13 registi parlano dei colleghi registi
Ogni regista ha un suo regista preferito. Scopriamo chi ama chi.
Non vi siete mai chiesto quali registi amava Orson Welles? O per quale collega ha ammirazione Martin Scorsese? Oggi leggiamo insieme le dichiarazioni di 13 famosi maestri del cinema. Una “classifica” tutta da scoprire.
Martin Scorsese
Akira Kurosawa: Il termine “gigante” è usato troppo spesso per descrivere gli artisti. Ma nel caso di Kurosawa, abbiamo uno dei rari casi in cui il termine si adatta.
Stanley Kubrick: Guardare un film di Kubrick è come guardare verso in cima di una montagna. Si guarda e si esclama meravigliati: “Come può essere salito così in alto?”
Samuel Fuller: Se non ti piace Sam Fuller proprio non ti piace il cinema.
Theodoros Angelopoulos: Theo Angelopoulos è un regista magistrale. L’effetto complessivo è ipnotico, travolgente, e profondamente emozionale. Il suo senso di controllo è quasi ultraterreno.
Akira Kurosawa
Andrej Arsen’evič Tarkovskij: siamo d’accordo entrambi che un film non dovrebbe tentare di spiegare nulla. Il cinema non è un mezzo adatto per la spiegazione. Chi vede un film deve essere lasciato libero di percepire il suo contenuto. Dovrebbe essere aperto a una varietà di interpretazioni. Io amo tutti i film di Tarkovskij. Amo la sua personalità e tutte le sue opere. Ogni taglio dei film è una meravigliosa immagine di sé.
Satyajit Ray: L’osservazione tranquilla ma profonda, la comprensione e l’amore del genere umano, che sono caratteristici di tutti i suoi film, mi hanno colpito molto… non aver visto il cinema di Ray significa stare al mondo senza vedere il sole o la luna.
Stanley Kubrick
Ingmar Bergman: 9 febbraio 1960 – Caro Signor Bergman, Lei ha certamente ricevuto abbastanza consensi e successi in tutto il mondo e questa nota sarà del tutto inutile. Ma per quel che vale, vorrei aggiungere la mia lode e gratitudine per il contributo ultraterreno e brillante che avete dato al mondo con i suoi film (non sono mai stato in Svezia e pertanto ho mai avuto il piacere di vedere il vostro lavoro teatrale). La sua visione della vita mi ha profondamente commosso. Per me Lei è il più grande film-maker al lavoro oggi. Oltre a ciò, mi permetta di dirLe che è insuperabile nella creazione dell’atmosfera, nella sottigliezza delle interpretazione, nell’evitare l’ovvio e nella veridicità. Max von Sydow e Ingrid Thulin vivono vividi nella mia memoria. Auguro a voi e a tutti loro il meglio della fortuna. Con i migliori saluti, Stanley Kubrick.
Erich von Stroheim
David Wark Griffith: È stato un pioniere, il primo uomo a mettere la bellezza e la poesia in una specie di divertimento a buon mercato e di cattivo gusto.
Andrei Tarkovsky
Robert Bresson: Bresson è forse l’unico uomo al cinema ad aver raggiunto la perfetta fusione dell’opera finita con un concetto teorico formulato in anticipo. Non conosco nessun altro artista più coerente, in questo senso. Il suo principio guida è stata l’eliminazione di ciò che è noto come espressività, nel senso che voleva farla finita con la frontiera tra l’immagine e la vita reale; cioè, di rendere la vita stessa grafica ed espressiva.
Charlie Chaplin: I film che ha lasciato alle spalle non invecchiano.
Orson Welles
Federico Fellini: Dovremmo essere tutti molto grati per i sogni di Fellini. La forza di “La Dolce Vita” deriva dalla sua innocenza provinciale.
Stanley Kubrick: Tra quelli che io chiamerei “giovani” registi Kubrick è un gigante. Quello che vedo in lui è un talento, non posseduto dai grandi registi della generazione immediatamente precedente la sua.
Vittorio De Sica: Ciò che De Sica può fare, io non posso farlo. Ho visto il suo “Sciuscià” di recente e la macchina da presa scompare, lo schermo scompare; è la vita.
Buster Keaton: Keaton è oltre ogni lode. Un grande artista e uno degli uomini più belli che abbia mai visto sullo schermo. E’ stato anche un superbo regista. Vorrei averlo conosciuto meglio.
Luis Buñuel: E’ un uomo profondamente cristiano che odia Dio come solo un cristiano può fare. Lo vedo come il regista più sommamente religioso nella storia del cinema.
Ingmar Bergman
Andrej Arsen’evič Tarkovskij: La mia scoperta del primo film di Tarkovskij è stata come un miracolo. Mi sono sentito incoraggiato e stimolato: qualcuno esprimeva quello che avevo sempre voluto dire.
François Truffaut
Jean Renoir: Più grande film-maker del mondo.
Jean-Luc Godard
Robert Bresson: Bresson è il cinema francese, come Dostoevskij è il romanzo russo e Mozart è la musica tedesca.
Alfred Hitchcock: Per cinque anni, a mio parere, Hitchcock era davvero il padrone dell’universo. Più di Hitler, più di Napoleone. Aveva un controllo sul pubblico che nessun altro aveva.
Sergei Parajanov: Nel tempio del cinema, ci sono le immagini, la luce e la realtà. Sergei Parajanov è stato il padrone di quel tempio.
Kenji Mizoguchi: Il più grande dei cineasti giapponesi, o semplicemente uno dei più grandi registi.
Billy Wilder
Ernst Lubitsch: Lubitsch potrebbe fare di più con una porta chiusa più che un altro regista potrebbe fare con una patta aperta.
Luchino Visconti
Luis Bunuel: l’unico in grado di dire qualcosa di veramente nuovo e interessante è Luis Bunuel. E’ un grande regista.
Jacques Rivette
Jean Cocteau: non c’è dubbio che ha influenzato tutti i miei film.
Kenji Mizoguchi: Sembra essere l’unico regista giapponese che è completamente giapponese ma è anche l’unico che raggiunge una vera universalità, quella di un individuo.
Vincente Minnelli
Max Ophüls: Sono stato molto influenzato dai film di Max Ophüls, motiva la macchina da presa per tutto il tempo.
Fonte: Listal