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Film 2013: i 10 film indie americani da non perdere in sala

Dalla magia del premiato Re della Terra Selvaggia alle folli protagoniste di Spring Breakers: ecco i 10 film indie americani da vedere in sala fino ad aprile.

pubblicato 6 Febbraio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 18:06

Da qualche giorno è finito il Sundance Film Festival 2013, da cui sono usciti tanti film indie che stiamo tenendo d’occhio. Probabilmente alcuni li vedremo prima o poi (l’anno prossimo?), ma intanto incominciano ad arrivare nelle nostre sale alcune opere viste alla rassegna indie dell’anno scorso: da domani, ad esempio, arriva l’imperdibile Re della Terra Selvaggia, l’opera prima di Benh Zeitlin che ha vinto il Sundance 2012, la Camera d’Or a Cannes, ed è arrivato trionfante agli Oscar.

Re della Terra Selvaggia apre ufficialmente tre mesi ricchi di film indipendenti americani per quel che riguarda la distribuzione italiana. Trattandosi della nostra distribuzione, si tratta di un calderone in cui possiamo trovare anche recuperi “di lusso” (tra una settimana arriva Blue Valentine, presentato al Sundance 2010). Quindi noi di Cineblog abbiamo pensato di mettere ordine alle uscite che vanno da domani fino ad aprile, scegliendo i 10 titoli indie che si faranno strada – a volte a fatica – nelle sale italiane, e scovando i motivi per cui non dovreste perderli.

Piccola nota: le date dei film sono quelle che abbiamo ad oggi, e tenteremo di monitorare eventuali spostamenti e di aggiornare il post in tempo reale. Ma, per essere certi delle uscite “corrette”, controllate settimanamente il nostro Weekend in sala.

Re della terra selvaggia: Hushpuppy, 6 anni, vive nella comunità soprannominata Bathtub, su un delta del sud. Il padre, severo ma affettuoso, la prepara a vivere nell’universo, prima che lui non ci sia più a proteggerla. E mentre la sua salute peggiora, gli uri, bestie mitologiche, si avvicinano. Un’opera che inizia a seguire le regole del cinema indie rurale: poi, magicamente, spicca il volo. Brividi ovunque, anche grazie ad una colonna sonora di rara potenza. Quello di Benh Zeitlin è l’esordio indie più importante, forse, da George Washington di David Gordon Green. Nominato a 4 Oscar, compreso film, regia e la menzione alla vulcanica Quvenzhané Wallis, la più giovane attrice mai nominata. Dal 7 febbraio.

Trovate gli altri film dopo il salto.

Re della Terra Selvaggia
Blue Valentine
Noi siamo infinito
Promised Land
Il lato positivo - Silver Linings Playbook
The Sessions

Blue Valentine: Dean e Cindy tentano di far restare a galla il loro matrimonio, provando anche ad andare in un motel a “divertirsi”. Ma dopo tanto tempo il rapporto è rovinato: e mentre la loro storia si spegne, ripercorriamo anche il momento in cui amore fu… Ovvero: come rendere ancora più straziante una storia già dolorosa. Derek Cianfrance dirige con tocco lieve, sincero e delicato, ed è capace di far vibrare la materia quando meno te l’aspetti: anche con uno stacco di montaggio (notare il momento in cui il giovane Dean arriva alla casa di cura). E, alla fine, ci sono i fuori d’artificio. Ryan Gosling e Michelle Williams coppia più bella del mondo. Dal 14 febbraio.

Noi siamo infinito: Charlie scrive lettere ad un suo amico, e intanto arriva il primo giorno di scuola. Oohh, l’adolescenza. Stephen Chbosky, autore del libro alla base del film, non è un regista, e non è certo uno che ha già capito bene come tenere le redini della materia scritta sul grande schermo. Ma la sua descrizione della vita adolescenziale, coi suoi problemi e le ansie e le paure e le piccole follie e gli amici e i professori e la musica e i baci e tutto, è onesta, diretta, fragile. Chi vorrà ospitare questa storia non avrà alcun problema a farlo. I tre attori protagonisti sono bravissimi, ma Ezra Miller spicca su tutti ancora una volta. Dal 14 febbraio.

Promised Land: Steve e Sue, agenti di vendita per una grossa compagnia di estrazione di gas naturale, arrivano nella piccola cittadina di McKinley, convinti di poter convincere in poco tempo gli abitanti ad ottenere i diritti di trivellazione sui terreni di loro proprietà. Non sarà così. Doveva essere il film d’esordio alla regia per Matt Damon, che per diversi motivi ha dovuto abbandonare il timone e passarlo all’amico Gus Van Sant: che gira su commissione, ma con la sua consueta professionalità e con il solito bello sguardo sulla periferia americana. In America l’argomento ha fatto discutere e la critica si è divisa. Non un gran film, ma professionale e ritmato, e con un paio di trovate notevoli. Nonostante il finale. Dal 14 febbraio.

