua particolarità, non delude le aspettative. The Sky Crawlers è un nuovo, originalissimo film d’animazione per adulti dove la voglia del grande regista di indagare
The Sky Crawlers, di Mamoru Oshii
Oshii, al suo ritorno all’animazione dopo l’esperimento Tachiguishi Retsuden, presentato due anni fa a Venezia in Orizzonti e che fece tanto discutere per la sua particolarità, non delude le aspettative. The Sky Crawlers è un nuovo, originalissimo film d’animazione per adulti dove la voglia del grande regista di indagare sulle contraddizioni dei suoi personaggi e su questioni etiche è sempre altissima, così come avveniva nei due capitoli di Ghost in the Shell e in Avalon.
Nel mondo non ci sono più guerre e finalmente regna la pace: ma, freudianamente, per sentirsi vivi e per avere una concezione plausibile di realtà, gli adulti hanno bisogno di vedere e di metabolizzare la violenza. Di conseguenza i Kildren combattono nel cielo divisi in squadre; sono fisicamente dei bambini, e lo saranno in eterno, condannati a fare il gioco degli adulti con una sete di spettacolo ultra-violento. E possono morire solo in battaglia.
Protagonista del film è Yuichi Kannami, un kildren che ricorda poco del suo passato e che il comandante della base, la kildren Suito Kusanagi, madre di una bambina che tra poco diverrà fisicamente come lei e la supererà, pare aspettare da tempo…
Oshii ci regala un mondo dove i bambini in questione di comportano come degli adulti, quindi bevono, fumano e fanno l’amore con ragazze anche ben più grandi di loro: ben poco accomodante. Ma al di là della rappresentazione dei comportamenti inusuali di questi bambini, al regista interessano come si diceva prima le tematiche più esistenziali.
E tratta i kildren con la stessa intelligenza e spietata delicatezza con cui aveva analizzato i cyborg del suo dittico precedente: il risultato è un nuovo corto circuito all’insegna della ricerca della propria identità, in un puzzle in cui le verità si scoprono poco a poco. Animazione a livelli altissimi, e ce lo aspettavamo, e soprattutto ottimo dosaggio del ritmo in funzione della storia. Il mix tra approfondimento psicologico e fenomenali sequenze d’azione in aria è entusiasmante.
Settimana della critica:
Iki Cizgi (Two Lines), di Selim Evci
Il cinema come non vorremmo che fosse mai. Riassumento la trama: lui e lei, fidanzati, sono in crisi; prendono la macchina, viaggiano, e tra l’incomunicabilità a cui è destinato il loro rapporto e alcune “prove” devono superare la loro crisi. Storia di una banalità che impietosisce, e neanche supportata da una tecnica che tenga svegli. E pensare che era iniziato quasi come una commedia, per poi sprofondare in soporiferi silenzi che nulla dicono. Il finale poi è grossolano, grottesco e irritante. Il peggior film visto finora in tutte le sezioni quest’anno.