Il seme della discordia: recensione
Il seme della discordia (Italia, 2008) di Pappi Corsicato; con Alessandro Gassman, Caterina Murino, Isabella Ferrari, Valeria Fabrizi, Michele Venitucci, Martina Stella, Monica Guerritore, Iaia Forte, Rosalia Porcaro.Sono passati sette anni dal confuso Chimera, e Pappi Corsicato ritorna al cinema e ritorna alle origini. Le origini sono soprattutto le idee e lo stile di Libera,
Il seme della discordia (Italia, 2008) di Pappi Corsicato; con Alessandro Gassman, Caterina Murino, Isabella Ferrari, Valeria Fabrizi, Michele Venitucci, Martina Stella, Monica Guerritore, Iaia Forte, Rosalia Porcaro.
Sono passati sette anni dal confuso Chimera, e Pappi Corsicato ritorna al cinema e ritorna alle origini. Le origini sono soprattutto le idee e lo stile di Libera, il primo lungometraggio del regista, formato da tre cortometraggi sulle storie di tre donne.
Corsicato aveva appena finito di assistere alle riprese di Legami! di Almodovar, il maestro a cui sin da subito il regista si è rifatto per il suo lavoro. Anche Il seme della discordia ricorda molto le opere vivissime del regista di Donne sull’orlo di una crisi di nervi, soprattutto dal punto di vista dello stile. Corsicato infatti fa un lavoro che molti registi italiani scordano sin dall’inizio di fare: ricercare un proprio linguaggio.
Che, anche se in parte decisamente derivativo, cerca di sfuggire alla piattezza para-televisiva dei prodotti nostrani. E allora vai di colori forti, di inquadrature tutt’altro che ordinarie, di musica assortita e divertente, creando un mondo un po’ grottesco e divertente. Con citazioni ma anche richiami al proprio film d’esordio, che in una sequenza la Murino e Gassman guardano alla televisione.
La trama de Il seme della discordia, che s’ispira liberamente a La marchesa von O., racconta la storia di una bellissima donna, interpretata dalla Murino, che resta incinta nonostante il marito (Gassman) si scopra sterile. La donna era stata precedentemente aggredita da due balordi, e in seguito era svenuta: cos’è successo in quel lasso di tempo?
Corsicato dirige con leggerezza una storia che tocca (anzi: sfiora…) molti temi come la violenza sessuale e l’aborto, e azzecca almeno due momenti al limite del geniale (la scena con le “suore”, l’orgasmo ritardato). L’incipit fa comunque pensare al peggio, e non tutte le gag colpiscono il centro, anzi. Se Il seme della discordia si lascia vedere è comunque per lo stile di Corsicato e per la sua durata.
Ci si chiede tuttavia come sia finito nel concorso veneziano: possibile che davvero non si trovasse nulla di meglio, di più forte, di più valido? Sicuramento meglio delle commediacce di De Sica e di quelle popolate dagli insopportabili teenager; però resta l’odore di occasione mancata, per troppe imperfezioni ben visibili. Sufficienza di simpatia.
Voto Gabriele: 6
Voto Simona: 6