Il lato positivo – Silver Linings Playbook: Pat è stato dimesso da un istituto per malattie mentali, e cerca a suo modo di diventare l’uomo che l’ex moglie avrebbe sempre desiderato. Solo che con l’ex moglie è finita da tempo, ma Pat non sembra capirlo. Intanto conosce Tiffany, una vicina di casa problematica. Il crowd-pleaser dell’anno, e il feel-good movie degli Oscar 2013: definizioni anglofone che però descrivono a pennello il film di David O. Russell. Pensato, scritto e diretto per piacere alla stragrande maggioranza del pubblico, ma con un gran bel cast, alcuni tocchi gentilissimi, dialoghi brillanti e un ritmo sostenuto. Giudizi: da “carino” a “imperdibile”, difficilmente si uscirà dalla sala parlandone male. Dal 7 marzo.

The Sessions: Mark O’Brien, a causa della poliomelite che lo ha colpito da bambino, è costretto a passare il resto della propria vita in un polmone d’acciaio. Non ha mai avuto un rapporto sessuale: adesso, a 38 anni, è determinato a perdere la propria verginità. Lo aiutano l’assistente tuttofare, un prete e una sex therapist. Tratto dall’autobiografia del giornalista e poeta californiano Mark O’Brien, è uno dei successi del Sundance 2012 (ha vinto il Premio del pubblico e un Premio speciale della giuria per il cast). Non un film esaltante dal punto di vista registico e stilistico: ma è talmente sentito che non gli si può non voler bene. E poi dice cose belle e giuste sul sesso. Straordinario John Hawkes, coraggiosa Helen Hunt, che si concede in full frontal. Dal 7 marzo.

Spring Breakers: Brit, Candy e Cotty convincono Faith a partecipare allo spring break più bello della loro vita in Florida. Il gangsta Alien le prende sotto la sua ala protettrice: ma, nonostante tutto, le spring breaker non hanno bisogno d’aiuto… Gummo diretto da Terrence Malick che ha appena rivisto Faster Pussycat Kill Kill. Cult fulminante e istantaneo, radiografia al neon di una generazione. La cosa più bella? Ne illustra la sporcizia, ma ne indaga l’innocenza. Folle e smisurato, ma anche lucido, critico e addirittura “commovente”. Geniale il rovesciamento delle ragazze Disney messe a nudo. Colonna sonora (Cliff Martinez, Skrillex, Britney…) da festa immediata. Spring break forevah, bitches. Dal 7 marzo.

Come un Tuono: Luke è uno stuntman di moto che si trova costretto a dover rapinare delle banche per poter mantenere la moglie e il figlio. Ciò lo porterà a scontrarsi più volte con un poliziotto entrato in politica… Atteso sia a Cannes che Venezia 2012, è arrivato a Toronto, dove ha avuto un’accoglienza abbastanza entusiastica. Derek Cianfrance, dopo Blue Valentine, alza il tiro in modo ambizioso e mescola saga famigliare, storia d’amore e “gangster movie”. Trobba roba, come ha detto qualcuno? Forse: ma qui non vediamo l’ora di vederlo. Il regista ritrova Ryan Gosling, che interpreta un ruolo all’apparenza simile a quello di Drive di Refn, ma che potrebbe sorprendere. Dal 4 aprile.

Le streghe di Salem: Heidi è una DJ radiofonica di Salem che riceve una scatola di legno contente un disco. La donna lo ascolta, e i suoni del vinile scatenano in lei dei “ricordi” e delle visioni: Heidi sta impazzendo o i Signori di Salem stanno tornando? Il film satanico definitivo, con tanto di sabba mostruosi. Estetica anni 70, dissolvenze incrociate, montaggi alternati, Kubrick e Jorodowsky, arcangeli e diavoli: un’opera coraggiosa, blasfema, piena di corpi nudi e decadenti, scene disturbanti e caproni del diavolo. Opera straniante, stratificata, che forse racconta ancora una volta della follia di una nazione, come sempre in Zombie. A Toronto ha diviso tutto e tutti, a Torino pure. A chi scrive piace senza se e senza ma. Dal 18 aprile.

Disconnect: periferia di New York, oggi. Storie di persone che s’intrecciano nell’epoca di Internet, tra webcam, clonazioni e frodi, social network, forum e quant’altro. Ovvero, il Crash 2.0: solo che, al posto delle tensioni razziali di Los Angeles, ci sono le debolezze umane di New York. E infatti il titolo vuol dire “disconnettersi”, ma anche “disconnettiti”: quasi un consiglio. Henry-Alex Rubin tiene bene le varie storie nella prima parte (un paio sono molto interessanti), poi deraglia. Ma visto che il film ha spaccato la critica, vale la pena dargli un’occhiata. Cast decisamente curioso, con un inedito Max Thieriot versione camboy, e ottima colonna sonora. Dal 24 aprile.

Spring Breakers
The Place Beyond the Pines
Disconnect
Le streghe di Salem