Quantum of Solace: La Recensione
Quantum of Solace (Quantum of Solace, Usa, Uk, 2008 ) di Marc Forster; con Daniel Craig, Olga Kurylenko, Mathieu Amalric, Judi Dench, Giancarlo Giannini.Era difficile riuscire a fare meglio dell’ottimo Casino Royale, capace di rilanciare magnificamente l’infinita saga di James Bond, ed infatti l’arduo compito non è riuscito. Primo sequel ufficiale di 007, Quantum of
Quantum of Solace (Quantum of Solace, Usa, Uk, 2008 ) di Marc Forster; con Daniel Craig, Olga Kurylenko, Mathieu Amalric, Judi Dench, Giancarlo Giannini.
Era difficile riuscire a fare meglio dell’ottimo Casino Royale, capace di rilanciare magnificamente l’infinita saga di James Bond, ed infatti l’arduo compito non è riuscito. Primo sequel ufficiale di 007, Quantum of Solace sembra far tornare Bond ai ‘vecchi’ film, quelli dove succedeva tutto e tutto era giustificato dalla semplice quanto assurda legge del “bè, ma lui è Bond!”.
A deludere proprio lui, Marc Forster, regista da ‘drammoni’ scaraventato in una giostra d’action da 225 milioni di dollari. Scelta originale e coraggiosa, ma a conti fatti sbagliata. Proprio le tantissime scene d’azione del film alla fine risultano confuse, schizofreniche e assemblate con un montaggio spesso incomprensibile, per un Craig introspettivamente ancor più analizzato e pronto ad ingogliare il rospo della vendetta, dopo la morte dell’amata Vesper…
Quantum Of Solace inizia esattamente 30 minuti dopo l’ultimissima scena di Casino Royale, con un Bond assetato di vendetta e pronto a tutto pur di dissetarsi. Entriamo così nuovamente nel mondo scoperto con il film precedente, con James diventato agente doppio zero, ovvero con licenza di uccidere. Una licenza che in questo sequel adopererà più e più volte, confermando i modi bruschi del nuovo Bond di Craig e mandando su tutte le furie la solita splendida M, interpretata da Judi Dench.
A scrivere la storia Paul Haggis, sceneggiatore premio Oscar che da anni trasforma in oro tutto ciò che luccica. Una trama che strizza l’occhio al mondo d’oggi, intrecciando politica, potenti della terra, multinazionali e gestione delle risorse ambientali, convincendo ma nemmeno esaltando troppo. Da Haggis probabilmente ci si poteva attendere qualcosina di più. Buona la crescita introspettiva data al personaggio, che segue un percorso iniziato con Casino Royale, fatto di fiducia da conquistare a colpi di pistolettate e cadaveri.
Discorso a parte per le due Bond Girl. Assolutamente inutile e sprecata Gemma Artenton, citazione di Goldfinger a parte, mentre è abbastanza convincente Olga Kurylenko, nuova action girl di Hollywood. Deludente invece, e qui casca l’asino, l’impronta registica data da Marc Forster.
Già dal confuso inseguimento iniziale sulle rive del Garda si intuisce che strada ha deciso di percorrere Forster. Una scena a duemila all’ora, incapace di essere chiara e ben definita, a causa di un montaggio isterico fatto di primissimi piani, sinceramente incomprensibili. Il girato in Italia prosegue con la tanto pubblicizzata scena girata durante il Palio di Siena, per quella che possiamo etichettare come un occasione storica sfruttata a dir poco malissimo.
Banale e anche mal riuscito il montaggio alternato tra i sotterranei ed il palio, con quest’ultimo ripreso pochissimo, quasi sempre in rallenty e senza dare mai quella sensazione di stupore, che da una scena simile probabilmente ci si poteva attendere. Risulta quindi ancor più ambigua la scelta di affidare ad un regista come Forster, assolutamente inesperto del genere, un film con così tanta azione. Alcune scene possiamo e dobbiamo assolutamente promuoverle, come l’incontro scontro sui tetti di Siena ed il successivo faccia a faccia tra Bond ed il nemico di turno legati ad una fune come due marionette, o l’ottimo finale, con il perfido Mathieu Amalric e un mostruoso incendio come protagonisti, ma il risultato complessivamente risulta essere estremamente deludente.
E’ già un Bond diverso rispetto a quello visto e apprezzato in Casino Royale. Daniel Craig si conferma perfetto per il ruolo, ma questo Quantum of Solace, che doveva in qualche modo portare Bond alla conoscenza del self control , non riesce proprio a fare centro. Rimane un senso di insofferenza, di non riuscito, di perdita di un’opportunità, ed è un peccato.
Non possiamo far altro a questo punto che augurarci che, con il 23° capitolo della saga, si torni ai livelli di Casino Royale e perchè no, magari alla regia del sottovalutato Martin Campbell.
Voto Federico: 5
Voto Gabriele: 5
Voto Carla: 6- –