The Last Stand: le recensioni dagli Usa e dall’Italia
Arnold Schwarzenegger è tornato al cinema con un film d’azione ma non convince.
Il 31 gennaio scorso Arnold Schwarzenegger è tornato al cinema da protagonista nel film action-thriller The Last Stand – L’ultima sfida. I fans di Schwarzy erano tutti in trepidante attesa ma il film non è piaciuto tantissimo alla critica, forse l’attore (classe 1947) non ha più il fisico trame del genere? Voi avete visto il film? Piaciuto? Vediamo qualche parere dagli Usa e dall’Italia.
Matt Looker – TheShiznit.co.uk: ogni pugno sembra goffo.
Ed Whitfield – The Ooh Tray: The Last Stand? Arnie riesce a malapena a restare in piedi.
John Wirt – Advocate (Baton Rouge, LA): Un divertente ritorno, anche se non particolarmente desiderato, per la 65enne icona dei film d’azione.
Alex Zane – online Sun: Film divertente, anche se un po’ (molto) stupido.
Adam Woodward – Little White Lies: Una stella d’azione è (ri)nata.
Shaun Munro – What Culturea: Un ritorno adeguatamente leggero per Arnie, The Last Stand fa quel tanto che basta per soddisfare la sua legione di fans, e dimostra che l’icona ha ancora carisma da vendere.
Peter Bradshaw – Guardian [UK]: è bello vedere un film con macchine della polizia che volano in aria.
Henry Fitzherbert – Daily Express: Uno scricchiolante, action thriller letargico.
Matthew Turner – ViewLondon: Un piacevole thriller d’azione vecchia scuola animato da ottime performance e alcune buone idee.
Kelly Vance – East Bay Express: Quindi questo è quello che i governatori della California fanno quando vanno in pensione?
Tim Brayton – Antagony & Ecstasy: Un frivolo intrattenimento per 107 minuti del tutto dimenticabili.
Stephen Carty – Flix Capacitor: Non è un grande film, ma è bello vedere il ritorno di Arnold.
Glenn Lovell – CinemaDope: ‘Last Stand’ deve soddisfare i fedeli fan di Schwarzenegger.
Simon Reynolds – Digital Spy: The Last Stand è il ritorno di Arnie che tutti stavamo aspettando.
Kristian Harloff – Schmoes Sapere: Arnold è tornato, e la sua legione di fans non rimarrà delusa.
Beth Accomando – KPBS.org: The Last Stand è un debutto americano di tutto rispetto per Kim Je-Woon, ma spero che non venga risucchiato nel mulino di Hollywood.
Jason Buchanan – Movie TV Guide: L’Eredità di Schwarzenegger merita di meglio.
Justin Craig – FoxNews.com: Schwarzenegger è tornato, e il suo tempismo non poteva essere peggiore.
Kirk Baird – Toledo Blade: Come un film d’azione è competente e di routine, ma come ritorno non è certo memorabile.
Elizabeth Weitzman – New York Daily News: Lo script è un casino, costruito su luoghi comuni e profitti facili. Quello che il film ha ancora, però, è l’entusiasmo.
Cary Darling – Fort Worth Star-Telegram/DFW.com: Sicuramente The Last Stand non è Terminator, ma è un divertente, seppur prevedibile, thriller d’azione.
Jim Judy – Screen It!: ‘The Last Stand’ ha alcuni momenti decenti, ma non abbastanza per superare i suoi problemi.
Stephanie Zacharek – NPR: Alla fine, anche Schwarzenegger risulta consumato.
Peter Howell – Toronto Star: L’ilarità è disattivata dalla quantità davvero eccessiva di violenza. Le persone non si limitano a morire in The Last Stand, esplodono come bombe.
Chris Hewitt (St. Paul) – St. Paul Pioneer Press: E’ maledettamente buono.
Nick Nunziata – CHUD: The Last Stand è divertente. E questo basta.
Francesco Alò – Il Messaggero: I ragazzi degli anni ’80 ululeranno di gioia quando Schwarzy (65 anni) affermerà verso la fine: “Il mio onore non è in vendita”. E la sua carriera non è finita (…) E’ tornato.
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa:
The Last Stand è un poliziesco ritagliato come un western sul modello classico della sfida alla Mezzogiorno di fuoco fra buoni e cattivi, ma girato in modo post moderno con un occhio all’azione (particolarmente efficace una scena di inseguimento in un campo di granoturco) e uno alla commedia, mescolando battutine sull’età che avanza e gag farsesche nella logica di un prodotto di genere un po’ scanzonato e un po’ sgangherato.
Maurizio Porro – Il corriere della sera: Dopo l’ultimo ruolo politico, quello di governatore della California, Arnold Schwarzenegger torna a dieci anni di distanza sul set a fare ironicamente sul serio con un divertente action thriller che lo mitizza come eroe in esilio dopo una disgrazia. Per fortuna si prende in giro da solo, portando al massimo la sospensione di verosimiglianza dello spettatore (….) La sceneggiatura di Andrew Knauer piazza qualche battuta spiritosa (…)E che quindi si può anche permettere di scherzare con il cinema e col personaggio di ferro, occhiali neri, muso duro, cannone sempre pronto, che l’ha reso pop (oltre che popolare) come body building, action hero, 38° governatore californiano, ambientalista e filantropo: qualcosa non quadra.
Roberto Nepoti – la Repubblica: Sia nelle analogie che nelle differenze, il film con cui l’ex-governatore della California Schwarzenegger torna sugli schermi come promesso (minacciato?) più volte evoca Non è un paese per vecchi. Anche qui l’ambientazione è la frontiera Usa-Messico e, come là, uno sceriffo invecchiato deve vedersela con i più spietati narcotrafficanti. Completamente ribaltato, invece, l’esito: se lo sceriffo Tommy Lee Jones è condannato a fallire, Schwarzy, vecchio o no, deve trionfare per forza. Fuggito durante un trasferimento, il capo di un cartello della droga si dirige verso la frontiera a bordo di un’auto super-attrezzata. Tra i suoi inseguitori e la libertà non restano che un villaggio e uno sceriffo (apparentemente) rassegnato alla routine. Per il rientro di Schwarzy la produzione ha coinvolto il coreano Kim Jee-woon (Il buono, il matto, il cattivo), che mette i suoi virtuosistici movimenti di macchina e il talento nel filmare gli inseguimenti al servizio di un actioner efficiente, dove il rispetto dei miti americani si mischia con una dose omeopatica d’ironia.