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Gangster Squad: Recensione in Anteprima

Un cast da Oscar per il regista di Zombieland. Ecco Gangster Squad

pubblicato 19 Febbraio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 17:23

Un film sfortunato persino nella campagna pubblicitaria di lancio. Bastò la scena di una sparatoria in un cinema per far slittare l’uscita. Ricordate? Tutto avvenne ai tempi dell’incredibile strage di Denver, durante la proiezione de Il Cavaliere Oscuro – il Ritorno. Travolta dalle polemiche per la sconvolgente e sanguinosa somiglianza tra fiction e realtà, la Warner prima ritirò il trailer dello ‘scandalo’, per poi rinviare l’uscita di Gangster Squad, tornato al montaggio, epurato dalla scena in questione e finalmente sbarcato poco più di un mese fa nelle sale americane. Peccato che l’accoglienza sia stata tiepida, tanto al box office quanto tra la critica. Meritatamente.

Dietro la macchina da presa Ruben Fleischer, acclamato con il delizioso Zombieland ma già traballante con la commedia 30 Minutes or Less. Il salto qualitativo tanto atteso, grazie ad un cast straordinario e ad un budget di 60 milioni di dollari, si è purtroppo per lui scontrato con l’evidente pochezza di idee, resa ancor più esplicita da una sceneggiatura fastidiosamente flebile, anche se di materiale a disposizione per dar vita ad un film di tutt’altro peso ce n’era a bizzeffe.

Attori come Ryan Gosling, Emma Stone, Sean Penn, Josh Brolin, Giovanni Ribisi e Nick Nolte nel cast, la vera storia di uno dei gangster più violenti e ricercati d’America, e soprattutto un libro di partenza, Tales of the Gangster Squad (che raccoglie una serie di articoli pubblicati da Paul Lieberman sul Los Angeles Times), qui maneggiato con sfacciata semplicità da Will Beall, a quanto pare in odore di riconferma Warner per lo script della Justice League. Qualcuno ha detto paura e fastidio?


Siamo nella Los Angeles del 1949. Una Los Angeles ‘dominata’ dalla corruzione e della malavita. Tutti devono sottostare al volere di Mickey Cohen, ex pugile trasformatosi in pochi anni nel gangster più pericoloso della città degli Angeli. Tramite droga, prostitute, armi e scommesse illegali, Cohen comanda tutto e tutti. Politici, scagnozzi, poliziotti. Nessuno rimane fuori dal suo giro. Tutti attingono dalle sue tasche, tutti devono eseguire i suoi ordini. Tutti tranne alcuni agenti, incorruttibili e pronti a morire sulla strada pur di rovinare ed acciuffare il temibile Mickey. Nasce così una piccola e segreta squadra di polizia guidata dal sergente John O’Mara e dal suo braccio destro Jerry Wooters. L’obiettivo? Stanare Cohen e salvare Los Angeles dal suo folle e pericoloso dominio.

Una storia vera che sa di già visto. Da una parte il gangster che non guarda in faccia niente e nessuno, che vuole sempre più soldi e potere, tanto da non avere scrupoli nell’uccidere chiunque provi ad ostacolarlo, perché ‘uno sbirro non in vendita è come cane con la rabbia, e va abbattuto‘; dall’altra i poliziotti eroi, che dicono no alle mazzette in nome della giustizia. Nel mezzo, immancabile, la storia d’amore ad incroci tra donna del boss e agente sulle sue tracce, oltre alla vita privata del sergente di ferro versione James Bond che si scontra con la dura realtà della strada, fatta di pallottole, ritorsioni mafiose e una morte quasi certa.

Con un plot simile Ruben Fleischer poteva davvero far quel che voleva. Peccato che preso tra i fuochi di un genere che ha regalato capolavori irripetibili, da Gli Intoccabili ad L.A. Confidential, il regista di Zombieland sia riuscito a tramutare un gangster movie in un insieme di generi che cozzano maledettamente tra loro. Esageratamente patinato, Gangster Squad si trascina stancamente per quasi due ore senza un motivo preciso. E’ glaciale, anonimo, privo di mordente, ritmo e personalità, e perennemente intervallato da sfiancanti e ripetitivi slow motion, che osservano con asfissiante attenzione pallottole, corpi trivellati, pugni, fiammate e schizzi di sangue in volo. Se l’impronta registica oscilla continuamente (ed involontariamente) tra il cinefumetto e il gangster movie più classico, persino gli attori sono costretti a dover interagire con una serie di personaggi macchiettistici, ed incapaci di andare oltre il banale cliché.

Sean Penn parodizza Dick Tracy strizzando l’occhio a Robert De Niro; Josh Brolin fa le prove generali per l’annunciato Dwight in Sin City: A Dame to Kill For, vestendo i panni di un sergente talmente irruento e fisicamente imbattibile da fare invidia a 007; Emma Stone diventa l’ovvia e scontata femme fatale stretta tra due fuochi; mentre Ryan Gosling è il bello di turno che dice no all’eroismo in nome della giustizia fino a quando una morte di troppo (dell’immancabile innocente) riuscirà a fargli cambiare idea. Tutto questo, ovviamente, mentre buoni e cattivi finiscono quasi obbligatoriamente ad avvicinarsi sempre più, dovendo i poliziotti trasformarsi in veri e propri ‘criminali’ per poter porre fine al regno di terrore dei gangster reali. Banalità di sceneggiatura che si sommano continuamente, in una trama priva di reali colpi di scena, fino ad esplodere in un finale talmente romanzato ed eccessivo, nel mettere l’uno contro l’altro i due protagonisti, dallo sfiorare il ridicolo.

Anche se condito da ingredienti apparentemente ricchi e nutrienti, a mancare in Gangster Squad sono l’atmosfera e il pathos, l’epicità dello scontro tra bene e male e l’intreccio narrativo, l’eleganza della criminalità e il fascino della giustizia che si scontrano nella Città degli Angeli, qui riportata in vita attraverso un’interessante ricostruzione storica, ma azzoppata da un regista a cui hanno palesemente affidato una macchina dalla cilindrata eccessivamente potente. Tanto da farla continuamente sbandare, per poi uscire malamente fuori strada.

Voto di Federico: 4,5/5

Gangster Squad (Usa, gangster movie, 2013) di Ruben Fleischer; con Ryan Gosling, Emma Stone, Sean Penn, Anthony Mackie, Josh Brolin, Giovanni Ribisi, Robert Patrick, Michael Peña, Sullivan Stapleton, Nick Nolte, Frank Grillo, Mireille Enos, James Carpinello, Ron Pucillo, Ambyr Childers, Derek Mears, Troy Garity, Josh Pence, Jon Polito, Brandon Molale, James Hébert, Holt McCallany, Jack McGee – uscita giovedì 21 febbraio 2013qui il trailer italiano