Venezia 65: Bumazhny soldat (Paper Soldier) – Nuit de chien
Venezia 65: Bumazhny soldat (Paper Soldier), di Alexey German Jr. Che mistero di film. Qualche rumor, prima delle proiezioni ufficiali, lo dava come uno dei risultati più interessanti del concorso (che, per inciso, incomincia a carburare qualcosina, rimanendo comunque deludente per alcune, troppe brutture assolute). Figlio d’arte, Alexey German Jr. dirige un film sulle illusioni
Venezia 65:
Bumazhny soldat (Paper Soldier), di Alexey German Jr.
Che mistero di film. Qualche rumor, prima delle proiezioni ufficiali, lo dava come uno dei risultati più interessanti del concorso (che, per inciso, incomincia a carburare qualcosina, rimanendo comunque deludente per alcune, troppe brutture assolute). Figlio d’arte, Alexey German Jr. dirige un film sulle illusioni della Russia, che tenta di risollervarsi dalla dittatura con il sogno di poter volare nello spazio sulla Luna.
L’ufficiale medico Daniel Pokrovsky è incaricato di seguire i giovani cosmonauti per la prima missione ufficiale russa di viaggio oltre l’atmosfera terrestre: man mano che le prove e gli incidenti continuano, Daniel intraprende una relazione con una ragazza, pur essendo già sposato, ed inizia una profonda crisi, indeciso se continuare a rischiare di uccidere esseri umani in onore di una causa o lasciar perdere…
German utilizza una bellissima fotografia al servizio di un interessante ambientazione piena di fango, acqua e carri armati, e ci dà sotto con grandi movimenti di macchina, carrellate e dinamici pianisequenza. Ciò che funziona meno è la sceneggiatura, troppo impegnata a ricercare dialoghi folli e divertenti in cui lo spettatore si perde. Ha diviso: c’è chi l’ha odiato e a chi è garbato molto. Un mistero per davvero.
Nuit de chien, di Werner Schroeter
Tutto in una notte. Una notte folle, terribile, dove la sopravvivenza è l’unica metà. Ossorio ritorna nella sua città natale per cercare la donna che ha sempre amato, Clara. Ma si ritrova una città sotto assedio divisa tra fazioni che si combattono e addirittura il colera. La trasgressione la fa da padrona, e l’unico modo per sopravvivere è scappare con una nave che partirà all’alba…
Schroeter, regista di culto poco conosciuto comunque in Italia per colpa di una distribuzione che ha fatto arrivare nel nostro paese forse due o tre sue film, dirige un film distopico che vuole rappresentare una notte terribile, pericolosa e inquietante. Purtroppo cade in un facile tranello: quello di lasciar viva l’immaginazione in favore di una ben dichiarata anarchia della narrazione.
Il risultato è un confuso pasticcio che si divide tra facili provocazioni (ad esempio lo “sfacciato” nudo di un ragazzo omosessuale) e momenti confusi. Il protagonista è stato già definito il “Bruce Willis dei poveri”.